Da volare poco, o per niente, a volare troppo: dopo due anni di pandemia il settore del trasporto aereo sta affrontando un nuovo momento difficile. Quali sono le cause della crisi? Come se ne uscirà? Come evolverà il settore? Ne parliamo con Ivan Bassato, Chief Aviation Officer Aeroporti di Roma.
Dopo due anni di pandemia, il settore del trasporto aereo sta affrontando un nuovo momento difficile. Quali sono le cause di questa crisi?
«La repentina ripresa del traffico aereo – a Fiumicino il recupero è superiore all’80% dei volumi pro-pandemia con oltre 100mila passeggeri giornalieri – ha messo in crisi diversi scali e compagnie aeree, sia in Europa che negli USA. Durante il periodo pandemico, infatti, molti vettori e gestori di aeroporti internazionali sono stati costretti a licenziare buona parte del proprio personale operativo e ora si trovano scoperti nel reperire le competenze necessarie per far fronte ai picchi del periodo estivo. In Italia non si stanno registrando situazioni particolarmente critiche perché il settore ha potuto usufruire delle varie forme di ammortizzatori sociali messe in campo dal Governo. Questo ha consentito ad Aeroporti di Roma, ad esempio, di non licenziare alcun lavoratore, tutelando le competenze tecniche dello scalo e riuscendo a gestire l’impennata della domanda. Inoltre, durante il periodo di pandemia, ADR ha proseguito con gli investimenti programmati completando la realizzazione della nuova Area di Imbarco A, dedicata ai voli Schengen e domestici. La nuova infrastruttura, sostenibile e all’avanguardia, garantirà al Leonardo da Vinci di gestire a regime una capacità aggiuntiva di 6 milioni di passeggeri ogni anno».
In che modo AdR la sta affrontando? Quali soluzioni sta mettendo in campo per fronteggiarla?
«Stiamo lavorando con la massima attenzione perché i diffusi ritardi e le cancellazioni sul network aeronautico internazionale possono avere ripercussioni anche a Fiumicino soprattutto in questo periodo di forte ripresa del traffico. Abbiamo attivato una serie di misure, in stretto coordinamento con Enac, proprio per prevenire al massimo le irregolarità operative e limitare i disagi per i passeggeri. In particolare, esercitiamo dalla nostra modernissima APOC (AirPort Operations Center) un monitoraggio realtime dell’andamento delle operazioni e sono programmati incontri mensili con Enac e gli handler (le società responsabili della gestione dei bagagli in aeroporti, dei check-in e degli imbarchi e sbarchi) per verificare la performance nelle principali aree del servizio prevedendo piani di rientro dalle eventuali criticità. Inoltre, già da tempo, Aeroporti di Roma ha attivato negli scali di Fiumicino e Ciampino una specifica procedura che prevede una presenza attiva del personale del gestore presso gate e biglietterie per verificare che i vettori forniscano ai passeggeri tutta l’assistenza prevista dalle normative in vigore in caso di ritardi o cancellazioni a ridosso dell’orario di partenza dei voli».
Sono necessari interventi “collettivi” per risolverla? Di che ti tipo?
«Purtroppo, i disagi che hanno colpito i principali scali europei e internazionali sono destinati a proseguire almeno fino a quando non saranno adeguatamente implementati gli organici. Si tratta di personale specializzato che per essere pienamente operativo ha bisogno di adeguata formazione che, in alcuni casi, dura diversi mesi. C’è da dire però che le compagnie aeree sono intervenute per stabilizzare gli operativi alleggerendo i rispettivi network in modo da considerare le difficoltà di cui sopra. Già a luglio si sono visti i primi effetti positivi con minori cancellazioni e il trend è di un progressivo rientro dalle criticità nella seconda parte dell’estate».
I nuovi ritmi dei lavoratori (smart working, attenzione al work-life balance, south working ecc) hanno cambiato l’approccio delle persone al modo di viaggiare? In che modo? Queste nuove modalità influiscono sulla crisi che il settore sta affrontando?
«Non c’è dubbio che la pandemia ha ridisegnato il modo di viaggiare. Durante la fase critica del Covid, l’interesse per gli spostamenti sul lungo raggio si è ridotto soprattutto nei paesi con un numero elevato di casi e per le restrizioni imposte dai vari governi. La diminuzione dei contagi e il miglioramento della situazione pandemica hanno dato forte impulso ai viaggi ma, allo stesso tempo, sono cambiati i comportamenti e le preferenze degli italiani. Invece, per quanto riguarda il mondo business, la maggior parte degli esperti nel settore prevede un calo dei viaggi di lavoro perché molte aziende potrebbero formalizzare i cambiamenti operativi innescati dalla pandemia, riducendo i costi di viaggio che con la nuova situazione si sono rivelati non essenziali. Un trend che interessa di meno Fiumicino vista la sua configurazione di grande scalo intercontinentale a servizio di un mercato prevalentemente turistico ed incoming, che sempre di più è interessato a visitare le grandi attrazioni del nostro Paese».
Qual è il ruolo del trasporto aereo nel supporto del turismo in Italia?
«È innegabile che il trasporto aereo svolga un ruolo fondamentale per assicurare lo sviluppo del turismo nel nostro Paese. Un’Italia connessa, sicura e sostenibile è certamente l’obiettivo a cui tendere e per raggiungerlo è necessario dotare il Paese di un sistema integrato e resiliente di infrastrutture e servizi di trasporto capaci di rilanciare la competitività delle imprese, delle città e dei territori, aumentando la qualità di vita dei cittadini, riducendo il divario tra le aree del Paese, salvaguardando l’ambiente e valorizzando il nostro patrimonio. Alcune volte sottovalutiamo il grande interesse per l’Italia che è un dato di fatto a livello globale. Quest’anno ad esempio c’è un evidente incremento dei flussi dal Nord America verso Roma e l’Italia, molto intensi con tutte le compagnie. L’anno prossimo questo probabilmente continuerà e speriamo possano riprendere flussi intensi anche da e per l’Asia».
Crede che il settore verrà in qualche modo cambiato/stravolto? In che modo?
«Accessibilità, intermodalità, sostenibilità sono le milestone delle profonde trasformazioni che attendono il settore nei prossimi anni. La Urban Air Mobility, per intenderci i velivoli elettrici a decollo verticale, rappresenta una delle forme di mobilità innovativa e sostenibile più promettenti e sulla quale come ADR siamo fortemente impegnati per assicurare l’avvio delle prime rotte commerciali tra lo scalo di Fiumicino e la città di Roma già entro la fine del 2024, prima del Giubileo. Proprio in quest’ottica, abbiamo anche costituito Urban V, la società che si occuperà di studiare, progettare, costruire e gestire i vertiporti (le infrastrutture indispensabile per il decollo e l’atterraggio di questi velivoli) nonché di favorire la mobilità intra-city. C’è poi l’intermodalità attraverso l’integrazione tra aereo e treno per anticipare una nuova mobilità, nel nome della sostenibilità e della moltiplicazione delle opportunità di connettività per i viaggiatori. Con Ferrovie dello Stato Italiane abbiamo sottoscritto un accordo che prevede connessioni dirette Alta Velocità tra l’aeroporto di Fiumicino e il Sud Italia e il potenziamento degli attuali collegamenti con il Centro del Paese. Da metà luglio è possibile salire sul treno in una stazione al mattino e ritrovarsi, nel pomeriggio, direttamente nella destinazione di arrivo, anche oltre oceano. Varie le mete. Napoli è connessa a New York, Chicago, Washington, Newark, Dallas, Charlotte, Doha e Abu Dhabi. Firenze, con New York, Atlanta, Newark e Lisbona. A breve, poi, verranno sviluppati nuovi prodotti treno+aereo, con l’implementazione di accordi commerciali con vettori aerei su Fiumicino per integrare i reciproci sistemi di vendita e distribuzione con la possibilità di effettuare le operazioni di check-in passeggeri e bagagli direttamente nelle principali stazioni ferroviarie collegate con il Leonardo da Vinci”».
Cosa cerca, oggi, che viaggia in aereo? E cosa cercherà domani?
«Sicurezza, puntualità, confort, qualità, sostenibilità, efficienza operativa sono ormai pre-requisiti. Ora la nuova frontiera riguarda la digitalizzazione e l’open innovation per offrire ai passeggeri ancora più sicurezza e comfort durante il viaggio. In questo contesto, abbiamo scelto di operare su più fronti: creazione e sviluppo di un incubatore per startup le cui idee e progetti riguardino il trasporto aereo e il mondo degli aeroporti; implementazione di tecnologie digitali e biometriche; creazione di partnership e network internazionali con altri aeroporti e aziende del settore per sviluppare e condividere progettualità basate sul concetto dell’open innovation, valorizzando il ruolo di smart hub dello scalo di Fiumicino».