Richard Branson ha un sogno (a dire il vero ne ha tanti, come tante sono le sue fondazioni benefiche). Attuare un piano B che smentisca il fatale fondamentalismo di Tina (there is no alternative) e del business as usual. Nel suo caso il piano B sta per (più) buono. Buono per il mondo e buono per il futuro dell’umanità. Suona un pochino sentimentale, ma qui non siamo di fronte ad ambientalisti romantici ma a imprenditori di successo.
La fondazione The B Team, infatti, oltre al fondatore della Virgin aggrega, tra gli altri, personalità quali Arianna Huffington, fondatrice del gruppo editoriale Huffington Post; Paul Polman, amministratore delegato di Unilever; François-Henri Pinault, amministratore delegato di Kering; Ratan Tata, presidente del Gruppo Tata; Muhammad Yunus, fondatore di Grameen Bank e premio Nobel per la Pace. Lo scopo? Catalizzare un movimento di imprenditori leader per ideare un modo migliore di fare impresa, finalizzato al benessere delle persone e del pianeta.
Una visione i cui progressi e azioni sono ben esposti nel rapporto che potete scaricare qui. Perché un altro mondo è possibile anche per i businessman.
Tratto dal numero di giugno di DIRIGIBILE. Clicca qui per leggere l’inserto della rivista Dirigente.