Ho frotte di amici entusiasti dell’aperitivo online. Conosco gente che non vede l’ora di collegarsi con in mano il suo bicchiere. Vedo ogni giorno su Instagram decine di post con l’hashtag #aperichat, #iobevoacasa, #aperitivoacasa
Personalmente trovo l’aperitivo online del tutto inutile. Anzi, no, proprio molesto.
Da settimane passo, passiamo la vita al pc, sempre collegati su Zoom, Whatsapp, Skype o qualsiasi altra piattaforma.
E quando, finalmente, riesco a staccare, a spostare gli occhi dallo schermo e togliermi gli auricolari mi devo di nuovo collegare? Grazie, no.
Va beh, ribatterà qualcuno, ma è diverso. Ti colleghi per stare con gli amici, è una cosa divertente. Ora, spiegatemi quale sarebbe il divertimento nel bere e mangiare taralli o patatine sbriciolate sul fondo del sacchetto davanti allo schermo del pc. Per di più, guardando altre persone che bevono da sole a casa loro, fingendo di spassarsela.
Senza contare che, se si è più di due, per capire qualcosa è necessario parlare uno alla volta. Ecco, dalle mie parti, una conversazione che preveda dei turni non è una conversazione. Non una conversazione piacevole, spontanea e divertente, almeno.
Ora, in tutto ciò, qualcuno che ci guadagna c’è. Sono le aziende che producono alcolici (birre, vini, e affini) e stuzzichini (a partire dalle patatine).
Per rendersene conto basta dare un’occhiata ai dati. Secondo Nielsen nelle settimane del lockdown la vendita di patatine è aumentata del 30%, mentre Tannico, piattaforma e-commerce specializzata in vini, ha registrato un incremento del 100% del giro di affari. C’è persino chi si è inventato il kit per l’aperitivo online. Si ordina su internet ed è una scatola che contiene, oltre a una bottiglia, qualche appetizer.
Per quanto mi riguarda non intendo cedere. Aspetto di tornare al buon vecchio aperitivo live, anche se con la mascherina.