Networking, metacompetenza imprescindibile

Al prossimo Friday's Manager, il 13 maggio, riflettori puntati su questo asset prezioso e intangibile

Il 13 maggio, online, il prossimo appuntamento di Friday’s Manager di XLabor, la divisione di Manageritalia dedicata al mercato del lavoro. Un focus sul networking, offline e online. Ne parliamo con l’ospite dell’appuntamento, Marco Vigini, Founder Bnet2Connect, Networking trainer & advisor.

Quando parliamo di networking a cosa ci riferiamo?
«Il networking è il nostro capitale sociale, un prezioso e intangibile asset. Il networking è rappresentato dal nostro sistema di relazioni e cioè da tutte le persone che si conoscono, sia a livello di relazioni consolidate (legami forti) che a livello di relazioni frequentate occasionalmente (legami deboli) o che si sono perse nel tempo, che poi sono la prevalenza. In un mercato in rapida evoluzione e sempre più interconnesso, il networking, sia offline che online, è ormai una metacompetenza imprescindibile per ogni professionista e azienda e sarà sempre più la chiave per leggere e interpretare le organizzazioni del futuro».

Quali sono gli ambiti di applicazione e i vantaggi di questa metacompetenza?
«Grazie al network le capacità di una persona possono elevarsi in modo esponenziale, L’Io elevato alla potenza del Noi, che ci ricorda Reid Hoffman (cofondatore LinkedIn). Il networking, se ben governato, ha enormi vantaggi in tutta la filiera professionale (oltre che personale) perché ci consente tra le altre cose di intercettare e sviluppare nuovo business e opportunità; ottenere informazioni per prendere delle decisioni; veicolare la propria immagine e brand; connettersi a chi ha più esperienza di noi; realizzare ogni obiettivo che necessità del supporto di altri; condividere la propria esperienza e arricchirsi dall’esperienza altrui; ottenere il lavoro che si desidera intercettando il mercato sommerso grazie alla propria rete informale; confrontarsi e scambiare idee e in generale trovare spunti per una crescita professionale e umana».

Come fare networking? Quali le caratteristiche di un networker?
«Prima ancora di un insieme di tecniche, occorre cogliere e agire lo spirito del networking in cui tali tecniche vanno inserite per potersi esprimere nella loro potenzialità. Pensare e progettare instancabilmente valore per l’altro (e poi per sé) dovrebbe far parte del “DNA” di un networker, interpretando l’acronimo Dynamic Networking Ability di chi vive e sente il networking come filosofia di vita, spirito di servizio per gli altri, amore delle connessioni e dello scambio genuino, creazione di ponti e opportunità con tutto il proprio ecosistema relazionale».

Qual è l’anima più vera e valoriale del networking?
«Grazie al network potremmo accedere a una potenziale grande ricchezza, ma questo avviene in rari casi, perché non sempre agiamo la nostra rete con il giusto atteggiamento mentale. L’aspetto etico profondo che costituisce il segreto del networking è il ribaltamento della logica “utilitaristica” nell’approccio agli altri: va cambiato il registro e l’atteggiamento push diffuso e prevalente (che allontana l’interlocutore) va sostituito con la creazione di vero valore e doni, unici abilitatori per consolidare i legami nel tempo».

Ecosistema relazionale online: come è cambiato e sta cambiando il modo di fare networking anche grazie all’online?
«LinkedIn è la più grande piattaforma professionale al mondo e per la prima volta nella storia dell’umanità possiamo potenzialmente entrare in contatto con chiunque così come mostrare, grazie alla nostra vetrina personale (che va ben allestita), chi siamo e che valore siamo in grado di portare nel mercato di riferimento. In una società sempre più guidata dai social e accelerata dal digitale il networking fa parte delle meta competenze più “ricercate”anche per l’impatto sulla nostra visibilità, oltre a farci accedere in modo rapido e sistematico a tantissime informazioni, impensabili sino a pochi anni fa».

Il colloquio di networking: potremmo dire che il network logora chi non sa come agirlo?
«Il network non è mai statico, ma dovrebbe allargarsi a nuove relazioni, da costruire ex novo ogni giorno anche online e tutto questo processo non può che transitare da un colloquio. Il colloquio di networking non è improvvisazione ma richiede competenze avanzate in termini di capacità di creare una relazione, valore e ingaggio con il mio interlocutore. Per progettare valore occorre conoscere il nostro interlocutore e questo implica un livello avanzato di mappatura dell‘interlocutore. Grazie al colloquio, calandosi in una nuova prospettiva e indossando nuove lenti, sarà possibile guardare qualsiasi persona come un potenziale centro nevralgico di relazioni. Se il colloquio genererà l’effetto WOW sarà naturale creare nuove occasioni di contatto e aggiornamento nel tempo».

Guardando avanti, cosa dobbiamo fare come manager/professionisti per rafforzare questa metacompetenza ormai indispensabile nell’attuale scenario? Quali nuove frontiere del networking?
«In questo nuovo scenario post pandemia si sono amplificate le possibilità di agire nuove relazioni/conversazioni e creare opportunità e scambi di valore, ma molto questo dipenderà dalla proattività del professionista, all’interno ed esterno dell’azienda. Nel networking online chi riuscirà a creare e condividere materiali validi e interessanti attraverso un efficace ingaggio e story telling (che poi è il nostro capitale narrativo) avrà tutto ciò che serve per essere visibile e apprezzato dalla rete e si guadagnerà la “battaglia” dell’attenzione. Non dovremo però mai dimenticarci di valorizzare la relazione fisica: una genuina e sana stretta di mano non passerà mai di moda e rimarrà fondamentale anche in quest’epoca “rivoluzionata dai social e dal digitale”. Messaggio finale: ricordiamoci sempre di allenare ma soprattutto mantenere costantemente «caldo» il «muscolo» del networking».

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