Non è un gioco da femmine

Alcune manager donna che conosco mi hanno parlato della sindrome da “effetto sorrisino”.

Quando entrano per la prima volta in un consiglio di amministrazione vengono accolte da una schiera di uomini che, molto gentilmente, danno loro il benvenuto con un “sorrisino” accondiscendente.

Sono tutti manager navigati, sanno che le donne hanno diritto di sedere in Cda perché sono brave, preparate, magari pure piacevoli da avere intorno al tavolo, però… però non sono proprio parte del gruppo.

Non è certo perché in attesa del Cda non sembra più appropriato parlare dell’ultimo modello di Audi o del campionato di calcio. Non è neppure perché in cuor loro pensano che le nuove colleghe starebbero meglio a casa a far la calzetta. Non scherziamo, molti di questi manager sono promotori in prima persona delle donne.

Il punto è che, quando per la prima volta una donna entra nel Cda, al di là di qualsiasi valutazione di merito, semplicemente la percepiscono diversa da loro, appunto perché è una donna!

Insomma, un po’ come quando da bambine ci avvicinavamo ai maschi che giocavano a pallone e ci veniva detto “non è un gioco da femmine”.

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