Monitorare i propri parametri vitali da remoto, ottenere diagnosi specialistiche online e digitalizzare visite e controlli per garantire cure immediate e accessibili a tutti, ovunque. La telemedicina è sempre più centrale nella sanità del futuro e il Pnrr (Piano nazionale di ripresa e resilienza) ne è la conferma. La rimodulazione della missione 6 ha permesso un aumento delle risorse di 500 milioni di euro, con l’obiettivo di raggiungere 300mila assistiti entro il 2025. Anche la spesa per la sanità digitale continua a crescere in Italia, segnando un aumento del 22% nel 2023 rispetto all’anno precedente. Tuttavia, per un sistema sanitario più equo ed efficiente, capace di abbattere le distanze fisiche medico-paziente e di erogare assistenza di qualità, c’è ancora molto da fare.
Tecnologia e innovazione al centro
«Innovazione tecnologica e digitalizzazione sono pilastri fondamentali per un nuovo modello di assistenza sanitaria più accessibile e vicina ai cittadini, che non punti solo alle cure del paziente cronico, ma anche alla prevenzione e al supporto dei caregiver. La telemedicina è utilizzata ancora in via occasionale, in molte strutture la strumentazione non è ancora disponibile e si registra una forte disorganizzazione, una scarsa implementazione di servizi di televisita o telemonitoraggio dei parametri clinici, seppure ci sia un forte interesse tanto da parte dei medici quanto dei pazienti», afferma il dr. Giandominik Bossone, direttore sanitario di XTE, il nuovo servizio di sanità integrata e digitale (vedi box).
Dati sull’utilizzo della telemedicina
Secondo i dati dell’osservatorio Sanità digitale della school of management del Politecnico di Milano, infatti, il 62% degli specialisti e il 46% dei medici di base ha erogato prestazioni di telemedicina poche volte al mese. Mentre per il 55% degli specialisti e per il 66% dei medici di medicina generale, l’intelligenza artificiale potrà rendere più sostenibili le attività di monitoraggio di un elevato numero di pazienti cronici.
Un sistema ancora ospedalecentrico
Bossone prosegue spiegando che abbiamo ancora una visione ospedalecentrica: «Siamo abituati a rivolgerci a strutture sanitarie, a medici di famiglia o alla rete dell’emergenza-urgenza per qualsiasi problema di salute, ma la digitalizzazione dei sistemi ci può aiutare in una valutazione del paziente a domicilio, riducendo il carico ospedaliero e gli accessi non necessari dei pazienti cronici ai pronto soccorso».
Necessità di investimenti e integrazione
Il direttore sanitario di XTE sottolinea l’importanza degli investimenti e dell’integrazione tra pubblico e privato: «La ricerca può offrire un contributo rilevante, ma bisogna investire per far crescere la sanità italiana, soprattutto creando una forte integrazione tra pubblico e privato che consenta di guardare in modo univoco all’innovazione, riducendo l’ospedalizzazione grazie a un’assistenza domiciliare integrata ed efficiente. Esistono già strumenti sofisticati che possono intercettare i bisogni dei pazienti direttamente nelle loro case, ma occorre utilizzarli al meglio, integrandoli in un nuovo servizio assistenziale per garantire un accesso universale ai servizi sanitari, non solo per i malati cronici, ma anche in chiave preventiva. È necessaria un’integrazione di setting assistenziali diversi – centrale di ascolto, telemedicina, televisite, assistenza domiciliare e servizi poliambulatoriali – un’interlocuzione immediata e diretta con i medici di base e gli specialisti privati. Questo rappresenta un’opportunità per migliorare al contempo le condizioni di un servizio sanitario pubblico troppo oberato».
Crisi del personale sanitario
Tra il 2012 e il 2022, come rilevano i dati del ministero della Salute, abbiamo perso 10.912 medici tra ospedalieri, medici di medicina generale, pediatri di libera scelta e continuità assistenziale. In particolare, i medici di famiglia erano 45.437 nel 2012 e sono diventati 39.366 nel 2022 (-6.071). Calcolando l’età dei professionisti e l’età di pensionamento ordinaria, è ragionevole pensare che il numero continuerà a diminuire. La situazione non è migliore guardando ai pronto soccorso. Dai dati Agenas emerge come lo scorso anno sono stati registrati 18,27 milioni di accessi, con un incremento del 6% rispetto al 2022. Nel 68% dei casi gli accessi sono stati caratterizzati da codici triage bianchi e verdi. Di questi, circa 4 milioni erano impropri ed evitabili, cioè i problemi di salute potevano essere risolti dal medico di medicina generale, dal medico di continuità assistenziale (ex guardia medica) o presso gli ambulatori sul territorio. In totale, gli accessi impropri sono stati oltre 1 su 5, pari al 22%.
Sanità privata a supporto del servizio pubblico
«L’esperienza della pandemia ha dimostrato che il sistema sanitario non è in grado, da solo, di rispondere alla domanda di salute e che può esistere una diversa modalità di consulenza medica e diagnosi a distanza, nonché nuove opportunità digitali di prevenzione. In questo la sanità privata gioca un ruolo fondamentale di supporto al servizio pubblico, anche nella ricerca di nuovi format assistenziali che migliorino l’aspetto terapeutico. Guardare al futuro è inevitabile per pianificare l’organizzazione sanitaria – conclude Bossone – e il futuro richiede di puntare sull’innovazione e sullo sviluppo di nuove tecnologie».
XTE: LA SANITÀ INTEGRATA E DIGITALE 24/7
XTE è il nuovo servizio di sanità integrata e digitale, unico in Italia, che offre assistenza sanitaria personalizzata di altissima qualità, attiva 24 ore su 24, 7 giorni su 7. Il sistema si basa su una piattaforma gestionale di ultima generazione, interamente made in Italy, che consente di monitorare, attraverso un dispositivo indossabile, 12 parametri di salute in maniera costante e di fare una diagnosi medica grazie a una centrale operativa di ascolto, con medici e personale infermieristico in grado di sorvegliare attivamente i pazienti.
Il sistema coniuga telemedicina e medicina di prossimità, garantendo la presa in carico del paziente nella propria casa e la possibilità di seguirne il percorso di prevenzione e cura attraverso il monitoraggio dei parametri di salute, nonché la prenotazione di check-up annuali o pacchetti sanitari in strutture convenzionate, con il supporto delle farmacie territoriali. La piattaforma è certificata come software medicale (SaMD), mentre il dispositivo indossabile è certificato (MedIIa) e validato dal ministero della Salute.
I parametri fisiologici attualmente rilevabili comprendono frequenza cardiaca, saturazione, temperatura, pressione, variabilità della frequenza cardiaca, idratazione, atti respiratori, cadute e tremori.
Altri parametri sono in fase di sviluppo e di validazione clinica e saranno disponibili sullo stesso dispositivo non appena ottenute le opportune certificazioni. Tutte le rilevazioni avvengono automaticamente, senza bisogno di personale specializzato o della partecipazione attiva dell’utilizzatore, in maniera completamente non invasiva. Alla base delle proposte di XTE c’è l’attività di ricerca e sviluppo di Advanced Processing, startup innovativa italiana.
TELEMEDICINA IN CRESCITA, L’ESPERIENZA DI MYCLINIC FASDAC
La telemedicina è un pilastro fondamentale per la sanità del futuro, e anche il Fasdac lo dimostra con il lancio, nel 2023, di MyClinic Fasdac, il servizio di video consulto medico specialistico che consente ai suoi assistiti di usufruire di televisite con medici su 24 specializzazioni differenti. Grazie all’app MyClinic, sviluppata da Europ Assistance e personalizzata per il Fondo, ogni assistito maggiorenne può registrarsi e creare il proprio account personale. Per i figli minorenni si opera tramite l’account del genitore iscritto. Senza limiti sul numero di video consulti annui, sono state erogate quasi 1.000 televisite fino ad oggi, con un indice di soddisfazione superiore alle 4 stelle.
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