Benessere su misura

I recenti sviluppi hanno determinato il potenziamento del sistema di welfare contrattuale e l’introduzione di novità e vantaggi decisivi che coinvolgono aziende e dirigenti. Entriamo nel merito e facciamo il punto con Mario Mantovani, presidente di Manageritalia

Quali sono state le reazioni da parte di aziende e dirigenti alla possibilità, introdotta con l’accordo contrattuale del giugno scorso, di destinare il welfare aziendale all’incremento delle prestazioni fornite dai fondi contrattuali?
«Forte interesse, curiosità e anche il desiderio di conoscere meglio le prestazioni già fornite dai fondi contrattuali. Si apre la concreta possibilità di personalizzare il proprio welfare, scegliendo i servizi ai quali dedicare più risorse, anche in base all’età, al nucleo familiare, alle prospettive di lavoro e carriera. Anche i colleghi che già conoscevano e utilizzavano il welfare aziendale hanno colto il senso dell’innovazione, che fa leva sulla solidità e sulla convenienza del welfare contrattuale, integrando due sistemi finora separati»

Quali i punti cardine di questo accordo innovativo, che promuove e semplifica (aziende con un dirigente, aspetti normativi/amministrativi) il welfare come fonte di benessere per il singolo e la sua famiglia?
«Tramite la piattaforma dedicata, l’accordo consente anche ai dirigenti delle aziende più piccole di attivare rapidamente il welfare aziendale. L’integrazione con le piattaforme più diffuse sul mercato (a partire da quella di Edenred, già attiva) consente di accedere immediatamente a un’ampia offerta di servizi per il benessere proprio e dei familiari: istruzione, cultura, attività sportiva, viaggi. Gli adempimenti sono ridotti al minimo e facilitati da un servizio di informazione e di assistenza dedicato».

Alcuni dati dicono che sino ad oggi sono all’incirca un quarto le aziende che per i dirigenti hanno introdotto il welfare aziendale. Si conferma la forza della contrattazione collettiva nel fare cultura e favorire cambiamenti positivi in vari ambiti?
«Tramite la contrattazione collettiva si possono raggiungere rapidamente grandi numeri di adesione, facilitarne i processi, contrattare condizioni migliori, integrare le diverse forme di welfare senza sprechi. Il tutto senza limitare le possibilità di scelta e personalizzazione, fondamentali per la varietà dei nostri manager».

In un momento difficile come quello attuale, con l’inflazione in forte salita, il welfare in generale può essere una modalità complementare a meri aumenti retributivi?
«Negli ultimi due anni la crisi pandemica ha mostrato ancora di più la capacità di sostegno e garanzia assicurata dai sistemi di welfare rispetto alla mera disponibilità di denaro. Le esigenze legate al miglioramento delle competenze, alla copertura dei rischi, all’assistenza sanitaria, alla previdenza per la vecchiaia, e anche per i periodi di eventuale disoccupazione, hanno assunto, in momenti così difficili, una centralità quotidiana che forse avevamo dimenticato. Investire risorse nel welfare consente poi indubbiamente di contenere, almeno in parte, i fenomeni inflattivi».

Quest’innovazione nella contrattualistica nazionale può essere foriera di ulteriori sviluppi?
«Siamo sicuri che, una volta conosciuto, il sistema integrato di welfare contrattuale e aziendale darà spazio a un’offerta sempre più ampia e articolata di servizi, sia da parte dei nostri fondi sia grazie all’accesso a un’offerta di mercato, selezionata in base alla qualità e al valore».

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