Marco Ballarè,
presidente Manageritalia
Abbiamo da tempo sottolineato l’urgenza di puntare su competenze solide e una leadership manageriale forte per far crescere il Paese. Il recente Rapporto Draghi conferma questa necessità, evidenziando “una persistente carenza di competenze in diversi settori e occupazioni, soprattutto di lavoratori qualificati e manager”. Inoltre, il rapporto mette in luce come “l’adozione disomogenea di pratiche gestionali, soprattutto quelle legate al capitale umano, contribuisce alla lenta crescita tecnologica nell’Ue, in particolare nelle micro e piccole imprese”. Un quadro chiaro, ma non incoraggiante. Molte competenze disponibili restano inutilizzate, aggravando i divari, come quello di genere, in alcune professioni.
La consapevolezza della situazione non deve però fermarci, ma spingerci a intensificare il nostro impegno. Stiamo portando avanti molte azioni concrete, e i risultati stanno già arrivando. Abbiamo innanzitutto innovato il ccnl dei dirigenti del terziario, includendo politiche attive sempre più efficaci e miglioramenti nel credito welfare. Questo strumento si sta rivelando fondamentale, come dimostra la crescita del 42% dei dirigenti che lo applicano negli ultimi dieci anni: un segnale forte dell’apprezzamento del mercato.
Grazie ai nostri manager, collaboriamo attivamente con scuole e università per orientare i giovani al mondo del lavoro, promuovendo la cultura manageriale. Sono tante le iniziative che abbiamo avviato per favorire l’inclusione e valorizzare i talenti, soprattutto tra giovani e donne. I nostri manager mostrano ogni giorno quanto queste pratiche siano ormai imprescindibili per competere in un mercato in continua evoluzione. Tuttavia, non possiamo ignorare una sfida cruciale: il numero di manager in Italia è ancora troppo basso rispetto ai principali competitor europei. Con soli 0,9 dirigenti ogni 100 lavoratori, siamo molto indietro rispetto a Francia, Germania e Spagna.
Un dato che evidenzia la reticenza di molte imprese familiari italiane ad accogliere manager esterni: mentre da noi solo il 28% delle imprese familiari ha manager esterni, in altri paesi questa percentuale arriva a circa l’80%.
Per cambiare questo paradigma, dobbiamo continuare a formare nuovi manager e convincere gli imprenditori dell’importanza di affidarsi a competenze manageriali. È un passaggio cruciale per far crescere le nostre pmi e rendere il nostro sistema produttivo più competitivo a livello internazionale.
Proprio con questo obiettivo, quest’anno siamo diventati partner dell’iniziativa “Motore Italia – Le imprese che fanno muovere il Paese”, organizzata da Class Editori e dedicata alle pmi eccellenti: il progetto ci offre l’opportunità di testimoniare l’importanza della managerialità in ogni regione d’Italia, attraverso le storie di successo di dirigenti e imprenditori che hanno fatto della gestione manageriale il loro punto di forza.
Con numeri alla mano, ma soprattutto grazie a esperienze concrete, dimostriamo che l’introduzione di competenze manageriali porta a una crescita strutturale e di qualità. Vogliamo contribuire al futuro del Paese valorizzando il ruolo dei manager di oggi e di domani, creando per loro nuove opportunità nel mercato. Insieme possiamo costruire un’Italia più moderna, competitiva e inclusiva.