Orta Festival: riflettori puntati sul talento e i giovani

Conto alla rovescia per la XVI edizione dell’Orta Festival, un appuntamento di riferimento per la musica classica nel nostro Paese che si svolge dal 3 al 28 luglio in luoghi suggestivi presso il lago d’Orta, come l’Isola di San Giulio o la chiesa di Santa Maria Assunta.


Il Festival non è solo un evento culturale che accende i riflettori su un territorio ricco di fascino del Piemonte, ma rappresenta un palcoscenico internazionale che fa del talento e della valorizzazione dei giovani musicisti la sua cifra distintiva.


Approfondiamo questi temi con il direttore artistico Amedeo Monetti, una lunga carriera da direttore d’orchestra e una vita dedicata alla musica, nonché creatore e organizzatore dell’Orta Festival.


L’Orta Festival è giunto al suo 16° anno di vita: quali sono i punti di forza dell’evento e come descriverebbe l’edizione di quest’anno?


Il Festival è una realtà radicata nel novarese e in particolare sul lago d’Orta, con un format ormai consolidato.

I punti di forza sono la continuità e la qualità dei musicisti invitati. Quest’anno, grazie al riconoscimento del Ministero attraverso il Fondo unico dello spettacolo (FUS), abbiamo aumentato gli eventi, mantenendo intatta la qualità degli artisti, con serate a tema. Il pubblico è cresciuto negli anni, con molti stranieri provenienti soprattutto da Germania, Svizzera, Francia, Inghilterra e Olanda.


Dal programma emerge un’attenzione verso i giovani talenti: un festival giovane e che vuole parlare ai giovani?


Siamo sempre stati attenti a invitare giovani artisti. Questo per due motivi: diamo loro la possibilità di esibirsi di fronte a un pubblico eterogeneo e valorizziamo in parecchi casi i talenti emergenti. La presenza di giovani musicisti è uno stimolo per avvicinare al Festival i loro coetanei.


Accanto ai grandi nomi, nella rassegna trovano poi spazio brani di musica contemporanea che danno la possibilità al pubblico di introdurlo a nuove esperienze d’ascolto.

isola di san giulio lago d’ortaIl format del festival e la musica – classica e non – possono anche essere un veicolo di promozione del territorio?


Indubbiamente l’Orta Festival promuove il territorio e ha un impatto considerevole sul turismo locale. Grazie a questo appuntamento, molte persone scoprono il lago d’Orta. L’attività alberghiera ne beneficia, così come la navigazione sul lago e i commercianti. Occorre considerare poi che l’evento attira una tipologia di persone di livello culturale medio-alto e quindi facilita un turismo di qualità.


Il suo ruolo di direttore artistico e di direttore d’orchestra può avere analogie con quello del manager in azienda? Occorre investire sulle persone e valorizzare il merito, puntando sul lavoro di squadra per raggiungere i propri obiettivi?



Distinguerei i due ruoli. Il direttore d’orchestra deve avere, oltre a grandi capacità e competenze, un approccio “manageriale” verso il suo lavoro e verso i musicisti: dirige un gruppo di persone e di individualità con cui ci deve essere sintonia, feeling e stima professionale. I componenti di un’orchestra si aspettano cose ben precise da un direttore. Eseguono ma pretendono di essere accompagnati e, in una parola, diretti. Occorre avere e trasmettere autorevolezza, carisma, capacità di fare musica attraverso il braccio e non solo parole, creare una squadra affiatata spiegando in modo efficace e rapido. Se ci pensa, sono le stesse caratteristiche che deve avere un manager d’azienda.

Il ruolo di direttore artistico, che ricopro avvalendomi del supporto di due ottimi collaboratori, è differente e prevede conoscenza, ricerca, ascolto, capacità di fare networking e, non di rado, abilità nel tessere contatti finalizzati a sponsorizzazioni dell’evento. È fondamentale individuare grandi nomi rassicuranti che attirino il pubblico, ma allo stesso tempo occorre fare “scouting”. Quando poi è coinvolto il Ministero, come nel nostro caso, nulla è lasciato al caso: occorre far conoscere nomi precisi che escono da determinate scuole, con un percorso avviato e che devono passare al vaglio ministeriale. Tutte le persone che si esibiscono al Festival sono state scelte per la loro qualità e per il rapporto di reciproca stima professionale che ci lega.

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