Paolo De Nadai: il successo di un giovane imprenditore

A 19 anni lancia ScuolaZoo, rendendola il fenomeno da 4 milioni di utenti che è oggi. Nel 2017 fonda WeRoad, scaleup con uffici a Milano, Londra, Madrid e Barcellona. Oggi continua ad essere il motore dell’innovazione e della cultura aziendale del Gruppo guidato sempre dallo stesso obiettivo: fare impresa, mettendo le #NuoveGenerazioni al centro. Non a caso, l’età media dei 240 colleghi di OneDay è di soli 30 anni. Come scout, infine, crede nell’insegnamento di Baden Powell: “Se la strada non c’è, inventala!”…

In poco tempo ha fatto di un’idea nata a scuola un vero e proprio business. Come è avvenuto questo salto nel mondo del lavoro?
«Durante il mio esame di maturità il professore d’italiano si è addormentato, un fatto inaccettabile e irrispettoso. Ho scattato una foto e l’ho pubblicata su un blog che gestivo con dei miei amici come denuncia di un caso di malascuola ed è diventata virale. In quell’istante ho capito quanto fosse importante dare voce a noi studenti: nel 2007 è nata ScuolaZoo, diventata in poco tempo la community di studenti più grande d’Italia (oggi conta oltre 4 milioni di follower). Negli anni successivi, grazie all’aiuto dei 250 colleghi che oggi lavorano in OneDay, abbiamo allargato il nostro impatto fuori dalla scuola andando a innovare il mondo del turismo organizzato, delle agenzie di comunicazione, degli eventi e dell’approccio direct2consumer, le 5 aree su cui oggi sono attive le società del gruppo OneDay».

Visto il suo percorso, quali consigli si sente di dare a tutti i giovani che oggi si stanno affacciando al mondo del lavoro? Quale mentalità devono adottare?
«Provate, osate, fallite anche, ma fatelo sempre con passione e con la vostra visione. Costruite la vostra attività in modo umano, puntando sulle relazioni, perché non si vince mai da soli, ma lavorando insieme. Solo così potrete essere sempre più liberi di esprimere le vostre potenzialità, e magari anche diventare dei leader che possano ispirare gli altri».

Più volte ha sottolineato come in OneDay ricerchiate nei candidati energia e creatività più che esperienza, vista anche l’età di chi lavora con voi. A quali vantaggi porta questa scelta?
«La vera forza di OneDay è proprio quella di formare e credere nei giovani talenti: è per questo che riteniamo sia un valore aggiunto, e non un limite, il fatto che l’età media del team sia di soli 30 anni. Il mondo del lavoro per rinnovarsi e svecchiarsi deve per forza avere fiducia nei giovani, affidarsi a loro e alle loro competenze. D’altronde oggi ci sono professioni che alcuni anni fa nemmeno esistevano e su cui le nuove generazioni sono più portate. Mettere le persone al centro significa non porsi dei limiti anagrafici, incoraggiarsi a vicenda, spingersi sempre a dare il meglio, a osare, a condividere. Il nostro business richiede molta energia e creatività, ma ogni giorno vediamo l’azienda crescere e le community dei nostri brand riconoscerci l’impatto ampio e positivo che il nostro lavoro ha sulla loro quotidianità. Impagabile!».

Trattandosi di una scelta non convenzionale, crede che possa essere un filtro di selezione utile anche in altre realtà aziendali?
«Questo è il nostro modo di essere e di fare, siamo giovani e lavoriamo per i giovani, in un Paese che troppo spesso si dimentica delle nuove generazioni. I giovani sono il futuro e la loro valorizzazione è essenziale per qualunque realtà aziendale che desidera portare freschezza e innovazione all’interno della propria attività».

Il vostro target è giovanissimo e legato a modalità di comunicazione in continuo movimento (ad es. i social network). Come riuscite a stare al passo?
«Siamo sempre in anticipo rispetto ad altri semplicemente perché viviamo la GenZ ogni giorno, parliamo il loro linguaggio e condividiamo gli stessi interessi e problemi. Per quanto riguarda i social, bisogna essere bravi a resistere al cambiamento dell’evoluzione continua. Ci vuole velocità d’azione: con TikTok, ad esempio, abbiamo coinvolto da subito i membri più attivi della nostra community per trasformarli in creator del brand, e oggi con ScuolaZoo siamo diventati l’editore italiano con più seguito su TikTok: oltre 700mila follower!»

Nel vostro percorso di sviluppo vi siete affidati a figure manageriali?
«Certamente, infatti il primo passo per diventare una grande azienda lo abbiamo fatto quando è entrato come azionista e amministratore del gruppo Mattia Riva. Forte delle sue esperienze precedenti in Bain e come ceo di Westwing in Italia, ha permesso a OneDay di introdurre un forte management system capace di farci fare un salto di qualità e di avviare il percorso verso lo scale-up aziendale».

È da poco passata la legge sul gender pay gap, è un tema su cui siete sensibili?
«Siamo sensibili a tutti i temi che riguardano inclusion & diversity. Abbiamo un team dedicato ai progetti Csr di gruppo e siamo attivi su numerosi fronti per rendere tangibile la nostra vision: avere un ampio, positivo e duraturo impatto sulle persone e sul mondo mettendo le nuove generazioni al centro».

Quanto conta il welfare aziendale nella vostra azienda?
«Conta moltissimo. Crediamo in un piano di welfare che metta al centro la persona e che sostenga i progetti dei nostri giovani team member. Ad esempio, sappiamo quanto sia difficile comprare casa, creare una famiglia e conciliare la vita familiare con l’ambizione professionale, e per questo prevediamo un bonus di 1.000 euro per il matrimonio o l’unione civile, un contributo di 300 euro al mese per tre anni (10.800 euro totali) per tutti i neogenitori e un supporto lato mutuo e notaio per l’acquisto della prima casa: vogliamo essere al fianco di ogni giorno speciale (OneDay) del nostro team».

Vi definite un “acceleratore di altre startup dal Dna simile al vostro”. Cosa intende?
«Non siamo una semplice holding. I nostri team abilitano il potenziale e accelerano la crescita delle company grazie all’approccio e al knowhow maturato negli anni: qualsiasi sia il progetto e l’idea, mettiamo a disposizione il team più adatto alla realizzazione degli obiettivi. Dal kick-off al go-live del progetto, ci impieghiamo solo 3 mesi, con più di 20 consulenze attive e 4 fasi di progetto. Ci mettiamo a disposizione di aziende che condividono il nostro approccio smart e informale, con l’ambizione di rivoluzionare il settore. Il nostro C30, in viale Cassala 30 a Milano, è un polo multifunzionale con 320 postazioni e 26 iconiche sale riunioni, e accoglie tutte le esigenze di aziende e professionisti di nuova generazione: basta farsi un giro nel Virtual Tour dei 4100mq del building per rendersene subito conto».

Che visione hanno oggi i giovani del mondo del lavoro? Che cosa si aspettano?
«Le nuove generazioni scelgono ambienti lavorativi in cui è presente e attivo un senso di fiducia tra azienda e lavoratore, e in cui è visibile l’attenzione ai nuovi bisogni. L’era del cartellino è finita: adesso si lavora per obiettivi e senza orari fissi. Dopo lo sdoganamento dello smart working e dopo le prove fatte in Islanda, Belgio e Scozia di settimane corte composte da soli quattro giorni di lavoro, non si ragiona più in termini di ore passate alla scrivania, ma a migliorare le performance per il raggiungimento degli obiettivi comuni. Noi sposiamo a pieno questa visione del lavoro e infatti abbiamo da tempo abolito il cartellino, diamo libertà totale tra smart working e lavoro in presenza e dal 1° febbraio di quest’anno abbiamo deciso di adottare un sistema di ferie libere, affinché ciascun team member organizzi il tempo-lavoro e il tempo-riposo in modo libero e senza vincoli. Finalmente diventiamo al 100% imprenditori di noi stessi e della nostra carriera, e miglioriamo il work-life balance».

Manageritalia da anni, con i suoi manager, supporta l’orientamento e l’inserimento dei giovani nel mondo del lavoro con specifiche iniziative. Per rafforzare questa azione ha lanciato la piattaforma Un ponte sul futuro. Che cosa ne pensa di questo supporto disinteressato da parte dei manager?
«Un’iniziativa lodevole. Quello della formazione è un tema molto importante per noi: bisogna contrastare la disoccupazione giovanile e favorire la crescita professionale dei più giovani. Per questo anche noi investiamo più di 7.000h all’anno in academy di formazione interna. Siamo pronti a unire le forze con la vostra piattaforma “Un ponte sul futuro”!».

Si vocifera che stiate per lanciare un nuovo progetto. Ci può dire qualcosa al riguardo?
«Non ci fermiamo mai, questa è la nostra forza! In OneDay c’è sempre qualcosa che bolle in pentola: vi do un suggerimento, la parola chiave è il food. Seguiteci sull’Instagram di @oneday_group per scoprire di cosa parlo».

Foto in alto: Paolo De Nadai, classe 1988, presidente di OneDay Group e fondatore di ScuolaZoo & WeRoad.

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