L’euro compie 20 anni

Chi non ricorda quel 1° gennaio del 2002 in giro a spendere i primi euro, anche solo per un caffè. Storia e vissuto di una moneta che ha unito l’Europa a livello economico e monetario, anche se resta ancora tanto da fare

La sede della Banca centrale europea è illuminata a festa per celebrare il ventesimo anniversario dell’euro e sul suo sito ne ripercorre la storia.

Tutti, più o meno, abbiamo ricordi, storie e aneddoti legati all’entrata in vigore dell’euro come denaro contante, dopo il periodo di transizione come unità di conto virtuale iniziato il 1° gennaio 1999. Da quel 1° gennaio di 20 anni fa abbiamo cominciato a utilizzare l’euro per le spese di tutti i giorni, prima in alternativa alle lire e poi come unica moneta.

Tanti di noi quel primo gennaio andarono con curiosità a spendere le prime monete anche solo per un caffè, come fece l’allora presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi.

Quanti momenti indimenticabili quando nei primi tempi i prezzi erano espressi in doppia moneta, lire ed euro, e ci ritrovavamo a calcolare il cambio arrotondando 1 euro a 2mila lire (1.936,270 per l’esattezza). Se non fosse che c’è anche chi è nato con l’euro e i nativi digitali sono anche nativi euro.

Esilaranti nei primi tempi molti momenti nei quali si pagava e si poteva ricevere il resto con una delle due monete in alternativa. Chi non ricorda la confusione, i calcoli… L’allora presidente del Consiglio Silvio Berlusconi distribuì l’euroconvertitore: una calcolatrice blu e gialla, come la bandiera europea, per agevolare le conversioni.

Uno dei più gettonati regali del Natale 2001, vigilia del debutto dell’euro, furono i borsellini per le monete, molto più necessari con la nuova moneta, che andarono letteralmente a ruba. I centesimi diventarono come in altri Paesi una necessità ingombrante, ma di valore. Per non parlare di come politiche commerciali, di marketing e comunicazione dovettero cambiare registro.

L’euro ha portato per tutti noi notevoli vantaggi, seppure qualcuno gli abbia addossato negli anni varie colpe non vere. Anche se è innegabile che a quel tempo in Italia ci furono alcuni rincari ma limitati, fatta la moneta unica, non abbiamo mai compiuto gli altri passaggi verso un’unica politica fiscale e tanto altro.

Anche nell’emergenza Covid l’evidente forza di avere una moneta forte e comune ci ha permesso di mettere in campo misure e investimenti impensabili a livello nazionale. Questo dovrebbe spazzare via per sempre il refrain “è colpa dell’euro” e al contempo spingerci a pretendere che si proceda spediti con quanto manca per completare l’opera, come ci ricordano i ministri delle Finanze dell’Eurogruppo.

Allora questo primo dell’anno celebriamolo ripartendo dall’euro, pensando di arrivare a fare anche presto e davvero l’Europa politica e sociale della quale abbiamo tanto bisogno.

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