Pesantemente colpito dalla pandemia (nel 2020 ha perso 4,5 trilioni di dollari e 62 milioni di posti di lavoro), il turismo sembra aver recuperato terreno. Eppure, innegabilmente, qualcosa è cambiato.
Segnali evidenti erano già stati evidenziati nel Travel & Tourism Development Index 2021 del World Economic Forum, in cui venivano indicate tre macro tendenze: inclusione, sostenibilità e resilienza. Inoltre, il turismo non viene più concepito come uno dei tanti settori economici ma come un veicolo di connessioni, pace e progresso sociale.
Ma nei prossimi mesi quali sono i trend su cui occorre fare qualche riflessione? In questa intervista a cura del WEF vengono riportati i punti di vista di Sandra Carvao, Chief of Market Intelligence and Competitiveness presso l’Organizzazione mondiale del turismo delle Nazioni Unite e di Liz Ortiguera, ceo Pacific Asia Travel Association in Thailandia. Opportunità, rischi, sfide: qui di seguito una sintesi a punti dei concetti chiave dei due interventi.
1) Il viaggio come connessione: dopo un lungo periodo senza la possibilità di vedere familiari e amici, ora le relazioni umane sono più importanti che mai.
2) Vacanze “ibride”: il termine workation si è già imposto e indica la possibilità di lavorare ovunque durante quella che in teoria sarebbe una vacanza, provocando un allungamento della durata dei viaggi e dei soggiorni e un aumento della spesa.
3) Continua attenzione alla sicurezza e al benessere: gli standard di sicurezza devono essere sempre rispettati e il desiderio è di integrare il wellness in ogni componente del viaggio.
4) I viaggiatori, in particolare le generazioni più giovani, sono più consapevoli dell’impatto che hanno sull’ambiente e sulle comunità.
5) L’aumento delle prenotazioni last-minute perché le restrizioni possono cambiare con breve preavviso, è sicuramente un elemento destabilizzante: non solo ci si dovrà abituare ma occorre offrire la flessibilità richiesta.
6) Uno degli impatti positivi della pandemia è che le persone cercano esperienze locali e trascorrono più tempo con le comunità. Queste ultime devono essere poste al centro della pianificazione e della gestione delle attività turistiche.
7) I sondaggi sui social media hanno dimostrato che i viaggiatori che hanno esperienze immersive hanno maggiori probabilità di raccontarle online.
8) Un numero crescente di persone prenota i viaggi direttamente, senza intermediari: le comunità devono dunque ricevere un supporto adeguato per digitalizzare i loro sistemi. Formazione e upskilling sono un must per favorire la promozione sulle principali piattaforme.
9) La tecnologia, vera protagonista nelle strategie di marketing, deve essere concepita come un fattore abilitante dell’esperienza nella destinazione.
10) Molti lavoratori hanno lasciato il settore durante la pandemia e chi è ci è rimasto ha esigenze nuove. Condizioni del lavoro, programmazione, equilibrio tra vita privata e professionale sono ora una priorità. Allo stesso tempo, nuove persone devono essere formate per colmare i gap lasciati da coloro che hanno cambiato lavoro.
11) Il turismo interno si è dimostrato essere il più resiliente ed è il vero protagonista dei prossimi mesi e, probabilmente, anni a venire. Oggi 9 miliardi di persone viaggiano all’interno del proprio paese. In Germania, l’80% della spesa turistica proviene dal mercato interno.
12) I trasporti hanno l’impatto energetico maggiore, ma è importante allargare lo sguardo all’intera catena di valore. Se la dichiarazione di Glasgow promuove un’idea di viaggio sostenibile, con precisi impegni da parte delle destinazioni e delle aziende, è innegabile che il settore aereo è sotto pressione per ridurre le emissioni: la tecnologia può e deve avere un ruolo cruciale in tal senso. Allo stesso tempo, non possiamo dimenticare le isole remote e i paesi in via di sviluppo, che dipendono dai viaggi aerei a lungo raggio.
13) Non esiste un vero e proprio settore dei viaggi e del turismo: ci riferiamo a una settore costituito da molte industry (tour operator, eventi, MICE ecc.) che devono ragionare sulla sostenibilità a partire da standard e regole condivisi. Non è possibile pensare di lavorare da soli: il turismo è di fatto una rete di realtà interconnesse e la collaborazione è la vera chiave del successo.