Lavoro e paternità: a che punto siamo?

Secondo la normativa italiana, i papà hanno diritto a 10 giorni di congedo obbligatorio. Vediamo come e in che misura viene applicata tale disposizione
congedo di paternità

Da anni Manageritalia opera per una conciliazione vita-lavoro a vantaggio di uomini e donne, che abbia forti supporti legislativi e culturali e sia sostenuta da un concreto cambiamento dell’organizzazione del lavoro nelle aziende. Il tutto volto a favorire la produttività, il benessere delle persone e la competitività delle aziende.

La paternità in Italia

Parlando di paternità, nel nostro Paese la legge prevede che i neopapà fruiscano di un congedo dal lavoro obbligatorio e retribuito di dieci giorni, misura che si affianca ai cinque mesi di maternità delle donne lavoratrici. Siamo ben lontani dalle 16 settimane retribuite al 100% della Spagna, ma è comunque uno strumento importante per valorizzare il ruolo del padre, ridurre l’eccessivo carico di cura sulle spalle delle donne e migliorare l’occupazione femminile. È importante quindi lavorare per aumentare i giorni di congedo obbligatorio, ma anche per far sì che tutti i padri ne usufruiscano. Infatti, sebbene la percentuale di uomini che si avvale della paternità si sia più che triplicata dal 2013 al 2022 (rapporto Save the Children “Le equilibriste: la maternità in Italia 2024”), siamo ancora lontani da una piena fruizione: nel 2013 ne ha fruito il 19,26%, mentre nel 2022 il 64,02%. E tutto questo nonostante la legge preveda, per quelle aziende i cui padri non rispettano la normativa, una sanzione amministrativa e l’esclusione dai benefici della certificazione della parità di genere.

Un Fiocco in azienda

Manageritalia, anche con il suo Gruppo Donne Manager, lavora da anni per favorire un miglioramento culturale e fattuale della situazione. Tra le tante iniziative c’è anche “Un Fiocco in azienda”, per rendere la genitorialità un momento di valorizzazione e non di tensione tra collaboratore e azienda. Un progetto così rilevante e innovativo da essere un elemento premiante per la certificazione della parità di genere (UNI/PdR 125).
Tra le aziende che lo hanno adottato, molte arrivano a offrire ai propri dipendenti anche tre mesi di paternità facoltativa remunerata al 100%. Serve quindi continuare su questa strada, ancor più alla luce del fatto che una recente indagine di Ipsos per Manageritalia sui manager italiani mostra che l’85% degli uomini al di sotto dei 45 anni sarebbe favorevole al congedo paritario, ma soprattutto alla sua obbligatorietà. Quest’ultima è infatti fondamentale per aiutare i padri a vivere serenamente il proprio ruolo genitoriale senza i timori – che le donne conoscono bene – della perdita di opportunità di carriera se non addirittura del lavoro stesso, nel momento di assenza dal lavoro. Per questo il nostro impegno continua e con sempre più forza, coinvolgendo istituzioni e business community. Un maggior work-life balance e bilanciamento dei carichi di cura familiare sono determinanti per aumentare l’occupazione femminile, quindi far crescere l’economia e tutto il Paese.

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