Congresso Manageritalia: un appuntamento cruciale

Il presidente Guido Carella ci racconta di un’Organizzazione in ottima forma, delle iniziative e dei progetti portati avanti per lo sviluppo e la crescita dei manager e del Paese. Ci parla del valore del lavoro svolto fin qui dalle Associazioni territoriali e dei Precongressi che hanno tracciato le linee guida per il prossimo quadriennio. Il futuro di Manageritalia sarà al centro del prossimo Congresso, il 15 e il 16 novembre a Milano. Obiettivi, sfide e opportunità

Come arriva Manageritalia a questo Congresso?
In ottima forma. I nostri associati continuano a crescere: nel corso del 2019 sono aumentati dell’1,8%, soprattutto per quanto riguarda gli attivi (dirigenti, quadri ed executive professional). I dirigenti privati con il nostro contratto sono a fine agosto 24mila (+1,2% rispetto a gennaio). Dal 2008 a oggi, a fronte di un calo del 5% dei dirigenti privati, quelli che hanno il nostro contratto sono invece cresciuti dell’8,2%. Inoltre, sono più di 8mila le aziende che applicano il nostro contratto e le donne dirigenti sono il 18%. Sono dati decisamente positivi. Abbiamo gestito bene i nostri fondi, adeguandoli ai mutamenti in atto e mantenendo il cardine della solidarietà tra le diverse età e le diverse categorie. L’attenzione adesso è rivolta a gestire la piattaforma per il rinnovo contrattuale. Con la controparte stiamo analizzando a fondo le tematiche che saranno oggetto della trattativa in modo da arrivare con le idee chiare sui possibili adeguamenti da apportare al contratto e pervenire a una soluzione condivisibile per entrambe le parti. Il contratto rimane sempre il veicolo più importante per valorizzare il ruolo della cultura manageriale e promuoverne la diffusione nelle imprese. A questo si aggiunge l’attenzione a supportare tutti i manager con servizi adeguati a una professione sempre più sfidante.

Un Congresso che guarda alle esigenze dei manager, ma anche al paese e al contributo che questi possono dare?
Certo, anche noi manager possiamo fare qualcosa subito. Vogliamo partire dalle ricchezze del territorio e andare a conoscere le imprese, parlare con loro di contratto collettivo e di tutti i benefici collegati alla sua applicazione, del welfare, della previdenza, offrire informazioni e sostegno. Insomma, dobbiamo tornare anche un poco a fare il sindacato alla vecchia maniera, in modo da informare e aggiornare gli addetti ai lavori, ma anche gli associati che non sempre capiscono l’importanza dei fondi di categoria e dell’intero pacchetto di tutele. Guardiamo, come detto, alle esigenze dei manager associando e fornendo rappresentanza e servizi ai quadri e agli executive professional. Per questi ultimi è da poco nata la loro associazione che ci permetterà di rappresentarli ancor meglio a fronte di un’economia e di un mondo del lavoro che cambia vertiginosamente. Forti di questa base, possiamo e vogliamo di certo dare un importante contributo anche alla crescita del Paese.

Questo si capisce anche dalla selezione dei temi all’ordine del giorno…
La scelta dei temi è partita da lontano. Già nell’ultima Assemblea nazionale di giugno si era fatto un primo bilancio del Piano operativo 2016-2020 e ogni Associazione territoriale aveva dato indicazioni sui temi che riteneva prioritari per il futuro. Al Manageritalia Camp di luglio abbiamo poi iniziato a parlare di Congresso e, in tale occasione, sono stati evidenziati due grandi filoni. Il primo riguarda “Il futuro di Manageritalia” e quali iniziative vanno sostenute per assicurare la corretta rappresentatività dell’Organizzazione. Rientrano qui il tema del Welfare e quello del Sindacato a km 0. Il secondo filone, “Manageritalia per il futuro”, affronta i nostri progetti a beneficio del Paese e delle nuove generazioni. Rientrano qui la Trasformazione del mondo del lavoro e la Conoscenza.

Qual è il ruolo degli oltre 36mila manager associati?
In preparazione delle assemblee e dei Precongressi delle Associazioni territoriali e del Congresso nazionale abbiamo chiesto a tutti i nostri 36mila associati l’opinione sui temi al centro del nostro futuro e li abbiamo invitati a esprimere le loro idee anche in un’apposita community online. Infatti, come già avvenuto quattro anni fa nella precedente tornata congressuale, abbiamo predisposto una piattaforma, attiva dal 16 settembre, alla quale hanno potuto accedere tutti gli iscritti a Manageritalia e alcuni ospiti che hanno dialogato e portato il loro contributo. Naturalmente ci attendiamo che il dibattito che ci ha condotto ai Precongressi e poi al Congresso nazionale aumenti il numero delle proposte e ne migliori i contenuti. E in questo modo i singoli associati e tutti i territori possono partecipare attivamente.

Quindi, un forte collegamento con il territorio e con i vostri stakeholder per incidere davvero e in modo diffuso?
Dal dibattito interno è emersa con chiarezza la necessità di trovare opportune strategie e azioni per dare al territorio prospettive di sviluppo solide, inclusive e sostenibili. Per questo, in occasione dei Precongressi, le associazioni di Manageritalia hanno sottoscritto un manifesto d’intenti indirizzato alle istituzioni e agli stakeholder locali: “l’ImPatto dei Manager per…”, dove i manager stessi si impegnano a portare avanti azioni concrete per contribuire in maniera attiva allo sviluppo delle regioni in cui operano. Naturalmente ciascun “ImPatto dei Manager” è declinato in base alla specificità di ogni territorio e sulle tematiche affrontate in ciascun Precongresso. È quindi importante conoscere a fondo il contesto locale e le comunità; saper costruire una relazione a misura dei bisogni della persona e passare a una società con rinnovate aspirazioni e capacità di crescere. L’Italia ha smarrito la capacità di guardare avanti e si limita a utilizzare le risorse di cui dispone senza tuttavia seguire un programma preciso. Vogliamo contribuire a promuovere elementi di un immaginario collettivo vitale e palpitante che guarda agli altri e al futuro, che è concretamente ottimista: è questa la sfida nella quale ci vogliamo cimentare.

Il Congresso farà una sintesi di tutto questo? In che modo?
Certo, dobbiamo fare sintesi e mettere a frutto il valore raccolto e condiviso sui territori. Un ulteriore modo per ascoltare la base e per condividere con questa la costruzione delle linee guida del nostro futuro. Infatti, il Congresso è indetto ogni quattro anni in concomitanza con le scadenze dei mandati conferiti agli organi sociali e al quale prendono parte i delegati delle Associazioni territoriali costituenti Manageritalia, nonché esponenti del mondo politico, economico, sociale e istituzionale. Il suo ruolo è proprio quello di definire l’indirizzo politico e strategico della Federazione e indicarne le linee programmatiche.

E poi?
I lavori del Congresso nazionale vengono tradotti in priorità e contribuiscono a definire l’elenco dei progetti dell’Organizzazione per i quattro anni successivi alla celebrazione dell’evento. Le indicazioni che emergeranno dal Congresso di novembre saranno alla base del Piano operativo che determina gli obiettivi e le priorità di Manageritalia per il quadriennio 2020-2024. Le indicazioni congressuali verranno dunque tradotte in progetti e azioni. Il Piano operativo è lo strumento per affrontare la complessità di un contesto sempre più mutevole e dinamico e riconosce un ruolo incisivo alle Associazioni territoriali, che concorrono sia alla progettazione sia alla realizzazione delle priorità e degli obiettivi definiti.

Guardando al futuro, come pensate di poter incidere e portare il vostro contributo per la crescita del Paese?
Noi vogliamo e dobbiamo incidere positivamente anche nella società in cui viviamo. Lo facciamo già, ma vogliamo farlo di più e meglio. Una classe dirigente degna di tale nome non può galleggiare nell’indifferenza e nell’inattivismo. Vogliamo mettere al centro ogni manager associato, facendolo diventare soggetto attivo e rendendolo nel contempo oggetto delle attenzioni che solo un complesso di servizi evoluto come il nostro sistema può offrire, dandogli anche l’opportunità di esprimersi nel sociale. Al centro del cambiamento deve esserci un lavoro di qualità e, aggiungo, giustamente retribuito, intorno al quale ruoterà l’intera trasformazione del mondo. La sfida è molto difficile e riguarda tutti: le imprese, che devono insistere sulla riqualificazione dell’attuale forza lavoro, i lavoratori, che devono continuamente aggiornare le proprie competenze in maniera trasversale, e i governi, che devono creare un ambiente adatto a questi cambiamenti con politiche adeguate, come quelle del lavoro. Noi rivendichiamo la centralità della qualità del lavoro e una visione nel futuro di crescita. Vogliamo che si intervenga efficacemente sulla crescita di alcuni fattori chiave quale la produttività e la partecipazione al mercato del lavoro, con un significativo incremento qualitativo della forza lavoro. 

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