Chicchiricchì, svegliamoci!

Non so se troverete questo titolo molto aderente agli argomenti che cercherò di sviluppare…
Il fatto è che, da almeno una settimana, questo straordinario regalo che la natura ha fatto al gallo mi risuona nelle orecchie, mi fa sobbalzare, mi induce a saltare dal letto e, ora, sembra anche darmi la carica per condividere con i lettori alcune sensazioni che i fatti di questi giorni suggeriscono.

Primo fatto: l’Inghilterra ha lasciato l’Europa.

Checché i coccodrilli di oggi siano indaffarati a piangere sul latte malamente versato negli ultimi anni, è innegabile che un chicchiricchì sonoro è squillato per loro nei cieli del vecchio Continente dove – come dicono a Roma: “Le chiacchiere stanno a zero”.

Se non si trova il sistema, pur nel rispetto delle regole, di far ripartire gli investimenti pubblici e privati, e quindi il lavoro e quindi i consumi e quindi i contributi che alimentano le pensioni e quindi il riassorbimento nell’attività produttiva di questa gioventù che si strascica dietro le vacuità offerte dalla attuale società, si finisce con lo spezzettare il sogno di intere generazioni.

Il che significa anche guerre, non solo economiche. Come la Storia ci ha insegnato.

Viva quindi questa sveglia che arriva da oltre Manica e che ci costringe a ragionare sugli sbagli commessi.

Secondo fatto: gli Italiani hanno imparato, a ormai quasi settant’anni dalla prima votazione democratica, a votare con la testa e non con il breviario loro consegnato dai vecchi partiti. Vedi il risultato delle amministrative. Non sono un entusiasta del voto di protesta incostruttivo ma è indubbio che esso ha rivelato la gran voglia del nostro popolo di pulizia, di trasparenza e di onestà in tutti i campi.

Suoni la sveglia ai giovani governanti nostrani che, a fronte di un grande entusiasmo giovanile e tanti buoni propositi, sembrano non aver capito che i cittadini non sono più i “beoni“ di un tempo.
Occorrono misure e fatti concreti. Occorre pensare al futuro e non a barcamenarsi nelle innocue riforme del presente atte solo a compiacersi e a compiacere la traballante Europa a trazione tedesca.

Occorre, nel pretendere dai cittadini il rispetto delle leggi, dare l’esempio di uno Stato in cui tutti si sentano difesi dalle stesse. Occorre tutelare i diritti delle persone anziane e non irridere, quando fa comodo, addirittura alla carta costituzionale che giustamente le protegge.

Non ci si illuda che il voto dei bistrattati pensionati non abbia pesato sull’esito!

Se non si sente la sveglia e non si cambia in fretta si pagheranno severe conseguenze. Gli Italiani non faranno mai una rivoluzione cruenta. Dai tempi del glorioso Risorgimento hanno, per fortuna, dimostrato di non esserne più capaci. Ma faranno di peggio.

Una volta disatteso il desiderio di onestà manifestato all’ultimo voto, si inchineranno, sull’esempio di quanto avviene già nei riti religiosi di alcune zone del Paese, al “padrino” e ai padrini di turno. Perché quelli sono sempre svegli e pronti a sostituirsi allo Stato.

Infine, il chicchiricchì più forte me lo hanno fatto sentire gli azzurri della nostra Nazionale! Chi ha tirato quattro calci a un pallone sa cosa significa, in termini di dispendio di energia, una partita combattuta come quella di ieri sera contro la Spagna. Specialmente se i pronostici sono contro e sembrerebbe facile farsi travolgere da complessi di inferiorità.

Invece abbiamo tirato fuori i denti e ci siamo ricordati, chi siamo e cosa rappresentiamo. Nello sport e in ogni scibile umano.

Nei secoli e anche, se veramente lo volessimo, ai tempi attuali. Viva l’Italia dei leoni che ieri sera hanno lottato e vinto, trascinati da tutti noi!

Al primo gol di Chiellini ho cacciato un urlo disumano. Mia moglie è corsa a prendere un bicchier d’acqua e mi ha aspramente ripreso, per i guai alla salute e il disturbo al condominio. Ma poi si sono aperte alcune finestre, la gente urlava impazzita e, da un terrazzo lontano, sono partiti addirittura fuochi d’artificio.

Che bello lottare e vincere! Che bello riconoscersi negli occhi di quei ragazzi quando, cantando l’inno, digrignavano i denti nell’attesa feroce della gara! Eravamo tutti con loro. Siamo tutti con loro e con gli italiani che lottano e sperano di vincere per un mondo migliore.

All’ultimo, un chicchiricchì affettuoso e augurale a questo blog glorioso, oggi sontuoso portale.
Si comprenda però che anche per lui è ora di sveglia, pena un risecchimento sul ramo appena spuntato.

Si capisca che la parte più importante di esso non sono gli articoli ma i commenti. Occorre quindi dare loro più risalto, togliendoli da quella specie di epitaffio, allungabile a scelta in cui sono relegati.

E, per i vecchioni come il sottoscritto, si pubblichi, senza ritrosia, un “manualetto di utilizzo” rispolverando per l’occasione la nostra magnifica lingua italiana! Ora che l’Inghilterra è più lontana, fa ancora snob usare e abusare della sua lingua?

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