Le riunioni di lavoro con persone provenienti da diversi paesi vengono comunemente svolte nell’unica lingua franca oggi riconosciuta anche nel mondo degli affari: l’inglese. Se ci pensiamo, è una benedizione: un’unica lingua per parlare di lavoro compresa – più o meno – da tutti. Solitamente se non si è tra madrelingua si utilizza un livello linguistico standard: pochi phrasal verb, strutture grammaticali o espressioni semplificate. Eppure, soprattutto quando queste riunione vengono fatte via Skype, i problemi di comprensione sembrano accentuati.
Secondo Waine Turmel, cofondatore del Remote Leadership Institute, sarebbero gli americani i primi ad avere qualche difficoltà con gli accenti stranieri e a chiedere in queste occasioni di ripetere ciò che non capiscono. Per Turmel è una conferma del “provincialismo” statunitense, dove le persone che parlano solamente l’inglese costituiscono la maggioranza. Quali consigli allora per non perdere tempo e, soprattutto, evitare imbarazzanti e problematici misunderstanding?
1) Utilizzare una webcam: utile per poter leggere il labiale e interpretare in modo più immediato ciò che si sta esprimendo, capendo anche l’eventuale ironia data da un sorriso o uno sguardo.
2) Utilizzare la chat: è molto più semplice comprendere l’inglese scritto anziché quello parlato, soprattutto se non si è un “native speaker”. La chat privata è altrettanto pratica nello scambio di messaggi con singole persone presenti all’incontro, per evitare l’interruzione della riunione e chiedere maggiori chiarimenti o informazioni.
3) Chiedere di ripetere riformulando il concetto con parole proprie: è molto meglio essere sicuri di aver capito bene domandando questa cortesia, anziché recepire un’informazione sbagliata. Un modo gentile per ottenere una conferma di quanto si è ascoltato può essere quello di riformulare con parole proprie il concetto espresso da un partecipante della riunione.