Ci sono luoghi che hanno qualcosa di magico. Lo si sente nell’aria, nel frusciare delle piante, nel borbottare delle acque del vicino fiume e nei sogni realizzati delle persone che ci vivono.
Siamo in un lembo di terra incastonato tra l’alta provincia di Ancona e l’alto Maceratese, vicino a quello che una volta era considerato il più grande polo industriale delle Marche: la città di Fabriano.
Enrico Loccioni ha ospitato nella sua azienda (lunedì 14 maggio scorso) il consiglio direttivo di Manageritalia Marche, allargato agli associati che hanno voluto partecipare.
Ci siamo ritrovati, come per incanto, in mezzo a numerosi giovani quasi fossimo all’improvviso paracadutati in qualche aula universitaria, eppure eravamo in Italia e quei giovani stavano lavorando. Vi devo onestamente confessare che la cosa fa una certa impressione, non ci eravamo più abituati.
In azienda non ci sono catene di montaggio, nulla o quasi di quanto prodotto è di serie. Qui si producono pezzi unici per il fior fiore delle aziende mondiali, dall’automotive, all’elettrodomestico, dall’ambiente al medicale. Terminata la parte istituzionale del consiglio, patron Loccioni ci ha raccontato la sua storia, la sua vita e i suoi progetti, la realtà aziendale e i suoi sogni. Il tutto con la semplicità e l’entusiasmo di un ragazzino. Loccioni è un uomo venuto da quella terra, da quei campi, dal quel fiume e a tutto questo è profondamente legato, oserei dire “profondamente innamorato”.
L’azienda è a impatto ambientale ridottissimo, da lì sono nati una serie di progetti di abitazioni energeticamente autosufficienti. L’orgoglio di Enrico Loccioni non è solo l’azienda ma un gioiello a pochi passi da lì che si chiama Valle di San Clemente. Un luogo segreto ricco di tesori storici, naturali e spirituali tutti da scoprire. Una campagna bellissima, alimentata con sistemi di irrigazione che traggono la loro modernità dalla saggezza dei contadini di una volta. Arnie di api monitorate elettronicamente mentre stormi di oche impediscono alle erbacce di crescere. Produzione autonoma di energia pulita. Il tutto in un circolo vizioso che trova nel progetto Arca la sintesi massima.
Nella meravigliosa Abbazia romanica di Sant’Urbano del XI secolo incontriamo il signor Garbini, amico di infanzia di Loccioni. Sì, proprio quel Garbini che una decina di anni fa produceva polli per la grande distribuzione. Garbini è l’ideatore del progetto Arca – il nome lo aveva coniato il presentatore televisivo Mino Damato – nato per la salvaguardia della produttività del suolo senza concimi chimici. Il continuo alternarsi delle coltivazioni compatibili, le concimazioni naturali, le arature superficiali consentono a questi terreni di mantenere, nel tempo, una produttività 6/7 volte più elevata dei terreni a coltivazione intensiva/industriale.
Garbini, Loccioni e Fileni si sono ritrovati dopo anni dopo aver realizzato cose importantissime, intorno a un tavolo, e hanno sposato Arca. Nell’ascoltare Loccioni prima e Garbini poi ci si chiede ripetutamente se stiamo parlando di passato o di futuro, poiché tutto si intreccia in una visione meravigliosa. Mentre parlavamo di queste cose, con in mano un buon bicchiere di verdicchio della zona, la bellissima Abbazia di Sant’Urbano sembrava l’immobile testimone di un mondo che dalla saggezza del passato trae forza per correre verso il futuro.
Quale migliore esempio e ispirazione per i nostri colleghi manager?
Insomma, è stato un consiglio, ma soprattutto un’esperienza davvero particolare che ha coinvolto anche gli associati. Non è la prima, non sarà l’ultima. Continueremo a unire i consigli direttivi alla visita di persone e realtà che vale la pena di incontrare, vedere e vivere, di cui la nostra terra è così ricca. La prossima volta vi aspettiamo numerosi perché è l’occasione per conoscerci meglio, ampliare le relazioni e portarci via qualcosa utile anche a livello professionale.
Paolo Moscioni, presidente Manageritalia Marche