Regus: dagli uffici alla community

In tempi di smart working cosa significa lavorare negli spazi di lavoro in condivisione e flessibili? In occasione dell'inaugurazione di oggi del nuovo spazio a Milano, in via Uberto Visconti di Modrone 15, ne parliamo con Mauro Mordini, country manager della multinazionale in Italia

Come sta evolvendo il mercato italiano degli spazi di lavoro in affitto e sharing? 

Il mercato degli spazi di lavoro flessibili nel nostro paese non è di certo nato oggi: noi di Regus infatti siamo presenti in Italia fin dal 1997. Tuttavia, il segmento ha subito una fortissima accelerazione negli ultimi 4 anni, come il nostro stesso trend di crescita testimonia: nel 2014 gestivamo in Italia circa 10 spazi, ora contiamo di arrivare a 50 unità entro la fine dell’anno. Assistiamo a una vera e propria evoluzione, non solo numerica, ma anche qualitativa: le soluzioni offerte si sono aggiornate, dando vita a una visione di community, che significa vivere il luogo di lavoro flessibile non solo come spazio, ma anche come comunità di individui che fanno business.
Quali le nuove proposte per una clientela sempre più diversa e esigente? 
Si è arricchito il panorama di mercato, l’offerta è cresciuta e si è differenziata maggiormente rispetto al livello standard iniziale. Come accennato, la nostra visione è quella della creazione di una vera e propria community di lavoro: non solo uffici, ma un luogo dove mettere in atto attività di networking e intercettare opportunità di collaborazione e sviluppo del business. Per questo attualmente il nostro pubblico di riferimento è vasto e più variegato rispetto al passato. Abbiamo le startup, culturalmente predisposte alla condivisione degli spazi, maggiormente sensibili alle voci di costo e al risparmio nell’organizzazione del business, ma anche Pmi e singoli professionisti, freelance di tutte le categorie di servizi alla ricerca di un luogo in cui sviluppare l’impresa in maniera smart. Si rivolgono a noi però anche le multinazionali e i grandi gruppi, che spesso e volentieri considerano gli spazi di lavoro flessibili come servizio di gestione uffici in outsourcing, affittando piani o interi business center. 
Quindi oggi siete in grado di coprire dal minimo spazio per un freelance a un’azienda con parecchie persone? 
I nostri servizi si rivolgono a tutti i tipi di business, da zero a infinite risorse. La nostra forza è la flessibilità del servizio: si può usufruire dei nostri spazi per anni, oppure solo per poche ore. Si può attivare un contratto a tempo per avere una filiale commerciale in un’altra città, anche solo per la durata di un singolo progetto. Si può stipulare una membership che permetta di lavorare in uno qualsiasi degli spazi Regus in Italia e nel mondo senza vincoli o ancora attivare quello che noi chiamiamo “ufficio virtuale” in contrapposizione allo spazio fisico.
Di cosa si tratta?
È una domiciliazione postale e telefonica che permetta di stabilire la sede legale del business in uno dei nostri spazi, pur senza essere fisicamente presenti. Con la comodità di poter prenotare una sala riunioni in loco e accogliere in qualsiasi momento clienti e fornitori. Insomma, un servizio davvero su misura rispetto alle singole esigenze.
Chi è oggi il vostro cliente tipo? 
Il nostro modello di concezione degli spazi ci permette di rispondere in maniera efficace alle esigenze di molteplici operatori. Come detto, startup, freelance e professionisti, Pmi e multinazionali, di qualsiasi categoria merceologica: chiunque si occupi di servizi e cerchi un ufficio. Nei nostri spazi ospitiamo molti business del settore Ict, consulenza nel marketing, finance, avvocatura, design e moda, in crescita, fino al manifatturiero alla ricerca di una sede di rappresentanza o commerciale.
Oltre ai servizi d’ufficio, quali sono i vantaggi di essere in una struttura che accomuna tante realtà? 
Lavorare a stretto contatto con altri professionisti che possono potenzialmente diventare partner, collaboratori, clienti o fornitori è senz’altro un’opportunità. Una visione che nasce negli spazi Regus, ma che si sviluppa in maniera ancora più marcata nei nostri space, edifici interi votati alla co-abitazione e alla collaborazione, grazie all’organizzazione di eventi collaterali, anche di formazione e aggiornamento. Eventi pensati proprio per incontrarsi e per vivere il building in maniera più forte, non come semplice luogo in cui esercitare la propria professione. 
In questo mercato l’offerta italiana è al pari con quella delle maggiori città europee e mondiali in termini di tipologia di servizio o all’estero hanno servizi e/o esigenze diverse? 
A livello di proporzioni tra dimensioni della città e dei business esistenti e numero di spazi Regus, direi che siamo assolutamente in linea con le principali città europee. Soprattutto negli ultimi 4 anni, tale allineamento si è rafforzato rispetto al passato. In Italia, Milano è senz’altro la città più avanzata in questo senso. In termini di numeri assoluti, però, il mercato italiano è ancora contenuto e ricco di opportunità di sviluppo. Assistiamo, comunque, a una considerazione degli spazi di lavoro flessibile come fenomeno mainstream rispetto al passato: culturalmente il servizio sta esplodendo, anche le aziende italiane stanno digerendo la trasformazione in atto. Possiamo dire che la resistenza per così dire sistemica delle aziende italiane è vinta, anche la pubblica amministrazione è sempre più attenta al fenomeno e non disdegna gli spazi di co-working come soluzione, seppur temporanea, alle sedi di lavoro di proprietà, in caso di inagibilità o ristrutturazione degli spazi “classici”. Nell’ultimo anno, la domanda di questo tipo di spazi in Italia è praticamente raddoppiata, segno di un paese al passo con i tempi. 
Nei confronti di un giovane o di un over che oggi voglia mettere in piedi una startup e/o fare il free lance come vi ponete? 
Ci mettiamo a sua completa disposizione per rispondere nella maniera più efficace alle sue esigenze concrete. Offriamo differenti soluzioni in termini di spazio perché la location del proprio business rimane comunque un fattore importante per intercettare i giusti interlocutori. Senza trascurare le soluzioni migliori in termini di costi. Startupper e freelance devono considerare che lavorare in uno spazio Regus non è la stessa cosa che lavorare da casa, perché da noi il business si apre più facilmente verso l’esterno. Gli spazi di lavoro flessibile, in ogni caso, sono sempre più appannaggio di enti diversi dal semplice freelance o professionista che lavora in autonomia.
Come vede il futuro dell’ufficio? 
Grandi aziende metteranno a disposizione dei dipendenti degli spazi “core” aziendali, in cui recarsi pochi giorni alla settimana, per incentivare poi il lavoro in mobilità. E qui entra in gioco Regus.
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