Organizzazioni positive: business e felicità

Sma Italia e Cfmt: un progetto di trasformazione per una leadership efficace che mette le persone al centro

I nostri sistemi sociali e organizzativi sono in crisi e infelici, riconosciamolo. La pandemia ha scoperchiato il vaso di Pandora e le successive crisi sono esplose con effetti dirompenti. Le ricerche fotografano uno scenario di malessere nella vita e nel lavoro. È innegabile un crescente disingaggio reattivo: la crescita dei Neet, il fenomeno della Great resignation, la Yolo economy sono alcune delle espressioni più evidenti di questo fenomeno. E in Italia? Le ultime fotografie parlano chiaro. Il nostro paese è in pole position per stress e depressione, soffrono più le donne per disparità di genere e i giovani per incertezza sul futuro e solitudine (Mind Health Index – Axa e Ipsos). Il 46% dei lavoratori è insoddisfatto, ha cambiato lavoro negli ultimi 12 mesi o ha intenzione di farlo (Hr Innovation practice – Polimi). Emerge un problema di successione manageriale, si sceglie di restare individual contributor per evitare maggiore pressione, stress, ore di lavoro (Visier Research). Infine, secondo il Global Workplace Report (Gallup), il senso di appartenenza all’azienda in Italia è del 5% (14% in Europa).

Perché investire sulla felicità

La cultura tradizionale della nostra società e i modelli piramidali delle nostre aziende hanno premiato l’apparire, il potere e la forza, il lavoro come fatica e presenzialismo. La velocità iperbolica della tecnologia non ha rispettato i tempi del capitale umano. Le risorse, chiuse nei silos funzionali, dipendenti da stili di comando e controllo, hanno stratificato sfiducia, aggressività, conflitti, separazione.

Facciamo due conti: conviene investire sulla felicità? Sì, decisamente. Secondo una ricerca dell’Università di Warwick, le persone felici al lavoro rendono in media il 12% in più, fino al 20%. Una ricerca di Gallup rivela come le organizzazioni positive sviluppano + 300% di capacità di innovazione. Uno studio McKinsey mostra come le aziende con una strategia di wellbeing ben definita possono aumentare l’ebitda fino al 18%. Secondo un’indagine di Raj Sisodia, le aziende gentili aumentano benessere e produttività tra il 10 % e il 30%. Il prezzo da pagare per le organizzazioni che non puntano sulla felicità dei propri lavoratori appare elevato: il costo di un collaboratore infelice incide fino al 34% del salario annuo (Forbes) e il basso ingaggio e la demotivazione hanno un impatto sul calo di fatturato del 32,7% e di produttività del 18% (Hbr).

Le organizzazioni positive: un nuovo modello culturale evolutivo basato sui principi della scienza della felicità

Un grazie all’Italian Institute for Positive Organization e a 2bhappy Culture Company per la certificazione Chief Happiness Officer e Genio Positivo: serendipity su questi temi di frontiera. Già, perché quando parliamo di felicità tendiamo a riconoscere solo la dimensione “edonica”, fugace e legata alla sola soddisfazione delle aspettative, delegate a fattori esterni, alla ricerca compulsiva di beni materiali. Esiste anche la felicità “eudaimonica”, più consapevole e sostenibile nel tempo, basata su stili di vita e comportamenti intenzionali positivi.

La scienza della felicità ci offre quattro pilastri fondanti: fisiologia, per sviluppare + chimica positiva e – chimica negativa; consapevolezza, per sviluppare + essere – fare/avere; socialità, per sviluppare + noi – io; competenza, per sviluppare + disciplina – caos.

Le organizzazioni positive esistono ed esprimono un nuovo livello culturale con credenze evolutive più efficaci. Sono ispirate da un proposito a lungo termine (for profit + for benefit) e il top management fa della felicità una strategia organizzativa e leva di crescita sostenibile. Le stesse sviluppano leader positivi che, con esempio e coerenza, si prendono cura di tutti gli stakeholder dell’ecosistema. Le persone, sicure e connesse, trovano senso e fioriscono insieme

Il progetto Sma Italia di TrasFormAzione Positiva: una possibile roadmap per iniziare

Sono grata a Valerio Natalizia e a tutto il team Sma Italia per aver accolto con curiosità questo percorso e a Cfmt per averlo reso possibile. Gli obiettivi del nostro patto sono stati: conoscenza strutturata di dati e ricerche sulla Sdf (scienza della felicità) e le org + (organizzazioni positive); aggiornamento professionale sui nuovi modelli culturali +; energy management e individuazione del proprio wellbeing fit; stato evolutivo della leadership + sui tre livelli: self, team, organizational; un nuovo framework ecosistemico per leggere le dinamiche; connessioni e correlazioni tra org + e redditività aziendale; buone pratiche di org + locali e internazionali; survey quali-quantitative, elaborazione della matrice Kiss, co-progettazione piano X+1. La metodologia e gli strumenti sono sintetizzati nella roadmap del percorso (vedi immagine sotto). E la storia continua… ascoltiamo la voce diretta dei manager!

Le testimonianze dei magnifici 7: il leadership team di Sma Italia!

“Mi sono avvicinato a questi temi dopo un corso interaziendale al Cfmt, scoprendo quante cose non valorizzavo per la frenesia! L’importanza della gratitudine, l’ascolto per il supporto alle persone, la gestione delle emozioni da non soffocare, la scelta del tempo da dedicare alle cose veramente importanti, la cura di sé per potersi poi occupare degli altri… Tutto questo richiede disciplina per imparare a mettere a terra quanto appreso. Il motto che mi ha colpito di più è: “Lo sai… ma lo fai? Nel percorso abbiamo visto diverse tecniche di energy management per praticare la felicità al lavoro. Con questo proposito ho avviato il progetto in Sma Italia coinvolgendo il top management, per acquisire una nuova cultura e per sviluppare stili di leadership positiva, per attivare maggiore resilienza nei periodi più difficili della vita aziendale’’. Valerio Natalizia – Managing Director 

“L’organizzazione è fatta da persone e ruoli diversi in azienda, nel team e tra pari. Creare armonia nella diversità, nello stesso contesto, presuppone partire da noi stessi, domandarci cosa posso fare io, come posso agire nel mio spazio e trasformare queste azioni in esempio per gli altri? Coerenza, rispetto, fiducia nutrono un ambiente dove le persone stanno bene e possono sentirsi felici”. Simona Plebani – Area HR 

“Nel percorso ho sviluppato consapevolezza sulle cinque dimensioni del benessere, comprendendo che non possiamo essere presenti sempre al servizio di tutto e di tutti. Mi sono focalizzato sulle emozioni, sul valore delle persone del mio team, sul contributo del Leadership team per trasformare positivamente le dinamiche quotidiane. È necessaria pratica e disciplina, sono felice di festeggiare insieme i piccoli passi di miglioramento”. Rodolfo Salvaneschi – Area Finance

“Il percorso ha risvegliato in me la consapevolezza della differenza sostanziale tra sapere e fare. Ho visto l’importanza e l’impatto di nuovi stili culturali manageriali. Il valore della gentilezza, dell’ascolto e del feedback: ingranaggi di un motore che influisce in modo significativo sui numeri del business. Ho approfondito alcune tecniche, oltre lo scetticismo con curiosità, utili come leader e come persona, pratico e vedo i primi risultati’’. Attilio Bragheri – Area Ingegneria e Gestione progetti

“Trasformazione positiva è stata l’occasione per prendere coscienza di come sono fatto e di come mi comporto, con un obiettivo chiaro: mettermi in gioco come persona. Il desiderio di riscoprire il proposito che mi guida con un aiuto interessante a fare chiarezza in un momento particolare della mia vita personale e aziendale, nelle quali fino ad oggi il leit motiv è sempre stato “mai mollare” e ora accetto la resa a quello che c’è e non posso cambiare’’. Massimo Bracchi – Area Sales

“Quello delle organizzazioni positive è per me un nuovo paradigma con cui approcciare il tema della leadership. Ho imparato che la felicità è una competenza e come tale va studiata e allenata. Ho avuto modo di mettere in pratica alcuni modelli, come la finestra di Johari e la matrice Kiss, che mi hanno permesso di lavorare sulla self-leadership e sulla relazione intra gruppo con ottimi risultati”. Marco Risolo – Area Service

“Attraverso questo percorso ho capito che guardarsi dall’esterno è molto importante: un mix di facilitazione di gruppo, coaching individuale e buddy coaching consente di osservare diverse prospettive di “noi stessi”, spesso mai esplorate. Ho apprezzato molto il focus sull’acquisire e praticare abitudini positive. Il percorso per la felicità e per abbattere le credenze è ancora lungo, oggi riconosco il merito e festeggio i risultati raggiunti’’. Chiara Marchese – Area Marketing

Si chiude un ciclo e… ora lo sai? …ora lo fai?

Concludo con l’augurio e la speranza che questa lettura sia di ispirazione per molti manager e organizzazioni, che ogni persona in ogni sistema sociale trasformi i propri stili di vita per rigenerare benessere e felicità al servizio della crescita sostenibile per tutti!



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