Alcune settimane fa ero all’Università di Milano Bicocca per una lezione e ho notato uno strano fenomeno. Era la giornata con genitori dell’Open Day, ossia quando l’università apre le porte alle future potenziali matricole per illustrare loro programmi, strutture e orientarli nella scelta della facoltà. Centinaia di ragazzi e ragazze si accalcavano fuori dalle porte in attesa di accedere alle strutture universitarie.

La cosa che mi ha colpito però è stata vedere come molti di questi ragazzi fossero accompagnati dai genitori. Non era solo una questione logistica del tipo “ti accompagno io in macchina che facciamo prima”. No. I genitori facevano la fila insieme ai loro figli in attesa di entrare nell’aula magna per ascoltare e valutare l’offerta formativa proposta dai docenti. Secondo questo articolo pubblicato su Corriere.it si tratta di un fenomeno sempre più diffuso sia in Italia che all’estero. Fenomeno che riguarda genitori preoccupati per il futuro dei loro figli e per questo determinanti nella scelta del loro percorso di studi.

I risultati? Disastrosi almeno per quanto riguarda l’autostima dei ragazzi. Il fatto che i genitori investano cifre anche importanti per gli studi universitari non implica che possano scegliere la futura professione dei loro figli. Questa intrusione è ormai così evidente da spingere i ricercatori della facoltà di Psicologia di Milano Bicocca a studiare il fenomeno, grazie anche ai dati raccolti durante le sessioni di orientamento. Uno studio che ha spinto la stessa università a organizzare un Open Day dedicato ai genitori, forse per convincerli che i tempi sono cambiati, che il mercato chiede persone flessibili e che non è più vero il luogo comune “fai Ingegneria o Medicina che il lavoro lo trovi di sicuro” oppure “i notai guadagnano sempre un sacco di soldi”. Date un’occhiata a questo articolo pubblicato sul ilfattoquotidiano.it per farvi un’idea.

Voi cosa ne pensate? Avete accompagnato o accompagnereste i vostri figli alle giornate di orientamento universitario?