Ambiente: gestire l’inevitabile ed evitare l’ingestibile

Gianfranco Bologna, direttore scientifico WWF Italia

“Siamo in un’epoca in cui dobbiamo gestire l’inevitabile ed evitare l’ingestibile ovvero i rischi derivanti dall’aver modificato in profondità la biosfera, il sistema di cui siamo parte, quello che ha permesso alla civiltà umana di diventare la ‘civiltà umana’”. 

Lo afferma Gianfranco Bologna, direttore scientifico di WWF Italia, a margine di un incontro dell’Asvis dove ha presentato dati sull’impatto delle attività umane sulla Terra e parlato tra l’altro di cambiamenti climatici e della sesta estinzione di massa. 

Dall’analisi dello stato di salute degli ecosistemi, alla luce delle tendenze e delle previsioni, emerge l’urgenza di cambiare gli attuali modelli di sviluppo. Modelli che in pochi decenni hanno innescato un mutamento imprevedibile degli equilibri grazie a cui la biosfera, nel corso di milioni di anni, ha consentito lo sviluppo dell’umanità. 

“Se continuano le dinamiche che fino a oggi abbiamo seguito non ci sarà sicuramente futuro per una civiltà così articolata e complessa come quella che abbiamo raggiunto”. Una situazione paradossale: nonostante la scienza e la tecnologia ci permettano di conoscere sempre meglio lo stato di salute della Terra non siamo capaci di invertire i processi estrattivi che minano l’autorigenerazione del “capitale naturale” del nostro pianeta, pianeta che andrebbe considerato “come una navicella spaziale e non come il far west”. 

“Un’assurdità – secondo Bologna – che per fortuna hanno capito benissimo gli adolescenti che oggi stanno dando luogo a questa straordinaria protesta. Teoricamente la nostra generazione avrebbe dovuto fare il possibile per far sì che il mondo lasciato alle giovani generazioni fosse addirittura migliore in quanto a capitale naturale. Purtroppo non è andata così”.

Negli ultimi mesi l’ambiente è al centro dell’agenda politica, economica e sociale globale. Il primo maggio, in seguito alle iniziative del movimento di disobbedienza civile Extinction Rebellion, il parlamento del Regno Unito ha approvato una mozione che riconosce l’esistenza di una crisi ambientale e climatica, seguito qualche giorno dopo dal parlamento irlandese. 
Anche in Italia l’attenzione per la questione è sempre più alta: a Roma Greta Thunberg è stata ricevuta dal Papa e ha parlato in Senato; la partecipazione alle manifestazioni del Fridays For Future è elevata e diffusa in molte città. Domani inizia il Festival dello Sviluppo Sostenibile organizzato da ASviS Alleanza per lo Sviluppo Sostenibile – di cui Fondazione Prioritalia è tra i promotori – che si concluderà alla Camera il 6 giugno.
 
Venerdì 24 maggio si terrà la seconda grande manifestazione del FridaysForFuture, e decine di migliaia di persone saranno nelle strade per chiedere un’evoluzione radicale, rapida e concreta dei modelli di sviluppo. 

Cosa ne pensano i manager – le persone che gestiscono le risorse e prendono le decisioni che orientano il funzionamento dei sistemi di produzione, di commercio e di consumo – dell’insorgere così dirompente della questione ambientale e climatica nel dibattito pubblico? 
Come si pongono rispetto alle mobilitazioni dei giovani, dei loro figli e nipoti? 


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