I manager devono mettere in sinergia nuove tecnologie e persone

Il 12 ottobre quasi 100 manager hanno dato vita a Modena al Precongresso di Manageritalia Emilia Romagna. Tema al centro dei lavori, che hanno coinvolto politica, istituzioni e business community, la trasformazione del mondo del lavoro

«Le nuove tecnologie sono indispensabili, ma oggi le competenze manageriali – relazionali e a livello di costruzione dei modelli di business e delle organizzazioni del lavoro sottese – sono determinanti per portare i vantaggi dell’innovazione nelle aziende, al lavoro di tutti noi e anche nella società. Un discorso che vale anche per il pubblico e per i manager di questo settore, che devono sfruttare l’innovazione per migliorare il suo supporto all’ecosistema del territorio». Così Morena Diazzi, direttore generale Economia della conoscenza, del lavoro, dell’impresa della Regione Emilia Romagna, che ha animato la tavola rotonda insieme a tanti altri interessanti ospiti della politica, dell’istruzione e della business community.

Ma andiamo con ordine.
Tanti i manager associati presenti nella mattinata del 12 ottobre a Modena per sviluppare, dopo l’Assemblea, i lavori del Precongresso dell’Associazione regionale che porterà così il contributo del territorio al Congresso nazionale di Manageritalia il 15 e 16 novembre a Milano. Ad aprire la parte pubblica sul tema delle trasformazioni del lavoro è intervenuto Gian Carlo Muzzarelli, sindaco di Modena: «Le tecnologie pervadono ormai la nostra vita, sia lavorativa, che personale. Determinante è che lo facciano ancor più e soprattutto meglio e in questo i manager hanno un ruolo chiave per coinvolgere tutti e tutto il territorio nelle trasformazioni in atto». «Ci aspettiamo molto da voi – ha detto rivolgendosi ai manager presenti – e dobbiamo collaborare sempre di più anche fuori dalle aziende, con l’amministrazione pubblica, con la società, insomma sul territorio, anche per restare al centro dei cambiamenti».

La tavola rotonda

Molti gli interventi alla tavola rotonda moderata da Jader Sabbi, director of information management PwC, e aperta dal presidente dell’associazione emiliana Paolo Longobardi: «Vogliamo, come manager, portare appieno i vantaggi dell’innovazione tecnologica, anche quella digitale e legata all’intelligenza artificiale, nelle nostre aziende e filiere, ma dobbiamo poi contaminare tutto il territorio. Dobbiamo farlo per noi stessi, per le nostre aziende, ma anche per avere un ecosistema e dei lavoratori che possano trarre il meglio dalle profonde trasformazioni in atto. Svilupperemo ancora maggiori sinergie con istituzioni e organizzazioni perché questo avvenga e se ne traggano i veri e indiscutibili vantaggi».

«I Precongressi delle 13 Associazioni territoriali di Manageritalia – ha spiegato Mario Mantovani, presidente Cida e vicepresidente Manageritalia – partono oggi da Modena e in una settimana toccheranno le 13 nostre sedi su tutto lo stivale. Un’operazione di ascolto dei nostri manager che operano in azienda e conoscono profondamente il territorio che sarà determinante per i lavori del Congresso Nazionale. Lavori che saranno vitali per tracciare le nostre linee guida per supportare nel prossimo futuro i manager e portare i loro contributi, le loro idee e azioni a vantaggio di tutti. E nella trasformazione del lavoro il nostro ruolo è ancora più centrale e unico».

Rita Cucchiara, professore Unimore e direttore Laboratorio nazionale di Artificial Intelligence & Intelligent System, ha spiegato che i manager devono avere cura del nostro patrimonio di conoscenze, riconoscendole in azienda con determinati ruoli e retribuzioni e allevandolo e attraendolo sin dal momento degli studi. E aggiunge: «I vantaggi delle nuove tecnologie, ancor più dell’intelligenza artificiale, si esplicano appieno solo se i manager in azienda sono al corrente e hanno un mindset orientato a costruire e gestire i business con le tecnologie e quindi a dare spazio e connettersi con i tecnici. Questo nel nostro territorio avviene già, ma deve essere più diffuso e condiviso tra tutti gli attori».

«Pubblico e privato devono dialogare molto di più e la Pubblica amministrazione, nella digitalizzazione del paese e anche delle aziende, ha un ruolo chiave. Determinante il ruolo dei manager pubblici nella capacità di fare sinergia con quelli privati, anche favorendo un ricambio e un’osmosi tra questi due settori», così Piera Magnatti, presidente Comitato Scientifico Agenda Digitale Regione Emilia Romagna.

Infine, secondo Luca Rossi, direttore generale Confindustria Emilia Romagna «nelle imprese non c’è solo il problema, o meglio opportunità, di colmare il gap tra competenze oggi necessarie per competere e quelle sviluppate dal nostro sistema formativo, ma anche quello di riconsiderare i modelli di business e organizzativi alla luce delle opportunità offerte dalle nuove tecnologie. Serve poi sempre più collaborazione tra tutti i nostri mondi: imprese, scuola/università, pubblica amministrazione».




I dati

Alcuni dati dimostrano che l’innovazione c’è ed è presente sul territorio della regione, ma rimane confinata alle singole aziende e non riesce a fare sistema sia nella cooperazione tra imprese che tra pubblico e privato. Il gap con l’Europa sta tutto qui e in un livello di istruzione terziaria troppo basso. Questo dicono i dati e questo si è ribadito e condiviso al Precongresso emiliano.

L’Emilia Romagna, guardando ad alcuni parametri significativi della presenza di innovazione nel territorio (vedi grafico) svetta anche rispetto alla media europea per piccole e medie imprese che innovano all’interno dell’azienda, domanda di registrazione del disegno o modello, innovazione di prodotto/processo. Mentre i gap negativi più vistosi sono nella collaborazione di pmi innovative, nell’istruzione terziaria, nella spesa in R&S del settore pubblico e nelle co-pubblicazioni pubblico-privato. Rispetto all’Italia l’Emilia Romagna si posiziona sempre sopra la media, salvo nelle imprese con accordi di cooperazione per l’innovazione (78,7).

Legenda
Le due linee colorate sono la regione (Emilia Romagna) rispetto all’Italia e all’Europa che sono =100.
Più in dettaglio:
Se l’Italia è 100: la linea arancione è Emilia Romagna rispetto a Italia (se linea arancione > 100 allora Emilia Romagna meglio di ITALIA)
Se l’Europa è 100: linea blu è Emilia Romagna rispetto a Europa (se linea blu > 100 allora Emilia Romagna meglio di EUROPA)
IN SINTESI, la lettura dei due grafici è sempre “se maggiore di 100, la regione performa meglio del benchmark”

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