Non è solo questione di Parkour, o Calisthenics, insomma Street WorkOut molto apprezzato fra i giovani. La questione è che la civiltà digitale è mobile e quindi pretende che la palestra sia altrettanto mobile. Il bisogno di movimento diventa sempre più situazionista, libero. Ancora una volta risulta chiaro come molti settori facciano fatica a declinare l’economia digitale. Palestre e centri fitness fanno molto sport fordista, o meglio, la palestra ha lo stesso difetto e vincolo della vecchia tv: i programmi hanno precisi orari. Ma nella digitale on demand economy ogni esigenza deve essere soddisfatta nell’istante in cui nasce.
L’uberizzazione vale anche per lo sport. Lo stesso co-working induce le persone a voler muoversi e fare attività per il proprio corpo in ogni momento
in modalità destrutturata. Inoltre alcune ricerche condotte in Germania e Austria evidenziano, dati alla mano, che sempre
più persone preferiscono le attività all’aria aperta o mentre si recano al lavoro, a scuola o a fare la spesa. Dunque spazi freestylee occasioni (corsi) outdoor. È in atto una piccola rivoluzione. Non a caso la Nike ha abbandonato il suo “Just do it” per il “Unlimited You”. Un segnale.