Glutine: purtroppo non è più farina del nostro sacco

Nel mio quotidiano lavoro di oncologa
punto spesso il dito contro i principali nemici della nostra salute. Gli stessi che cito nel mio libro Mangiare bene per sconfiggere il male (Mind Edizioni). E cioè glutine, zuccheri e latte vaccino (con tutti i suoi derivati). In questo articolo vi parlo del primo, concedendomi una premessa fondamentale. Non è automatico che chi soffre di problemi intestinali svilupperà un tumore, ma è inoppugnabile che tutti i malati di tumore soffrono di problemi intestinali.

Non come conseguenza della malattia, ma come causa. Perché è dall’intestino che origina sempre tutto. Mettiamocelo bene in testa. Detto questo, ritorno al troppo glutine delle farine usate nei prodotti da forno (e nascosto in mille altri alimenti): biscotti e fette biscottate, cereali del mattino e pane confezionato, merendine e panature, oltretutto fritte, di tanti cibi surgelati. Il glutine ci fa male – ma molto male! – in quanto ci “asfalta” il sistema immunitario rendendolo “sordo” e “cieco”, privandoci così della sua fondamentale difesa. È una sostanza collosa che appiccica il tratto gastroenterico, lì dove si trova il 70% del sistema immunitario, impedendogli di fare da “sentinella” contro i pericoli. C’è una provata correlazione tra l’elevato consumo giornaliero di glutine e l’insorgenza di malattie linfoproliferative quali leucemie, linfomi e mielomi (allarmante, oggi, l’incidenza nei bimbi piccolissimi, proprio perché queste farine sono presenti nei prodotti per la prima infanzia!).

Ma il glutine fa anche di peggio. Alla John Hopkins University School of Medicine hanno studiato l’impatto sul cervello di un’infiammazione gastrointestinale da glutine in soggetti celiaci (consapevoli o no, il che è ben peggio), trovando evidenze in relazione a emicranie croniche, schizofrenia, ictus ischemico con coagulazione del sangue nel cervello, attacchi epilettici, per non dimenticare la terribile Sla (Sclerosi laterale amiotrofica, o malattia di Lou Gehrig), il Parkinson o l’Alzheimer. 

Sfortunatamente continuiamo a crogiolarci
nell’illusione che, se non si è affetti da celiachia conclamata, il glutine sia innocuo. Stando a uno dei massimi esperti mondiali in materia, il professor Alessio Fasano della Harvard Medical School, quasi tutti ne siamo ormai affetti a vario grado. Perché quasi tutti, per reazione al glutine, produciamo zonulina, la proteina che regola la permeabilità dell’intestino e che si trova in frumento, orzo, grano e segale.

La zonulina altera la permeabilità intestinale consentendo l’ingresso nel nostro torrente ematico di proteine che altrimenti ne sarebbero escluse. E a essere più pericolosi sono i prodotti multigrain, o multicereali, molto diffusi negli Usa per le prime colazioni (ora purtroppo anche da noi).

C’è tuttavia una buona notizia: cambiando radicalmente abitudini alimentari, eliminando cioè il glutine, la risposta positiva dell’organismo è altrettanto rapida. Io lo vedo ogni giorno nei miei pazienti. Basta volerlo. Vogliatelo anche voi, perché le alternative esistono in natura e si trovano non solo nei negozi bio, ma ormai anche nei supermercati. Mi riferisco a farine prive di glutine in natura, come quelle di quinoa, amaranto, ceci, mandorle, sorgo, grano saraceno, fave, riso, castagne, miglio, chia, noci, lupini, vinaccioli, fagioli. Farine con le quali si possono fare ottimi cibi salati o dolci. Ma che si trovano anche in chicchi, che hanno oltretutto una gratificante resa in cucina sotto forma di insalate, inediti cous cous con verdure o pesce. O ancora come “risotti” diversi. Anziché un “orzotto” cucinatevi un “sorgotto”, con il sorgo al posto dell’orzo (che invece di glutine ne ha tanto, così come il kamut!). Provate. Bastano un po’ di fantasia e tanta voglia di volersi bene.

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