Dalla maratona di idee sul turismo

Una testimonianza sull'iniziativa organizzata dal Mibact duranti gli stati generali di Pietrarsa

Il 7 e 8 aprile ho partecipato alla maratona di idee sul turismo To.Ma.To, Top Marathon Tourismorganizzata dal ministero dei Beni culturali con Invitalia al museo ferroviario di Pietrarsa nell’ambito della seconda sessione degli stati generali del turismo. Con un centinaio di “esperti di marketing e appassionati di turismo, artisti, creativi, designers, manager della cultura, informatici”, età media 30 anni, divisi in dieci squadre, abbiamo lavorato per 24 ore senza (quasi) sosta arrivando a formulare una proposta innovativa sul turismo e l’abbiamo sottoposta a una giuria di esperti.
 
Cosa mi porto a casa? 
Prima di tutto le relazioni con gli altri otto della squadra di cui ho fatto parte e il clima di fiducia con cui abbiamo lavorato. Trovarsi insieme a sconosciuti con motivazioni, competenze e provenienze diverse – con me c’erano persone attive in associazioni di promozione turistica e culturale, un ingegnere informatico di Firenze, un filosofo di Ischia, un matematico e divulgatore scientifico di Bari, un’esperta di turismo responsabile che gestisce un b&b a Matera – che si mettono in gioco per far emergere un’idea e articolarla in un progetto credibile è valso lo sforzo della competizione. 
 
Il bilancio dell’esperienza tende al positivo, sia sul piano personale sia valutando complessivamente la manifestazione alla luce dei giudizi degli altri concorrenti, della disponibilità del personale organizzativo e della particolare bellezza dell’
ambientazione. Anche se il nostro progetto, una piattaforma di co-design dove far incontrare domanda e offerta di servizi turistici, non è stato premiato (queste le tre proposte vincitrici) partecipare mi ha permesso di sapere qualcosa in più sulle tendenze del turismo nonché a sperimentare il “metodo maratona”, evoluzione dell’hackathon, formula sempre più diffusa e praticata.
 
Ritengo To.Ma.To
una sperimentazione riuscita ma non priva di contraddizioni, in particolare la separazione tra gli esperti convocati ai tavoli degli stati generali “a porte chiuse” e i volontari partecipanti alla maratona. Si poteva cogliere l’occasione per rafforzare la buona intenzione del Mibact di arrivare alla stesura del prossimo piano strategico nazionale quinquennale del turismo italiano (bibbia delle politiche pubbliche sulla materia, sarà presentato a luglio al termine della terza e conclusiva sessione degli stati generali) attraverso un processo di consultazione pubblica condiviso e partecipato. 
 
Sarebbe stato quindi utile far incontrare i giovani volontari con i docenti universitari, i direttori dei musei, i rappresentanti delle associazioni del settore, gli imprenditori, i manager e i decisori delle istituzioni locali convocati ai tavoli degli stati generali. Probabilmente 
creare un’interazione feconda tra i senior e i maratoneti senza cadere nella retorica non sarebbe stato semplice, avendo poco tempo a disposizione e 500 persone da gestire. Sicuramente meno difficile, però, sarebbe stato fare attenzione ad alcuni dettagli che, messi insieme, rivelano quanto sia ancora marcato il divario tra le intenzioni e le pratiche.
   
Come altri partecipanti, infatti, ho percepito come stridente la disparità tra la “
messa in (s)cena accompagnata da piccole degustazioni” dedicata agli esperti (giunti e poi riportati a Napoli con un treno d’epoca riservato) e le pizzette con cui abbiamo cenato noi giovani innovatori entusiasti. E ho ritenuto incoerente essere invitato a promuovere l’innovazione, la sostenibilità e la qualità nell’accoglienza ma, allo stesso tempo, essere rifocillato con coca light, gatorade, crackers e barrette energetiche in un ambiente scaldato da un appestante generatore di aria calda alimentato a gasolio. 
 
In fondo, ripensandoci a freddo, nella maratona si riflettono alcuni dei contrasti che caratterizzano l’industria turistica: da una parte ci sono i servizi low cost, per masse indistinte, senza tanto riguardo per qualità e sostenibilità; dall’altra, per chi apprezza e può pagare,
esperienze personalizzate e sofisticate, naturalmente slow.
  
Ricucire questa frattura è una delle sfide che il turismo italiano sta cercando di affrontare. Le indicazioni emerse nel documento di sintesi 
presentato dopo la prima sessione degli stati generali di Pietrarsa a ottobre sono incoraggianti. Bisogna vedere come si concretizzeranno, anche alla luce dell’esperienza della maratona, che auspico venga considerata come parte generativa della strategia e non come evento fine a sé stesso.

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