IA: istruzione per l’uso

L’intelligenza artificiale è il tema caldo del momento: tutti ne parlano, pochi ne conoscono davvero caratteristiche, opportunità e criticità. Uno di questi è sicuramente Gianluigi Greco, presidente di AixIA, l’Associazione italiana per l’intelligenza artificiale e coordinatore Comitato per l’aggiornamento della strategia nazionale sull’IA, presidenza del consiglio dei ministri. Con lui abbiamo fatto il punto sull’argomento, guardando soprattutto ai vantaggi competitivi per le aziende e per il sistema Paese
intelligenza artificiale

L’IA è il tema del momento. Tutti ne parlano, tanti la vogliono… molti la temono. Di cosa stiamo parlando?

«L’intelligenza artificiale è una disciplina il cui obiettivo è sviluppare algoritmi e sistemi informatici in grado di simulare i tratti “intelligenti” del comportamento umano. La disciplina ha una consolidata tradizione che si è costruita a partire dai primi pionieristici contributi scientifici che risalgono agli anni Cinquanta. Solo recentemente, grazie agli sviluppi delle tecniche generative e ai cosiddetti Large language models, il cui esempio più noto è ChatGPT, l’IA ha travalicato i confini dell’accademia e dei centri di ricerca, diventando un fenomeno sociale e, talvolta, anche di costume».

Cosa dobbiamo farne? Insomma, come andrebbe gestita?

«L’IA è una tecnologia “abilitante”: non ha uno specifico ambito di applicazione, ma può essere utilizzata in numerosi contesti. Ad esempio, offre un ampio ventaglio di tecnologie che consentono di rendere più efficaci ed efficienti attività nel mondo della sanità, dell’automazione industriale, della scuola o della sostenibilità. C’è dunque bisogno di dare risalto alle buone pratiche già esistenti, promuovendo la conoscenza degli ambiti di utilizzo in cui maggiori sono le opportunità che consente di cogliere».

L’Italia, in tema di IA, come è messa? Siamo avanti, indietro o a metà del guado?

«L’Italia ha una notevole visibilità scientifica nel settore, costruita sulla base di un ecosistema della ricerca che è una riconosciuta eccellenza internazionale. C’è molto fermento anche nell’ambito del sistema della formazione, specie universitaria. Interessanti e di rilievo sono, inoltre, i progetti pilota avviati da alcune pubbliche amministrazioni. Più a macchia di leopardo, invece, restano le iniziative volte all’effettiva penetrazione delle nuove tecnologie nel tessuto produttivo e imprenditoriale. In particolare, è tangibile il ritardo – rispetto al panorama europeo – nella creazione di startup innovative e dedicate allo sviluppo di sistemi di intelligenza artificiale».

L’IA ha svariati utilizzi che ci possono migliorare la vita: concorda?

«Concordo assolutamente. In particolare, credo che le applicazioni dell’IA nel settore della salute e della medicina siano il segno più tangibile di come queste tecnologie possano impattare positivamente sulla vita delle persone e della società. Ad esempio, l’IA si sta sempre più caratterizzando come un potente strumento di supporto diagnostico a disposizione del personale medico nella pratica clinica, viene poi sempre più utilizzata nel design di nuovi farmaci e nella definizione di nuovi percorsi di cura».

L’IA è proprio per questo anche un vantaggio competitivo a livello di Paese. Qual è il ruolo del pubblico e del privato per crescere?

«A livello internazionale, l’IA è stata trainata dagli investimenti privati, in particolare da quelli di alcuni grandi player che hanno acquisito, negli ultimi anni, un significativo vantaggio competitivo. In questo contesto, l’Italia può comunque vantare importanti realtà industriali con consolidate competenze nel settore, che devono saper interagire sempre più sinergicamente con il sistema pubblico. Grandi progettualità dovranno essere sviluppate in una logica di collaborazione pubblico-privato, coinvolgendo pubblica amministrazione, imprese, enti di ricerca e università».

La nostra economia e le nostre aziende stanno cogliendo i vantaggi competitivi dell’IA?

«Il mercato italiano dell’IA è in continua crescita, con tassi superiori al 30% annuo nel 2022 e nel 2023. Si tratta di un settore incredibilmente dinamico che, anche grazie al positivo impatto dell’IA generativa, è destinato a raggiungere volumi estremamente rilevanti in tempi molto brevi. Le aziende hanno ormai ben colto la necessità di sfruttare appieno le possibilità offerte dall’IA; tuttavia, siamo ancora alle battute iniziali di un processo che dovrà diventare sempre più sistemico per portare un effettivo vantaggio in termini di competitività».

Qual è il ruolo dei manager nel fare dell’IA uno strumento potentissimo per modelli di business, lavoratori, clienti… e quindi un vantaggio competitivo?

«Tra i principali ostacoli all’adozione delle tecnologie di IA nelle imprese c’è, certamente, la difficoltà a individuare concreti business cases. I manager possono svolgere un ruolo cruciale nell’affrontare questo ostacolo, individuando nelle proprie imprese i contesti applicativi più proficui per l’adozione di queste tecnologie, non solo in termini di processi da rendere più efficienti o efficaci, ma anche in termini della ridefinizione stessa dei processi e delle relative modalità organizzative. Cruciale è anche il loro ruolo nell’accompagnare il percorso di trasformazione con attività di upskilling e reskilling che sappiano ben valorizzare la centralità del capitale umano nell’utilizzo dell’IA».

Allora, guardando al futuro, da dove partiamo per generare valore e vantaggi con l’IA?

«Credo si debba partire proprio dal capitale umano. L’Italia marca un significativo ritardo a livello europeo sia sulle competenze digitali di base sia sul numero di professionisti in grado di utilizzare e trarre vantaggio dalle nuove tecnologie. Innovare significherà sempre più promuovere una formazione specialistica di eccellenza e sviluppare un processo che su larga scala avvicini i cittadini e i lavoratori alla comprensione e all’utilizzo critico degli strumenti digitali».

Gianluigi Greco
Gianluigi Greco, presidente AixIA, Associazione italiana per l’intelligenza artificiale e coordinatore Comitato per l’aggiornamento della strategia nazionale sull’IA, presidenza del consiglio dei ministri.

 

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