Una firma, una visione di crescita

L’accordo sul Ccnl dirigenti terziario guarda alla ripartenza. Ne parliamo con il presidente Manageritalia Mario Mantovani. Con le modifiche apportate a welfare e politiche attive il contratto è ancor più utile a manager, aziende e al sistema per puntare allo sviluppo

L’accordo firmato recentemente da Manageritalia e Confcommercio rinvia il rinnovo del contratto al 2022 e al contempo, senza costi aggiuntivi, rimodula e rinforza il welfare e le politiche attive del lavoro, per affrontare con strumenti più affilati la ripartenza del Terziario. Vediamo motivi e contenuti dell’accordo con il presidente Manageritalia Mario Mantovani. A seguire il punto sul contratto com’è oggi a supporto di professionalità e competitività di dirigenti e aziende.

Firmare l’accordo contrattuale oggi quale senso ha?
«Al termine di un periodo di crollo devastante dei fatturati – in molti settori – si vede finalmente una prospettiva di ripartenza e di crescita. Il contratto collettivo è un corpo vivo, che deve sempre essere adattato ai tempi e alle priorità. Per questo abbiamo deciso di rimodulare il welfare, orientando le risorse dove oggi servono maggiormente. Le parti sociali sono chiamate a collaborare per accelerare la ripresa del nostro Paese e la contrattazione ne è l’esempio più concreto».

Quali le logiche che hanno guidato Manageritalia?
«Abbiamo finalmente creato le condizioni per un sistema bilaterale di politiche attive, di programmi di riconversione delle competenze dei manager, di attivazione sul mercato del lavoro dopo un licenziamento, di analisi della domanda di lavoro. Sono strumenti necessari per rendere meno difficili e più rapide le transizioni professionali. Abbiamo poi puntato sul welfare aziendale integrato con quello contrattuale: un’innovazione che rende più efficaci entrambe le forme e utilizza meglio le risorse disponibili. Senza dimenticare il rafforzamento di due pilastri tradizionali del nostro welfare: previdenza integrativa e assistenza sanitaria, in particolare nei servizi per chi ha perso l’autosufficienza (Long term care)».

Per i dirigenti cosa cambia?
«Anche i dirigenti delle aziende più piccole potranno usufruire dei vantaggi fiscali e operativi del welfare aziendale e personalizzare il loro welfare: avranno a disposizione una piattaforma per sottoscrivere polizze integrative al Fasdac e coperture dei rischi integrative a quelle dell’Antonio Pastore, incrementare i versamenti alla previdenza integrativa, acquistare corsi di formazione specialistici e personalizzati, accedere a servizi presenti nel loro territorio, oltre ai consueti vantaggi del welfare aziendale. Se si trovano in situazioni di debolezza, avranno nuovi strumenti a disposizione: servizi che integrano la rendita in caso di perdita di autosufficienza e percorsi di riconversione professionale se vengono licenziati. Avranno più risorse disponibili nel Fondo pensione Mario Negri, che potranno utilizzare anche per anticipare il pensionamento (Rita)».


“Una firma, una visione di crescita” è il claim con il quale avete promosso l’accordo sui media. Perché?
«È un messaggio che orienta la lettura dell’accordo verso la prospettiva di un periodo decisivo per il nostro Paese: non dobbiamo limitarci alla speranza che tutto torni come prima, dobbiamo utilizzare le risorse pubbliche e private, mai come oggi disponibili, per colmare tanti gap storici, per dare competitività ai numerosi settori del terziario che sosterranno la crescita futura».

Più managerialità uguale più sviluppo?
« “Investire sulle competenze, sui manager, con un contratto solido e stabile è una leva fondamentale per una crescita reale, concreta, sostenibile nel tempo”. Dobbiamo liberare il potenziale di molte imprese, dando sostanza alle loro ambizioni. Negli anni scorsi le aziende del terziario con manager sono cresciute più dei loro settori, più del mercato, e anche nel 2020 i nostri numeri sono aumentati. È il momento di avere coraggio, il contratto è il patto tra manager e azienda che dà sostanza alle rispettive aspirazioni».

CCNL DIRIGENTI PER COMPETERE E CRESCERE
Il contratto collettivo nazionale di lavoro dei dirigenti del terziario è uno strumento moderno e innovativo che offre vantaggi a manager e imprese. Vediamo ora alcune delle principali caratteristiche.

DIRIGENTI. Il contratto permette anche di entrare in un sistema collettivo di servizi ad alto valore aggiunto che garantisce la sicurezza e la tutela professionale, personale e familiare. Tutto questo grazie a un sistema di welfare privato (assistenza sanitaria, previdenza complementare, servizi di welfare anche per i familiari, coperture assicurative, formazione e sviluppo professionale, servizi per la ricollocazione) che affianca e integra quello pubblico.

IMPRESE. Il contratto rende più facile acquisire, valorizzare e consolidare la presenza in azienda di risorse di elevata professionalità riconoscendo le maggiori responsabilità del ruolo, ma soprattutto offrendo un sistema di welfare privato che non ha eguali sul mercato in termini di qualità e di rapporto contributi/prestazioni.

La normativa definisce regole certe e capaci di facilitare e velocizzare l’avvio e la gestione di un rapporto di fiducia. In caso di contenzioso aiuta una risoluzione equa e supporta la transizione professionale.


Già dal 2004 sono state introdotte nel contratto agevolazioni contributive per favorire l’ingresso e la crescita di figure manageriali nelle imprese del terziario (vedi tabella sotto).

Queste prevedono, per un numero limitato di anni, una riduzione temporanea dei contributi alla previdenza complementare e quindi un minor costo del lavoro e una maggiore retribuzione netta per il dirigente. Un modo per riconoscere il valore e il ruolo di giovani manager già presenti all’interno dell’azienda o per inserirne dall’esterno puntando, anche in termini di attrattività, su un contratto di valore per entrambi.


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