La mia ‘rievolution’ del procurement per scacciare la crisi degli approvvigionamenti

Le caratteristiche di un buon CPO secondo Fabio Zonta, autore di Procurement Rievolution

Da quando è uscito il mio libro Procurement Rievolution, sempre più spesso mi viene chiesto quali siano le caratteristiche che meglio definiscono la professione e la figura del Chief Procurement Officer. Eccole qui!

Sguardo allargato

Oggi il Chief Procurement Officer deve avere una visione a 360 gradi, che spazi dall’interno della propria azienda fino al mondo al di fuori di essa, capace di intercettare tutti i cambiamenti, macro e micro, che possono interessare direttamente e indirettamente il proprio business. Guardare all’interno della propria azienda forse è la parte più facile: la direzione acquisti non solo è centrale per l’azienda, ma soprattutto trasversale; il CPO è quindi aiutato nell’intercettare tutte le necessità e a metterle a fattor comune nella fondamentale condizione di saper parlare sempre la giusta lingua con i vari interlocutori. Più difficile, invece, è saper determinare l’impatto dei mutamenti, micro o macro, che ormai giornalmente avvengono e che possono aver un impatto diretto o indiretto sulle attività dell’azienda.

Vision e flessibilità

Qui entra in gioco la seconda caratteristica di un buon CPO: avere una vision di dove sta andando l’azienda, e in particolare la direzione acquisti, per trasformare quelle variazioni esterne non controllabili in punti di forza, adeguandosi per primo alle mutevoli condizioni di mercato. Poiché le condizioni di mercato variano con una frequenza estremamente alta, e talvolta in modo duraturo e irreversibile, il CPO deve saper essere agile e flessibile nell’adeguarsi rapidamente al cambiamento, impostando gli obiettivi sulle mutevoli esigenze dell’azienda e dando per scontato che il “nuovo mondo” ci riserverà ogni giorno nuove sfide.

Skill informatiche

Il CPO ‘rievoluto’ deve inoltre possedere un’ottima competenza informatica che, attraverso la raccolta e l’analisi dei dati, gli consenta di definire e disegnare gli scenari utili prendere le migliori decisioni possibili. La capacità, quindi, di digitalizzazione della propria direzione acquisti è uno dei requisiti fondamentali per poter affrontare questo nuovo mondo: è un utile supporto alla conoscenza di ciò che accade fuori dall’azienda, la integra con la nostra vision e potenzia le capacità di flessibilità e agilità.

Curiosità

Ho lasciato per ultima, ma non per importanza, la caratteristica che mi piace di più: il CPO deve essere estremamente curioso. La curiosità lo deve spingere a parlare con i responsabili delle varie funzioni organizzative dell’azienda per capire le loro problematiche e le loro necessità; lo deve portare ad approfondire come poter raccogliere informazioni strutturate e destrutturate codificandole in un sistema informatico che gli consenta di sfruttarle per raggiungere i suoi obiettivi (che poi devono coincidere con quelli dell’azienda); lo deve spingere a verificare se sul mercato esistano delle risposte già pronte a suoi problemi: insomma deve essere curioso per aumentare la sua competenza ben oltre il limite della direzione acquisti.

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