La Generazione Z e il mondo digital

Qual è il rapporto dei giovanissimi con il digitale? Doxa ha presentato una ricerca con diverse fonti che esplora le modalità di utilizzo di device e social network della cosiddetta Generazione Z, ovvero dei teenager nati verso l’inizio degli anni 2000 e che oggi hanno dunque un’età tra i 10 e i 16 anni. Adolescenti che entreranno nel mondo produttivo nel 2025, hanno mosso i primi passi in un mondo fluido e precario, con l’11 settembre e due crisi economiche, dove l’iPhone e Facebook erano già una realtà.
Posseggono un cellulare? Quanti lo utilizzano? I dati ci dicono che tra i 5 e i 7 anni il 18% lo utilizza e il 2% lo possiede, tra gli 8 e i 9 anni il 33% lo utilizza e il 17% lo possiede, tra i 10 e gli 11 anni 61% e 46%, 12-13 87% e 80%, 14-16 91% e 87%.
Quali social e sistemi di messaggistica sono più amati dai ragazzi tra i 10 e i 16 anni? In testa c’è senz’altro WhatsApp (59%) – 10-11 anni (37%), 12-13 (64%), 14-16 (79%), seguito da Facebook (39%) – 10-11 anni (17%), 12-13 anni (41%) e 14-16 (62%) e Instagram (17%) – 10-11 anni (7%), 12-13 anni (18%), 14-16 anni (29%).

YouTube
Interessanti i dati su YouTube, utilizzato dal 44% del campione intervistato: 10-11 anni (32%), 12-13 anni (45%), 14-16 anni (58%). YouTube appare sempre più come un’alternativa alla tv tradizionale e in una logica di fruizione dei contenuti sempre più personalizzata è un mezzo privilegiato per accedere a un sapere concreto e immediato.
Cosa vedono i teenager su YouTube? Al primo posto ci sono i video musicali (37%), seguiti da video tutorial di youtuber altri ragazzi (31%),  trailer film (8%), film/telefilm (8%), puntate di cartoni animati (7%) e programmi tv (5%).
Gli youtuber sembrano sempre più delle vere e proprie star: conosciuti spesso per via della loro fama sui social o tramite passaparola. Il ruolo degli youtuber in contesti commerciali può apparire rischioso. Se da un lato possono aiutare le aziende a raggiungere un target complesso e sfuggente come quello dei teen, dall’altro esiste il rischio per gli youtuber di “bruciarsi” in contesti che hanno logiche e valori che i teen considerano spesso lontani da loro.

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