Meglio essere prossimi: i manager per il Terzo Settore

Manageritalia Executive Professional dedica la parte pubblica della sua assemblea al forte legame tra manager e alte professionalità e Terzo Settore

«Il Terzo Settore continua non solo a sorprendere in termini di sostegno alla coesione del nostro Paese ma si riconferma un ambito in continua crescita con un incremento medio del + 2% l’anno e capace di generare valore economico e sociale per l’intero sistema Paese». Così ha commentato Carlo Romanelli, Presidente di Manageritalia Executive Professional, aprendo l’incontro Meglio essere prossimi – Professioni e professionalità del Terzo Settore. Il meeting si è svolto venerdì 12 maggio presso Casa Emergency, nell’ambito dell’assemblea annuale di Manageritalia Executive Professional.

Ha continuato Romanelli: «Il no profit può e deve rappresentare un punto di approdo per tanti giovani professionisti che possono mettere a disposizione delle diverse realtà, siano esse onlus, associazioni, fondazioni solo per citarne alcune, le loro competenze gestionali e manageriali. Un patrimonio importante di conoscenze ed esperienze necessarie affinché, anche in Italia, si arrivi a superare la mera cultura solidaristica per affermare un più attuale modello di “impresa sociale” capace di generare lavoro buono, inclusione e impatto positivo sul territorio coniugando sviluppo economico e della persona. E noi siamo pronti a supportare questi professionisti con servizi di sviluppo di carriera e welfare che possano accompagnarli e supportarli nelle loro scelte professionali».

Secondo i dati riportati nell’ultimo aggiornamento del Censimento permanente delle istituzioni no profit dell’Istat, in Italia le organizzazioni sono oltre 360mila. Il numero di istituzioni no profit aumenta con tassi di crescita medi annui intorno al 2%. Costante la crescita dei dipendenti con +1% e oltre 870mila impiegati nel settore. Si stima che il valore delle attività prodotte dal terzo settore ammonti a circa 80 miliardi di euro, ossia circa il 5% del prodotto interno lordo. Il no profit in Italia è attivo soprattutto in ambito sportivo con cica il 60% delle realtà che operano per valorizzare lo sport seguite dalle realtà no profit che si occupano di attività culturali e artistiche (15,9%), delle attività ricreative e di socializzazione (14,3%) e quelle orientate all’assistenza sociale e alla protezione civile (9,9%).

Il cambiamento di mentalità e di esigenze affrontato delle realtà no profit in moderne “imprese sociali” viene sottolineato anche nelle diverse figure professionali maggiormente ricercate come: project manager, fundraiser, amministrativi, addetti stampa e alla comunicazione, mediatori culturali oltre a educatori, psicologi e personale socio-assistenziale. I due vicepresidenti di Manageritalia Executive Professional, Donatello Aspromonte e Giuseppe Rizzello hanno portato testimonianze di professionisti associati già coinvolti da tempo nel terzo settore e del valore che hanno trovato nell’offerta e appartenenza all’Associazione.

A questi interventi è seguita una tavola rotonda che ha visto confrontarsi Mario Mantovani, presidente di Manageritalia; Giancarla Bonetta, Responsabile Gruppo Manager X il Sociale di Manageritalia Lombardia; Maria Enrica Lobina, Manager Fondazione Wisdana; Paolo Bandiera, Direttore Affari Generali e Rapporti Istituzionali AISM.

Mario Mantovani ha aperto i lavori, ricordando quanto il Terzo Settore e le associazioni di rappresentanza come Manageritalia siano più vicine di quanto si possa immaginare: «questo tipo di realtà nasce perché le istanze e le idee delle persone possano avere un impatto maggiore sulla società: la voce del gruppo è più forte di quella del singolo. In Manageritalia siamo mossi dalle stesse leve: cerchiamo di fare networking e mettere insieme persone e idee».

Giancarla Bonetta ha poi ricordato come, con la recente riforma del Terzo Settore che ha visto la professionalizzazione e managerializzazione degli enti, non basti più essere animati dalla solidarietà per collaborare nel non profit: «la ricerca del bene comune è sicuramente necessaria, ma bisogna conoscere approfonditamente il mondo del volontariato e come si sta evolvendo. Ci sono percorsi di studi e master specifici per il settore che forniscono le competenze necessarie».

Il tema delle competenze e della preparazione è stato ripreso da Maria Enrica Lobina: «la spinta motivazionale dei volontari, la vision e le competenze di chi ha fondato un ente devono essere organizzate, gestite: ecco perché c’è bisogno di manager. Manager che hanno l’arduo compito di coniugare gli aspetti tecnici, organizzativi, finanziari, logistici ecc con quelli valoriali».

Paolo Bandiera ha chiuso la tavola rotonda sottolineando ancora l’importanza, per chi lavora nel terzo settore, del saper coniugare valori e competenze: «è anche per questo che Manageritalia e Prioritalia hanno costruito un sistema di valutazione delle competenze civiche, acquisibili durante un percorso di servizio civile, che possa in qualche modo “pesare” sul cv di un giovane ed essere quindi utile anche per la sua carriera».

L’incontro è stato un  breve ma attento viaggio alla scoperta del contributo degli executive professional nel diversificato mondo del Terzo Settore, per arrivare anche ad individuare il possibile, e spesso necessario quando non addirittura fondamentale, sviluppo futuro: esempi virtuosi e casi limite nei quali poter specificare percorsi professionali dedicati, per chi si trova coinvolto all’improvviso o per chi ha fatto del Terzo Settore una scelta di vita.

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