Mary Poppins: una lezione di vita e di management!

La storia è un dialogo tra quello che funziona o non funziona ieri e oggi nella vita e nel lavoro

L’altra sera ho assistito alla rappresentazione del musical Mary Poppins al Teatro Nazionale di Milano. Che dire? Bello e molto più! Perché eravamo 1.500 amici e manager associati a Manageritalia Lombardia, perché la storia, come ben sa chi la conosce e ha visto il film, è un dialogo tra quello che funziona o non funziona ieri e oggi (e domani?) nella vita e nel lavoro, perché…

Ma, passiamo alla storia. Il padre e manager bancario signor Banks è tutto preso dal suo lavoro, considera la moglie Winifred un soprammobile e i figli Jane e Michael una rottura di scatole. Tutto anche in famiglia deve funzionare come in banca: efficiente e asettico. Ma un giorno la tata Mary Poppins si inserisce in questa famiglia anaffettiva, rigida e severa scompaginando tutto e dando sponda e modo a moglie e figli di rompere l’accerchiamento del padre ed essere finalmente una famiglia felice. Tirando fuori di fatto il tanto di buono che c’era dentro quel padre, affossato da un’educazione e una tata repressivi.

Esplicativi soprattutto alcuni passaggi e personaggi. Mary Poppins che, al colloquio con il signor Banks per la selezione delle aspiranti tate, ribalta le posizioni ed è lei a esaminare il datore di lavoro e a comunicare che farà un periodo di prova di una settimana, per poi decidere se accettare o meno il posto (un chiaro riferimento al fatto che oggi i talenti dobbiamo conquistarli e aziende e persone, manager e collaboratori devono reciprocamente darsi valore).

Sempre Mary Poppins, poi, stravolge l’organizzazione della casa e del vivere quotidiano spazzando via rigidità e chiusure con i loro opposti e mettendo regole, responsabilità e obiettivi quale nuovo ordine di un vivere intelligente e partecipato (aziende e organizzazioni che devono essere sempre più smart e agili).

Il signor Banks, vittima di un’educazione repressiva e di una visione della vita e del lavoro triste, burocratica…, ha però ben vivo nel profondo qualità oggi indispensabili: valutare gli affari e le persone sulla base dell’attenzione e del valore che hanno e ripongono nei loro simili (le risorse umane al centro).

Winifred, la moglie soprammobile, che lasciata libera di esprimersi rivela tutto il suo valore (i talenti inespressi e castrati).

Jane e Michael, i figli, considerati “pestiferi”, che tali non sono e diventano partecipativi e collaborativi appena li si coinvolge e si dà loro un ruolo (la gestione delle persone, ma anche l’impegno e il mettersi in gioco che tutti dobbiamo agire).

E da ultimo, ma non per ultimo Bert, il divertente spazzacamino amico di Mary che rompe schemi e tradizioni facendola viaggiare insieme ai bambini con la fantasia attraverso i suoi disegni (creatività, rottura degli schemi e innovazione come leva per il cambiamento).

Poi la storia ci dice tanto anche su work-life balance, necessità di metterci del nostro ecc. E pensare che il racconto si ambienta in un’Inghilterra vittoriana criticando quella società particolarmente austera. Certo da là a qua siamo migliorati, ma molto resta ancora da fare sul lavoro, in famiglia e nella società.

Allora buone feste, andate a vedere il musical e/o il film e in ogni caso vivete lavoro e vita alla Mary Poppins.

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