L’estate del camper sharing

Cresce il turismo itinerante su mezzi condivisi. Il punto con Dario Femiani di Yescapa

Con la fine del lockdown e l’inizio dell’estate la sharing economy riparte dopo un periodo di fermo totale, adeguandosi ai cambiamenti delle abitudini e trainando l’evoluzione di fenomeni in ascesa come il turismo itinerante: concessionari e noleggiatori lavorano a pieno regime e le richieste sulle piattaforme di condivisione di camper tra privati stanno crescendo del 200%.

«Nelle prime due settimane di giugno in Europa abbiamo gestito 400 prenotazioni in Italia e 6mila in Europa, un record rispetto alle 4mila raggiunte a luglio 2019 – spiega Dario Femiani, country manager italiano di Yescapa – l’interesse verso il camper sharing cresce in modo esponenziale: i visitatori sul sito sono quadruplicati, il 45% di chi si registra si dichiara neofita del camper e i proprietari che iscrivono nuovi veicoli sono il 150% in più delle previsioni». Analoghi dati sono riportati da Goboony, utilizzata in Italia da 30mila utenti, secondo i dati riportati lunedì dal Sole 24 Ore.


Il settore ha un impatto contrastante sull’economia turistica. Da una parte sottrae clienti alle strutture ricettive tradizionali e impatta negativamente sulla viabilità. Dall’altra favorisce l’innovazione e la destagionalizzazione del turismo locale, portando visitatori nelle zone dell’“Italia minore” meno affollate rispetto alle destinazioni più conosciute, dove le aree di sosta attrezzate dai comuni sono sempre più diffuse, così come i servizi dedicati offerti da campeggi e agenzie di viaggio.



In linea con una tendenza già in atto prima della pandemia, l’interesse per il camper sharing, e in generale per il turismo itinerante, il campeggio e le vacanze all’aria aperta, è stato accelerato dalle conseguenze dell’emergenza sanitaria: la ricerca del distanziamento sociale, la difficoltà e la diffidenza nel prendere aerei per andare all’estero, l’esigenza di fare vacanze più economiche, brevi e vicine a casa.


«Nel 2019 il 46% dei viaggi in Italia era effettuato da stranieri, oggi il 99% sono italiani» continua Femiani, spiegando che i motivi dell’aumento degli utenti proprietari derivano dalla crisi economica che ha indotto molti a mettere a reddito il proprio camper e dalla nuova polizza assicurativa che permette di condividere anche mezzi con oltre 25 anni di età: «Noleggiare un veicolo anziano potrebbe essere un rischio ma con i controlli garantiti dalla piattaforma e i feedback degli utenti riusciamo a minimizzarlo».


Fautore dell’economia della condivisione e del vanlife – ne abbiamo parlato qui lo scorso anno – Femiani racconta come ha reagito Yescapa, principale operatore europeo del settore, che mette in rete quasi 8mila veicoli ricreazionali tra circa 400mila iscritti: «Ci siamo adattati in funzione dei cambiamenti. Durante l’emergenza abbiamo dovuto cambiare compagnia assicurativa e aggiornare per quattro volte le politiche di annullamento delle prenotazioni, viste le modifiche alle restrizioni che via via venivano adottate dai diversi Paesi».

Sul piano organizzativo l’azienda, basata a Bordeaux, ha rimandato la decisione di installarsi in un grande ufficio ed espandersi con nuovi collaboratori. «Quando è arrivato il lockdown stavamo pianificando come affrontare una nuova stagione che si preannunciava positiva. Io ero in viaggio in van in nord Italia, ero stato a fine gennaio a Padova a Itinerando e a inizio febbraio a Milano alla Borsa Internazionale del Turismo, poi sono arrivate le chiusure in Lombardia, nessuno poteva immaginare quello che sarebbe accaduto».



Dopo essere rimasti fermi per oltre due mesi, e fronteggiando adesso flussi di clienti più elevati delle migliori previsioni pre-Covid «poiché non possiamo sapere come sarà il prossimo futuro dobbiamo far leva sulla flessibilità intrinseca al nostro modus operandi ed essere pronti a reagire a cambiamenti improvvisi e imprevedibili».

Una flessibilità condivisa con altre imprese della sharing economy, nella prospettiva che «dopo la pandemia i consumatori saranno ancora più propensi a risparmiare denaro o a metterne da parte un po’ attraverso l’affitto di beni e servizi. Aspettiamoci quindi un mondo nel quale gli oggetti passeranno più spesso di mano in mano, anche se dovranno essere attentamente puliti tra un passaggio e l’altro» si legge nelle conclusioni di questo approfondito articolo.

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