Possiamo dire che oggi la formazione manageriale per essere utile deve, giocoforza, essere sempre più coinvolgente. Per certi versi eccitante. Decisamente emozionante.
“Impara le regole come un professionista, per poterle infrangere come un artista” ripeteva Pablo Picasso. Chiunque tocca l’arte della formazione esperienziale, specie se manageriale, lo deve fare maneggiando con cura quello che si chiama rigore metodologico, pena la sprezzante banalizzazione del tutto con relativa pochezza nei risultati. Le belle esperienze, le best e le good practice in questo tanto delicato quanto significativo ambito non mancano, come mostrano anche i lavori dell’Osservatorio managerial learning di Cfmt e Asfor.
Ci vuole metodo per rompere gli schemi tradizionali del “fare” formazione manageriale e cambiare radicalmente il modo di attivare e stimolare i processi di apprendimento in manager e dirigenti. D’altronde le persone apprendono o perché ne avvertono il reale bisogno o perché si emozionano. Si potrebbe dire semplicemente: questione di metodo. È il metodo che porta al successo. È il metodo che guida il coinvolgimento nell’azione formativa. È il metodo che coniuga i principi base della formazione con le più avanzate tecniche di comunicazione ad alto grado di coinvolgimento emozionale facendo leva sempre più sul sorriso e, perché no, sul divertimento. Apprendimento ed emozione sono gli elementi fondanti sui quali le moderne azioni di formazione manageriale devono basare il loro impianto metodologico. Non può esserci un efficace apprendimento senza emozione e l’emozione fine a se stessa non è sufficiente per sostenere un reale apprendimento che generi un significativo cambiamento. Sempre più la multimedialità, le arti visive, la teatralità costituiscono fattori che rendono i progetti di formazione manageriale unici nella capacità di trasmettere contenuti, generare consapevolezza e stimolare profonde riflessioni. Se l’indimenticabile Enzo Iannacci cantava “ci vuole orecchio”, limitiamoci a parafrasarlo con un sentito e profondo “ci vuole metodo”.
I nuovi approcci formativi devono avere la convinzione che molti degli aspetti del management, soprattutto atteggiamenti e comportamenti (il famoso “saper essere”), possono essere meglio “trasferiti” stimolando e creando emozioni e suggestioni capaci di “scioccare” positivamente il partecipante producendo un effetto imprinting forte e duraturo capace di ri-orientare atteggiamenti e ripensare comportamenti. Meglio se questo shock è generato da piacevolezza, sorriso e divertimento. Perché non solo non è vietato divertirsi durante un intervento di formazione manageriale ma, ne sono sicuro, tra qualche anno sarà decisamente un must-have.
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Roberta Corradini roberta.corradini@cfmt.it – tel. 02 54063137