CIDA Campania in vista delle elezioni regionali ha previsto come di consueto un incontro con i candidati.
Nel corso dell’incontro ci si confronterà sul futuro della Regione partendo dal documento La Campania che vogliamo che esprime il contributo e le richieste dei manager attraverso CIDA su alcune tematiche importanti e strategiche per il futuro del nostro territorio valorizzando il ruolo che dirigenti, quadri ed executive professional e le loro rappresentanze hanno per il territorio.
In particolare, gli incontri in programma al momento sono:
– venerdì 11 settembre alle ore 17,30 presso l’Hotel RAMADA, Via Galileo Ferraris 40 Napoli, incontro con il candidato alla Presidenza della Regione, On.le Valeria Ciarambino
– lunedì 14 settembre alle ore 18,00 presso l’Hotel HOLIDAY INN, Via Domenico Aulisio Centro Direzionale – Isola E6 Napoli, incontro con il candidato alla Presidenza della Regione, Dott. Stefano Caldoro
Anche per l’efficacia delle nostre proposte e azioni conseguenti contiamo su una ampia partecipazione.
Vediamo i punti salienti delle proposte di CIDA contenute nel documento La Campania che vogliamo nell’intervista con Ciro Turiello, rappresentate di Manageritalia in Cida Campania.
Quali sono i problemi più urgenti della Campania oggi?
In generale la Regione sconta la mancanza di processi di modernizzazione e di competitività di sistema, con le relative ricadute negative sul tessuto sociale ed economico del territorio. In particolare, in merito all’attuale situazione di crisi economica determinata dall’emergenza pandemica, i dati macroeconomici presentano elementi di fortissima preoccupazione per cui si richiedono scelte e politiche coraggiose finalizzate a fronteggiare adeguatamente i nebulosi scenari futuri.
E le opportunità?
La posizione strategica della Regione nello scacchiere nazionale e mediterraneo ne fanno la prima beneficiaria di un processo di sviluppo economico in ragione delle necessità logistiche, delle potenzialità economiche e dei margini di miglioramento delle realtà più arretrate, sia all’interno dell’Italia sia per l’intero bacino internazionale di riferimento geografico: l’Europa meridionale, l’Africa settentrionale e il Medio Oriente. Bisogna poi evidenziare che la Campania è il territorio con la popolazione più giovane di un Paese segnato dai processi di invecchiamento della popolazione, oltre ad essere la seconda regione italiana per numero di abitanti.
Nel vostro documento di proposta si parla di istruzione e sanità. Quali sono i punti chiave per rafforzare questi assi portanti dello sviluppo?
Per l’istruzione puntiamo a rafforzare ed implementare gli strumenti per l’alternanza e soprattutto per il raccordo fra scuola e mondo del lavoro, partendo dal curare una piaga di dimensioni preoccupanti come quella della dispersione e dell’abbandono scolastico. Tale obiettivo potrebbe essere raggiunto anche con la creazione di un “reddito di scolarità” nel complesso dell’intera offerta formativa ipotizzato nel documento. La nostra proposta prevede inoltre interventi mirati a recuperare risorse per il sistema universitario, colpevolmente diminuite negli ultimi decenni.
Per la Sanità, considerando positiva l’uscita da un lunghissimo commissariamento (10 anni), rappresentiamo la necessità di rendere la gestione efficiente non solo sotto il profilo della quantità dei servizi resi, ma soprattutto della qualità. La Campania è, a torto, penalizzata sulle risorse disponibili e questo pregiudica il raggiungimento di tali obiettivi.
Grande attenzione riserviamo pertanto al rafforzamento della sanità sul territorio intesa come serio impegno nella prevenzione e nella tutela della salute, implementando un servizio sanitario centrato sulla proattività anziché sull’attesa. Infine riteniamo necessaria la modernizzazione delle attuali strutture ospedaliere a partire dall’edilizia fino alle moderne tecnologie proiettate verso l’intelligenza artificiale.
La proposta punta molto sul rafforzamento della managerialità. Perché e come?
Non credo che servano molte parole per spiegare il perché… il vero deficit che scontiamo non solo Sud ma anche in molte altre e vaste aree del Paese, è il progressivo depauperamento delle competenze. Un processo causato anche dall’indebolimento dei corpi fondanti del tessuto regionale della managerialità, che è impossibile da valorizzare in assenza di adeguate competenze e professionalità. Sul come fare, per riassumere: credo si debba puntare sull’innovazione ma anche sulla certificazione delle competenze e la misurazione dei risultati, tramite specifiche short list, facendo formazione continua, costruendo modelli flessibili di impiego manageriale, favorendo l’interscambio di managerialità fra pubblico e privato”.
Il ruolo del management è anche il grimaldello per arrivare ad una PA che rafforzi l’economia e la società?
Assolutamente sì, soprattutto in una regione dove l’intervento pubblico è il principale volano dell’economia, il nostro ruolo di manager pubblici e privati è proprio quello di fare squadra verso un unico obiettivo, lavorando congiuntamente secondo modelli comuni di efficienza e produttività. Bisogna partire principalmente della PA e coinvolgere anche tutti gli operatori presenti a vario titolo nei processi economici e sociali.
Pensa che la Campania possa trovare nell’attuale emergenza una forte spinta a cambiare e come?
La Campania DEVE trovare una forte spinta a cambiare. Nella sua negatività l’attuale emergenza si può trasformare in una grande opportunità. Nel nostro documento presentiamo diverse proposte, come la necessità di un patto non solo per la stessa Campania ma per l’intero Sud, oltre a specificare bene quale è la Regione che non vogliamo.
L’emergenza ha in parte dimostrato che in tale contesto tutti finalizzano positivamente la propria azione producendo risultati anche migliori rispetto ad altre aree del Paese. La vera sfida oggi è quella di mantenere e valorizzare la grande “tensione positiva” che viviamo trasformandola in programmazione e attuazione quotidiana, ai diversi livelli di responsabilità.