AATT ai tempi del coronavirus: Veneto

Come avete affrontato nell’immediato l’emergenza coronavirus in Associazione con dipendenti e associati?
«In Veneto abbiamo applicato le disposizioni regionali in termini di sicurezza e regole sul lavoro chiudendo al pubblico, ma garantendo tutti i servizi agli associati».

Quindi, seppure a distanza, offrite i soliti servizi e rispondete al meglio alle inevitabili richieste di supporto dei manager che si trovano in situazioni sempre più difficili?
«Con la newsletter settimanale informiamo tutti sulla gestione dei servizi e delle altre attività disponibili riguardo Cfmt e Assidir. Attraverso il telefono e la piattaforma AskMit forniamo direttamente le consulenze».

Come vanno le cose a livello sanitario, ma soprattutto sociale nelle vostre città e in regione?
«In Veneto in relazione alla popolazione abbiamo fatto molti tamponi e avuto pochi contagiati e pochi decessi, la situazione è frutto dell’osservanza delle disposizioni di tutti i cittadini e della lungimiranza della Regione a livello di efficienza sanitaria che garantisce i posti letto agli ammalati con vecchi ospedali riutilizzati».

A livello economico, anche se è presto, come vede la situazione e che ritorni ha dai vostri associati?
«La situazione è molto seria, sia a livello turismo, sia commercio, che di servizi in libera professione. Venezia, Verona, Lago di Garda, Terme, Dolomiti… sono deserte, per non parlare di Jesolo che è senza prenotazioni. Funzionano solo i supermercati e le farmacie durante la settimana!».

Guardando al futuro, come pensa di affrontare, come Associazione la fase dopo l’emergenza?
«In questo momento dobbiamo favorire la formazione online per gli associati per tenerli allenati e sostenere economicamente i colleghi tutti che perdono il lavoro con adeguati ammortizzatori. L’Associazione ha preso l’impegno, insieme a Regione Veneto, di creare valore manageriale presso i giovani con un progetto condiviso a fine anno 2019. Domani non sarà come ieri, ci saranno nuovi comportamenti e nuovi bisogni, dovremo ricostruire da zero l’economia italiana. Dobbiamo contrastare la caduta dell’economia nazionale del 30%, della Borsa e l’ipotizzabile recessione mondiale stimata attorno al 10% a fronte del fatto che la pandemia potrebbe durare fino a fine anno, ma speriamo finisca tutto al più presto anche grazie ad un vaccino. Dobbiamo quindi puntare su ricerca e innovazione».

Leggi l’editoriale del presidente federale Guido Carella.

Leggi l’indagine di Astraricerche per Manageritalia su come manager e aziende stanno affrontando l’emergenza sanitaria.

 

 

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