General Electric ha ridotto i costi di sviluppo del 60%, in alcuni dipartimenti, abbattendo i tempi di produzione anche di 2/3. Come? Applicando la metodologia organizzativa “Agile”. Questo, nonostante i progetti di cambiamento organizzativo siano storicamente difficili da applicare nelle grandi organizzazioni. La trasformazione digitale però rende inevitabile il cambiamento, le aziende sono chiamate a reinventare continuamente il loro vantaggio competitivo.
Apple, ad esempio, non ha mai smesso di innovare nonostante la sua leadership già affermata. È passata dai computer agli smartphone, dalla televisione agli smartwatch e ora punta decisa verso la robotica. Apple rappresenta quello che tutte le aziende, per sopravvivere, dovranno fare: incrementare la loro capacità di adattarsi alle circostanze nelle quali si trovano.
Un cambio di paradigma forte. Le imprese devono abbandonare la Strategia, finalizzata al mantenimento del loro vantaggio competitivo nel tempo e diventare più “agili”. Qui non stiamo parlando solo di utilizzo delle nuove tecnologie ma di un continuo processo di apprendimento e adattamento alle nuove opportunità, piuttosto che alle strutture esistenti. Il motto oggi è “Innovare o morire”, come testimonia anche l’evoluzione del colosso informatico IBM. Evoluzione che parte dalla produzione di bilance e affettatrici per passare alle schede perforate, ai computer mainframe, ai personal PC, alla consulenza IT e approdare oggi all’intelligenza artificiale. Nonostante sia nata 90 anni fa, IBM oggi è ancora una delle più importanti aziende nel mondo.
Cosa devono fare le aziende per innovare e innovarsi? Prima di tutto devono avere un continuo input di nuove idee. Nuove prospettive che devono arrivare dagli stessi collaboratori, incoraggiati a fornire suggerimenti per migliorare la propria organizzazione. L’azienda, lato suo, deve supportare le idee “giovani” e sperimentarle.
Come si misura la capacità di crescere delle aziende? Fino a ieri era sufficiente mappare i prodotti “cash cows”, “question marks”, “stars” o “dogs” nella Matrice BCG ideata dalla società di consulenza Boston Consulting Group. Ora, con l’evoluzione tecnologica, le aziende devono avere nel loro portafoglio non solo prodotti “cash cows” (quelli che garantiscono maggiori introiti stabili nel tempo), ma tentare la strada per avere differenti “dogs”, ovvero prodotti aggressivi in grado di rinnovare continuamente il proprio vantaggio competitivo. Lo devono fare incrementando la velocità con la quale spostano risorse e investimenti da un prodotto all’altro e tra diversi dipartimenti aziendali. Inutile dire che questo richiede un cambiamento radicale di mentalità, di cultura, in ogni persona che lavora all’interno dell’organizzazione. Tutti devono lavorare come fossero in una startup, così come ci racconta Eric Ries nel suo ultimo libro The Startup Way: How Entrepreneurial Management Transforms Culture and Drives Growth. Tenetevi pronti.