Oggi parliamo di Daniele Di Fausto, general manager eFM, vincitore del Premio Eccellenza nel 2013.
Classe 1978, Daniele è un manager visionario e fuori dagli schemi. Entra in eFM, società di consulenza, facility e real estate management, nel 2001 appena laureato in Ingegneria gestionale, contribuisce in modo determinante alla crescita di eFM, porta il fatturato di 1 a 14 milioni di euro odierni. Il suo primo cliente è oggi il main client.
All’età di 29 anni, dopo cinque in azienda, è nominato dirigente ed entra nel board direttivo; da inizio 2013 è general manager. è lui il motore della costante crescita di fatturato, di dipendenti (giovani e donne), dell’evoluzione del modello di business e della value proposition. Traghetta eFM nel nuovo settore della progettazione e costruzione, fornendo supporto per la realizzazione di opere in Project Financing e ottiene due commesse importanti: una internazionale per affiancare un grande costruttore italiano nella realizzazione del più grande ospedale europeo e una per la gestione dei servizi di quattro nuovi ospedali italiani.
Curiosità, passione e visione, unite alla preparazione professionale di Daniele, hanno reso eFM un punto di riferimento nel mercato della gestione del patrimonio immobiliare e dei servizi di facility ed energy.
E dopo…
Il “Premio Eccellenza di Manageritalia” conferito da manager a Daniele Di Fausto è stato ben augurante: dopo pochi mesi dal conseguimento è stato nominato CEO di eFM, a soli 36 anni,
Con questa scelta eFM ha scommesso sul talento e sull’innovazione.
Daniele infatti è da sempre sostenitore dell’Olocrazia, nuova idea di organizzazione aziendale che sostituisce la forma gerarchica formalizzata a difesa del sistema fondata sull’asimmetria informativa con la condivisione di informazione e responsabilità, ad autorità distribuita. Daniele ha concretizzato l’Holocracy prendendo in prestito lo schema di Frederic Laloux di organizzazione Teal: una struttura fluida con una missione evolutiva che tutti perseguono a schema libero senza gerarchia rigida e preordinata, luoghi fissi o orari prestabiliti.
Daniele ha dato ai suoi colleghi responsabilità e fiducia, intuizione che ha premiato con traguardi concreti, importanti e misurabili: la trasformazione di eFM in Società per Azioni; la crescita dei dipendenti da meno di 199 nel 2013 a oltre i 300 (+ 50%); l’aumento del valore della produzione dai 14 milioni del 2012 ai 22 del 2017 (+ 55%).
Tra gli ingredienti principali che hanno favorito questa evoluzione troviamo:
- l’aver abbracciato la strada dell’internazionalizzazione – eFM è passata dalle due storiche sedi (Roma e Milano) alle nove attuali – si sono aggiunte: Monaco, Boston, Istanbul, Dubai, San Paolo, Rio de Janeiro, Santiago del Cile;
- l’essere diventata un’azienda piattaforma che ha disintermediato il mercato, integrando i diversi stakeholder: progettisti, costruttori proprietari, utenti, fornitori. Una piattaforma che oggi gestisce 90 milioni di mq di patrimonio immobiliare e 5 milioni di persone servite.
Di pari passo all’espansione del mercato la visione di Daniele ha favorito l’evoluzione del business model: inizialmente focalizzato sul saving dei costi attraverso l’ottimizzazione dei business process del Real Estate e del Facility Management; ora, attraverso le tecnologie dell’internet of things (IOT), del Building Management System (BMS) e dei smart & wearable device – connette i processi all’esperienza reale di chi li vive. eFM è quindi focalizzata sull’aumento delle produttività e dell’engagement delle persone progettando, gestendo e monitorando in tempo reale luoghi e servizi disegnati sulle esperienze nei diversi contesti: lavoro, cura, studio, acquisto, ecc.
Un’evoluzione costante che attraverso la tecnologia ha consentito ad eFM di stare più vicino alla persona e alla sua esperienza concreta nei luoghi, quindi di essere sempre più fedeli alla sua vision: sustaining engaging places for a better life.