Riprendiamoci il turismo: Maurizio Rossini (Trentino Marketing)

Le azioni in atto per la ripresa di un settore chiave del nostro Paese. La parola ai manager

Manageritalia vuole parlare dei vari comparti e territori del turismo italiano con una serie di interviste a manager di aziende e organizzazioni dell’intero settore (alberghi, cultura, leisure, agenzie viaggi ecc.) per cogliere le azioni in atto per la ripresa. Una ripresa che ci vedrà tutti protagonisti, come operatori o come turisti. Intervistiamo oggi Maurizio Rossini, ceo Trentino Marketing.

Quanto ha pesato la crisi in atto sulla sua azienda/organizzazione e, in generale, sul turismo del suo territorio?
«La crisi in atto ha purtroppo avuto delle conseguenze negative sui flussi turistici nella provincia di Trento. Se facciamo riferimento ai numeri, rispetto al 2019, il 2020 ha registrato un calo del 36% sugli arrivi e, se consideriamo esclusivamente l’estate 2020, rispetto a quella del 2019, abbiamo un -30%. Per non parlare del fatto che, come noto, la stagione invernale 2020/21 non è proprio esistita. Il turismo estivo, principalmente nazionale, a partire da luglio 2020, ha permesso alle zone montane di avere buoni risultati; non così per laghi e zone urbane. Sulla nostra azienda la crisi non ha agito in modo significativo, nel senso che siamo stati in grado di rimanere attivi nella comunicazione e, in particolare, nel supporto agli operatori, pur non potendo mettere in atto tutta una serie di attività tradizionali».

Come avete fatto fronte sino ad oggi alla crisi?
«Come accennato sopra, a livello aziendale, abbiamo rivisto attività e funzioni, chiedendoci come potevamo essere utili al nostro territorio e ai suoi operatori turistici. Non è stato semplice, tuttavia il personale si è dimostrato pronto e flessibile ad adottare nuove modalità lavorative (smart working, video call, fiere virtuali…), mantenendo sempre il giusto entusiasmo. Abbiamo rinforzato le attività di digital marketing e sperimentato nuove modalità di relazione con clienti e operatori. Abbiamo dovuto gestire nel contempo la cancellazione di moltissime iniziative ed eventi».

Oltre le singole aziende, l’ecosistema del turismo (istituzioni, associazioni di categoria ecc.) del suo territorio come ha reagito in questo duro frangente? Si poteva fare meglio e di più?
«La cosa importante che segnalerei è che ha reagito prontamente, senza disunirsi. A livello provinciale si è creata una task force dedicata al turismo, nella quale era ed è rappresentato l’assessorato provinciale, noi di Trentino Marketing, le aziende di promozione turistica di valle, albergatori, ristoratori e rappresentanti degli impianti di risalita. L’obiettivo è stato fin dal principio chiaro: muoverci tutti nella stessa direzione per limitare al massimo i danni causati dall’emergenza pandemica. Definizione dei Protocolli di Ripartenza, gestione delle emergenze connesse alle nuove regole sanitarie e ai continui cambiamenti in atto e il coordinamento delle azioni di comunicazione verso i mercati principali sono state attività che abbiamo gestito in grande sintonia con tutto il sistema».

Quali le prospettive per il prossimo futuro?
«Se guardiamo alla prossima stagione estiva, siamo moderatamente ottimisti. Rispetto all’anno passato, se la situazione pandemica continuerà ad essere ben gestita, avremo un mese in più per la promozione e l’accoglienza degli ospiti. Probabilmente si tratterà innanzitutto di clientela nazionale, ma speriamo tuttavia che presto ci sarà la possibilità di viaggiare liberamente, perlomeno fra nazioni europee, in modo da recuperare in parte le perdite, con particolare riferimento alla seconda parte dell’estate».

La pandemia e la conseguente crisi hanno innescato dei cambiamenti irreversibili per il settore turismo?
«Difficile dire se si tratterà di fenomeni irreversibili, tuttavia immagino che rimarrà a lungo vivo il desiderio di spazi aperti, la voglia di località e territori con una buona qualità della vita, nei quali poter condividere delle esperienze autentiche».

Come azienda e territorio, avete in atto di cambiare qualcosa nel modello di business e nelle strategie per cogliere al meglio la ripresa?
«Già prima dell’arrivo della pandemia in Trentino era prevista una riforma del sistema di promozione turistica, la quale va nella direzione di una maggiore sinergia fra i soggetti coinvolti e una particolare attenzione allo sviluppo del prodotto, ponendo sempre al centro il potenziale turista. Natura, ambiente, qualità della vita, bellezza del paesaggio e comunità vive e dinamiche sono gli elementi ai quali sentiamo di voler dedicare la massima attenzione, anche per lo sviluppo di un turismo internazionale di qualità».

Il vostro territorio come si sta preparando alla ripresa? C’è più sinergia tra gli attori? Pensate sia necessario fare maggiormente sistema, dotarsi di più managerialità o altro?
«Come accennato prima, uno degli effetti di questa crisi è stato quello di capire, tutti insieme, quanto sia importante fare squadra, definendo i ruoli dei vari soggetti del turismo, evitando sovrapposizioni e rumori di fondo. In questo periodo, attraverso diverse iniziative mirate, ci stiamo concentrando sulla migliore interpretazione possibile della riforma del sistema turistico, che ha preso avvio proprio in questo 2021, sulla creazione di una nuova piattaforma digitale capace di mettere a sistema tutta l’offerta territoriale e la creazione di una “visione” del turismo trentino dei prossimi anni».

E la vostra azienda, in particolare?
«La nostra azienda, coerentemente con il ruolo di coordinamento del territorio confermatoci dalla riforma, si sta riorganizzando a partire da quattro funzioni fondamentali: una robusta comunicazione nazionale e internazionale dei tanti aspetti che connotano questo territorio, che sia nativamente e contemporaneamente on e offline; una costante e specifica analisi dei fenomeni turistici che riguardano il nostro territorio; un continuo supporto e lavoro di coaching nei confronti degli operatori, a partire dalle esigenze espresse dalle associazioni di categoria, e l’implementazione di una piattaforma digitale che permetta un’approfondita relazione con il turista prima, durante e dopo il soggiorno».

Come vi aspettate che sia la domanda, i clienti… nell’immediato e nel prossimo futuro?
«Le analisi ci dicono innanzitutto che rimane molto forte la voglia di viaggiare e venire/tornare nel nostro territorio. Probabilmente i clienti vorranno stare a contatto con una natura integra, per poter fare sport, passeggiare o anche solo per meditare; si cercheranno luoghi dove sia possibile avere delle buone relazioni ed esperienze vere. Proprio la qualità dell’esperienza sarà centrale e dovrà essere il più possibile unica e autentica. Inoltre, si potrà decidere di stare in un luogo diverso da quello di casa per periodi anche lunghi, nel quale fare sia turismo che lavoro da remoto. Qui entrano in gioco anche strutture ricettive confortevoli e con una buona connessione internet».

Sostenibilità, digitalizzazione… sono opportunità, e come?
«Noi crediamo che siano cruciali, la condizione però è che non si tratti di qualcosa di estemporaneo, superficiale. Per quanto riguarda la sostenibilità, nelle sue diverse accezioni, il Trentino da sempre ha posto attenzione al rispetto del territorio, al benessere della propria gente, alla coesione sociale e al valore delle sue minoranze linguistiche. Per quanto concerne il digitale, siamo impegnati in un importante progetto che ha l’obiettivo primario di offrire al turista un indispensabile strumento di relazione con il territorio, creare un patrimonio di dati di prima fonte, ovvero la conoscenza e la mappatura profonda dei turisti attuali e futuri, e avere una solida “piattaforma tecnologica” aperta, che spinga verso l’innovazione del territorio e l’integrazione fra il pubblico e il privato. Con l’imprescindibile aiuto delle aziende di promozione turistica locale stiamo accompagnando l’intero sistema delle imprese verso una digitalizzazione funzionale ai nuovi clienti e a una presenza efficace sui mercati internazionali».

Insomma, come si immagina il turismo in Italia e per l’Italia da qui a cinque anni?
«Con l’aumento delle vaccinazioni e, quindi, il controllo dell’effetto pandemico, prevedo che i flussi turistici torneranno naturalmente a crescere gradualmente ma in maniera importante tornando ai livelli del 2019. Nei prossimi mesi prevarrà ancora un turismo di prossimità, con clientela nazionale o proveniente, magari in auto, da paesi europei vicini. Anche grazie ai cosiddetti passaporti vaccinali ripartiranno gli spostamenti internazionali e l’Italia rimarrà fra le mete più desiderate e frequentate. Prevedo una forte crescita della sensibilità verso l’ambiente e il desiderio di trascorrere del tempo sereno in spazi aperti e non troppo affollati. Per cui ci sarà ancora attenzione al tema della sicurezza e saranno meglio comprese tutte le misure adottate per combattere fenomeni di overtourism».

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