Formazione, emergenza nazionale

L'occupazione cresce in Italia, ma solo tra i più istruiti. Le imprese sono alla ricerca di laureati, sempre di meno nel nostro paese

Benché in Italia gli effetti della crisi non siano del tutto passati, si registrano segnali di ripresa. Le imprese tornano ad assumere, ma solo coloro che hanno un livello di istruzione elevato (laurea o titolo superiore). Il problema? In Italia questi profili non sono così diffusi, tanto che a livello europeo il nostro paese vanta lo sconfortante primato del minor numero di laureati, persino tra i giovani fino ai 34 anni, come chiarisce in questo articolo sul Corsera Federico Fubini. Le statistiche rivelano che la ripresa dell’occupazione riguarda in particolare gli uomini, anche se sono le donne a privilegiare un percorso di studi che porta a un titolo accademico. 

Insomma, nel nostro paese è in corso una vera e propria emergenza legata alla formazione. E dichiarazioni pubbliche come quelle che spesso si sentono sull’inutilità del pezzo di carta sono gravi perché lanciano un messaggio non supportato dai dati sull’occupazione.

Che fare allora per favorire la formazione e arginare la fuga di quei cervelli alla ricerca di migliori opportunità professionali all’estero? Quali investimenti occorrono per invertire questo trend preoccupante e che ci fa perdere in competitività? 

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