BenEssere Manager: l’antistress per vivere e performare meglio

Lo stress incide sul nostro benessere personale e professionale. Conoscerlo, gestirlo, quindi vivere e performare meglio, è l’obiettivo del servizio offerto da Manageritalia e le sue Associazioni
servizio benessere manager

Campione, non solo nello sport, è chi raggiunge i propri obiettivi col minor dispendio mentale: indipendentemente dal fatto che stiamo vivendo un periodo positivo o negativo, sprechiamo infatti enormi quantità di energia quando siamo preda delle emozioni, entriamo in spirali mentali negative, siamo sotto stress o fuori dalla zona di comfort. Ce lo insegnano anche campioni come Sinner che, ultimamente, è molto migliorato proprio a livello di forza e salute mentale: questo lo ha reso più forte anche da un punto di vista sportivo, sfatando inoltre quel tabù, errato, che considera il supporto mentale e psicologico adatto solo a chi ha problemi. Per gestire al meglio performance e sviluppo professionale, un manager deve certamente curarsi degli obiettivi, del networking, della formazione, ma senza tralasciare il benessere psicofisico, proprio e dei collaboratori. Partendo, naturalmente, da quello personale: come posso far star bene gli altri, se non sto bene io?

Il servizio di Manageritalia

Per questo, Manageritalia ha ideato un “antistress” per tutti gli associati: si tratta di BenEssere Manager, un servizio di consulenza, fruibile grazie alle Associazioni territoriali,  che consente di prendersi cura del proprio benessere mentale. Tutto parte da un semplice test sul lo stress che, indipendentemente dall’esito, può proseguire con un primo incontro con uno psicologo offerto da Manageritalia. Successivamente, si può scegliere se continuare con un percorso di benessere e supporto psicologico su misura. Il servizio si avvale della collaborazione di esperti professionisti in ambito psicologico, tutti accreditati ad Aipa – Associazione italiana psicologia analitica – e coordinati da Giuseppe Primerano (psicologo e psicoterapeuta, consulente e formatore, specialista di gestione dello stress per persone e organizzazioni). Il servizio offre un aiuto, riservato e personalizzato, a tutti gli associati che vogliono gestire attivamente il proprio benessere psicofisico.

La parola all’esperto

Già nel 1988, l’Oms aveva classificato lo stress come l’epidemia mondiale del ventesimo secolo… ma come influisce sulla nostra salute? È sempre dannoso? Come si combatte? Come si gestisce? Come ci si prende davvero cura del proprio benessere? Primerano ci aiuta a inquadrare lo stress da un punto di vista scientifico, fuori dai luoghi comuni.

Lo stress fa male? Perché e come?

«Occorre distinguere fra due tipi di stress: l’eustress, utile alla sopravvivenza e all’evoluzione, che dà stabilità all’organismo mediante una risposta momentanea a un evento (tecnicamente chiamato stressore), e il distress, cioè la condizione cronica data da eventi stressanti ripetuti nel tempo. La comunità scientifica è d’accordo nell’attribuire al distress “un doloroso stile di vita”, nonché un disagio per la salute e il benessere psicologico dell’individuo: quando il livello di stress è tanto elevato da inibire le capacità dell’individuo di far fronte a situazioni di tensione, si generano stati d’animo negativi come rabbia, ansia, depressione, sensi di colpa, e si è vittima di disturbi “psicosomatici” come stanchezza, palpitazioni, cefalea, indolenzimenti del collo e delle spalle… è questo il tipo di stress che va evitato».

Come faccio a capire se sono stressato/a?

«Dobbiamo guardare ai sintomi psicologici; i più comuni sono ansia diffusa, insonnia, tristezza pervasiva e inspiegata, difficoltà di controllare certi comportamenti dettati da rabbia o desideri compulsivi. Ma anche un senso prevalente di frustrazione e impotenza, ancorché giustificabili con vicende stressanti sul lavoro o in famiglia, sono segnali di una generale difficoltà a mettere in moto le proprie risorse personali per regolare lo stress e le emozioni che a esso sono connesse».

Possiamo gestire lo stress? Come?

«Sì, è possibile. Prima di tutto, occorre individuare i campanelli d’allarme dello stress: quali sono e cosa proviamo rispetto ad essi. Bisogna poi valutare la propria capacità di coping, cioè le strategie che adottiamo per far fronte a un evento stressante e ricreare la nostra “zona di benessere”: c’è chi pratica attività fisica, chi preferisce le tecniche di rilassamento come il training autogeno. Quando però lo stress è troppo elevato e le risorse personali non sono sufficienti, è utile ricorrere all’aiuto di uno specialista».

E se invece volessimo prevenire lo stress?

La psicoterapia è utile o serve solo in situazioni “limite”, quando le cose vanno male? «Fa bene sempre e a tutti! Al contrario di quanto si possa pensare, è utile anche quando ci troviamo in un momento positivo: quando le cose vanno bene, con la psicoterapia siamo in grado di farle andare ancora meglio. Non è un caso che personaggi che hanno raggiunto vette altissime nel lavoro e nello sport ricorrano sempre più spesso al supporto di professionisti della psiche umana. E se continuano a farlo, è probabilmente per essere sostenuti e rinforzati anche nei momenti di difficoltà o di eccessivo stress, che purtroppo non mancano mai».

Le esperienze dei e delle manager

Dal lancio del servizio, sono già quasi 300 i manager associati che hanno scelto di prendersi cura del proprio benessere mentale con BenEssere Manager. Ecco due esperienze, in cui sicuramente tanti di voi si potranno ritrovare: il contesto lavorativo sfidante, veloce e mutevole come quello odierno, spesso ci mette di fronte a situazioni stimolanti e a prima vista positive, ma sicuramente altrettanto stressanti.

Ruolo e competenze: rimettersi in discussione

Eleonora Di Masi, manager in una società di consulenza informatica, ha usufruito di BenEssere Manager quando la sua azienda è stata acquisita da una multinazionale. Racconta: «Si prospettava un bel salto di qualità anche dal mio punto di vista professionale, se non fosse che è iniziato a sorgermi il dubbio che potesse esserci una duplicazione di ruolo tra me e il mio pari-funzione di chi ci ha acquisito, nonostante “dall’altra parte” mostrassero grande considerazione per me e mi prospettassero uno sviluppo professionale.  In breve tempo sono entrata in una spirale di pensieri negativi: “ci sarà ancora posto per me? riconosceranno il mio valore? le mie competenze sono adeguate? … insomma: rischierò il licenziamento?” Ho deciso di fare ricorso a BenEssere Manager. Ho fatto il test (sì, il livello di stress era altino!) e incontrato lo psicologo e già dopo poche sedute sono tornata “in bolla”. Sembra banale, ma l’aiuto di un professionista nel dare il giusto nome (cioè “stress”) a quello che stavo vivendo, oltre ad avere degli strumenti concreti per gestirlo, è stato davvero utile».

Gestire un cambiamento radicale

Davide Viganò, dirigente in una multinazionale di trasporti europea con sede in Italia, ha invece fatto ricorso al servizio Manageritalia per gestire meglio un trasloco. «Ma non un trasloco qualunque – ci dice – un trasloco internazionale! Nel 2019, in azienda, mi avevano prospettato un’importante promozione con trasferimento nella sede della casa madre, quindi fuori dall’Italia; il Covid aveva poi bloccato tutto (fui comunque promosso, ma restando qui) e nel frattempo io e la mia compagna decidemmo di mettere su famiglia. A fine 2023, poco dopo la nascita di Giada, l’azienda mi propose di nuovo il trasferimento, con ulteriore scatto di carriera. Professionalmente era ciò per cui avevo lavorato negli ultimi dieci anni, ma l’idea di cambiare completamente vita mi terrorizzava. Ho passato settimane veramente difficili, caratterizzate da insonnia, ansia, nervosismo in famiglia. Quando anche la mia compagna e mia figlia hanno iniziato a soffrire del mio stato di tensione perenne, ho deciso di ricorrere a un aiuto esterno, BenEssere Manager (ammetto che ne avevo letto da qualche parte, ma senza prestarci attenzione più di tanto, me lo ha consigliato un collega che l’aveva provato). Al di là del test, ho molto apprezzato che la psicologa fosse specializzata nell’ambito del lavoro, con gran
de esperienza in situazioni come la mia e per “persone come me”, quelle che “non devono chiedere mai”. Con grande professionalità, mi ha aiutato a dar voce e valore al mio lato emotivo, insegnando mi però a gestirlo».

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