Manager e startup: un matrimonio da fare

L’appuntamento del ciclo Friday’s Manager di venerdì 16 dicembre, dalle 12 alle 13, a cura di XLabor, la divisione per il mercato del lavoro di Manageritalia, è focalizzato sulle startup come possibile opportunità di lavoro per i manager

Belle le startup, vero? Tutti ne parlano, tutti le vogliono, ma per un manager può essere uno sbocco e tappa del percorso di carriera? Ne parliamo qui in una breve intervista e venerdì 16 dicembre dalle 12 alle 13 nel Friday’s Manager di Xlabor-Manageritalia con Silvia Pugi, managing partner & investor Eden Venture – strumento di investimento focalizzato su startup Pre-Seed – e Ivan Aimo, founder e ceo della startup Deliveristo, marketplace online per chef e ristoratori. Qui che abbiamo intervistato qui.

Molti manager sono attratti dalle startup, ma le startup sono attratte dai manager?

Silvia Pugi: «Le startup sono un’opportunità professionale interessante per i manager, perché sono aziende che crescono in fretta e quindi potenzialmente permettono di fare carriere velocissime. Da parte loro, le startup avrebbero bisogno di risorse esperte, di manager, del loro network e portafoglio di contatti, delle loro metodologie, però, soprattutto all’inizio, purtroppo non se li possono permettere!».

Quali sono le opzioni disponibili per un manager che vuole lavorare in una startup?

SP: «Tutto dipende dallo stadio di crescita dell’azienda. In una startup giovane, con un team di magari solo 5 persone, un manager può proporsi come mentor o advisor. Al crescere della startup, con i successivi round di finanziamenti, l’azienda si struttura e si aprono opportunità di collaborazioni, di temporary o fractional manager. Quando poi la startup raccoglie round di finanziamento importanti, allora c’è spazio anche per entrare a tempo pieno con il contratto dirigenti».

Quali caratteristiche deve possedere il manager per lavorare in una startup?

SP: «Innanzitutto, flessibilità. In una startup, soprattutto all’inizio, i ruoli non sono ancora netti, l’organizzazione è fluida e può cambiare in pochi mesi in base al business. Poi apertura mentale: bisogna essere disposti ad accettare modi di lavoro e approcci al mercato diversi, nuovi, ma questo è anche ciò che rende questo ambiente stimolante. Infine, umiltà, perché nelle startup tutti fanno tutto, bisogna adattarsi e fare anche cose che si era abituati a delegare a terzi e perché capita che il founder e ceo della startup sia più giovane di te».

Che tipo di contratti offrono le startup ai manager?

Ivan Aimo: «Alcuni manager entrano in startup nelle fasi iniziali investendo personalmente e tramite con accordi di work for equity, cioè vengono remunerati con quote della società, al raggiungimento di determinati Kpi. Nelle startup è poi comune avere piani di stock option, sia per fidelizzare le risorse più preziose, sia per attirare risorse senior offrendo retribuzioni nella fascia bassa del mercato. Ma se l’azienda ha davvero successo, questa è la forma di remunerazione più interessante che ci sia!».

Com’è stato l’inserimento di figure manageriali in Deliveristo?

IA: «L’ingresso di figure manageriali più senior è consigliato quando la startup deve passare dalla fase in cui ha validato il cosiddetto Product/Market fit, ovvero ha costruito un prodotto basico che il mercato apprezza, a quella in cui la necessità è di scalarlo.

L’inserimento di figure manageriali in Deliveristo è stato un passaggio importante, perché dopo la Product/Market fit si entra in quella fase molto delicata dove occorrono competenze maggiormente specifiche, serve implementare processi, policies, gestione delle persone, e quindi passare da una piccola realtà a una vera e propria azienda, con una sua identità e struttura maggiormente chiara e definita. Le figure manageriali senior che abbiamo inserito, ciascuna nei suoi angoli di competenza, ci hanno aiutato molto in questo processo.

Non nego che non sia banale identificare queste risorse, perché tipicamente arrivano da realtà molto strutturate e l’adattamento alla startup non è semplice. Se si trova il giusto fit, l’occasione di imparare e il valore che si genera è tuttavia sicuramente bivalente».

Un aspetto positivo di lavorare in una startup?

SP: «L’ambiente è solitamente molto bello, giovane, positivo, con persone motivate, molto skillate, con numeri in crescita veloce (per una startup è abbastanza normale crescere del 200-300% l’anno). Si lavora con prodotti, servizi, modelli di business nuovi, si impara molto. Se poi avete la fortuna di entrare in un’azienda che diventa un unicorno, vi ritrovate ricchi».

E un aspetto negativo?

SP: «La startup è un’azienda fragile, rischiosa: potrebbe non funzionare e le vostre stock option non valere nulla».

Un consiglio per un manager che vuole entrare in una startup?

SP: «Non pensate di andare a fare il capo solo perché avete più anni di esperienza dei colleghi! E poi, mettetevi in testa che siete lì per far succedere le cose velocemente, non per produrre documenti in powerpoint: rispetto a una grande corporate, in una startup serve più azione e meno analisi».

Consiglierebbe una carriera in una startup?

SP: «Oggi si dice che i bravi manager dovrebbero avere un’attitudine un po’ imprenditoriale: la startup è una bella palestra».

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