Dentro Caravaggio: a Milano fino al 28 gennaio

La Madonna dei Pellegrini. Quell'uscio in vicolo del divino amore... Da non perdere la mostra dedicata al grande artista presso Palazzo Reale

Fin dalle prime rappresentazioni artistiche, e soprattutto dal Medioevo in poi, la Santa Casa di Loreto era sempre stata rappresentata dai pittori  come una capanna trasportata in volo da angeli su una nuvola, poiché proprio così  la  sua  storia  era  stata  narrata nelle fonti. E così probabilmente avremmo continuato a  vederla  se  nel  panorama della pittura di inizio 600 non fosse comparso lui, il più sregolato di tutti i geni, Michelangelo Merisi da Caravaggio.

A Roma da quasi 10 anni, fuggito da Milano per aver ucciso un uomo, nel 1605 Caravaggio era un artista tra i più noti, amato e odiato dalla committenza in egual misura, idolatrato da buona parte dell’aristocrazia e demonizzato da una larga fetta del clero  che  guardava con sospetto al suo modo di fare poco consono ai dettami della Controriforma.

E proprio in quell’anno, all’apice della sua carriera, fu incaricato di realizzare una pala d’altare che celebrasse la Madonna che accoglie i pellegrini nella Santa Casa di Loreto.

A  commissionare l’opera fu il marchese Ermete  Cavalletti, che nel 1602 aveva percorso il pellegrinaggio a Loreto e al ritorno a Roma aveva deciso di rendere omaggio alla Madonna dei Pellegrini di Loreto dedicandole una cappella nella chiesa di Sant’Agostino.

Chissà se il Marchese ebbe modo di discutere con anticipo i dettagli dell’opera con Caravaggio! Certamente non vide l’opera conclusa, essendo morto prima, né fu investito da ciò che le fonti contemporanee definirono “un grande schiamazzo popolare” che ne nacque intorno.

Si badi bene, schiamazzo e non critica, anche se certamente i detrattori del Caravaggio non persero occasione per denigrare la sua creazione.

Schiamazzo che  seguì a un grande silenzio, quello della folla e dei padri agostiniani nel momento in cui il telone fu abbassato rivelando una scena che in pochi si sarebbero aspettati: due pellegrini dagli abiti logori, con addosso i segni di un  viaggio lungo centinaia di chilometri, con il solo bastone  tra  le  mani  si  inginocchiano, mettendo in mostra i piedi più sporchi della  storia  dell’arte, di fronte alla Vergine Maria, apparsa sulla soglia di casa tenendo stretto tra le braccia un bambino troppo cresciuto per essere il tradizionale Gesù.

D’altronde di tradizionale qui  c’era ben poco! Non la nuvola né gli angeli, ma la Vergine che accoglieva i Pellegrini sulla soglia di un palazzo talmente malridotto da mostrare i mattoni sotto l’intonaco caduto,  esattamente come la prostituta Lena, che prestava il volto alla Vergine, accoglieva i clienti, regalandoci l’immagine più devota e sentita di sempre.

DOVE: Dentro Caravaggio, Palazzo Reale, Milano, fino al 28 gennaio

CURIOSITÀ
Alcuni  critici  d’arte  hanno  riconosciuto  nella  soglia  dipinta  l’androne  del palazzo in vicolo del Divino Amore 22 a Roma, a due passi da piazza Navona, proprio la dimora del Caravaggio che in quel periodo aveva una relazione con Lena.

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