Pensione dei giovani: confronto Governo-sindacati

Al primo dei quattro tavoli tematici sulle pensioni dell’Osservatorio sulla spesa previdenziale con le parti sociali è intervenuta, in rappresentanza dei manager italiani, CIDA avanzando proposte dettagliate sulla pensione dei giovani

Si è tenuto al ministero del Lavoro l’11 luglio il primo incontro tecnico tra l’Osservatorio sulla spesa previdenziale e le parti sociali. Al centro della discussione, la pensione di garanzia per i giovani. Si è trattato di una discussione quasi esclusivamente tecnica, senza entrare nel dettaglio delle misure da inserire nella Legge di Bilancio 2024.

I sindacati hanno mostrato posizioni differenti. CIDA, oltre a chiedere un serio impegno e avanzare specifiche proposte, ha anche rimarcato l’iniquità sempre più vistosa che colpisce i pensionati privati del recupero della perequazione e quella che rischia di colpire i giovani d’oggi e pensionati di domani.

Massimo Fiaschi, segretario generale Manageritalia, nel suo intervento come rappresentante CIDA, è partito dal concetto base che per parlare di pensioni, specialmente dei giovani, il prerequisito è parlare prima di stabilità del lavoro di qualità.

A seguire, ha sottolineato, in tema di stabilità del sistema pensionistico, come sia necessario arrivare a una vera separazione tra assistenza e previdenza e ad avere una sicurezza delle regole pensionistiche per permettere una lunga programmazione alla quiescenza, evitando ad ogni modifica di mettere in pericolo il futuro dei giovani.

Le proposte di CIDA, almeno quelle esposte nell’incontro e parte di un più ampio documento, si sono concentrate sulla necessità di valorizzare i periodi lavorativi discontinui, prevedendo la possibilità che il lavoratore che perde il lavoro possa contribuire volontariamente a coprire i vuoti contributivi. E qui CIDA ha ricordato anche quanto sia importante fare cultura previdenziale, in particolare tra i giovani, perché ne comprendano il valore.

Altra proposta esposta è stata quella relativa agli indici di calcolo delle pensioni, proponendo di trovare il modo di sterilizzare gli effetti del Pil negativo, ricordando quanto sia utile intervenire anche quando il pil è positivo, ma molto più basso dell’inflazione. Altro aspetto sottolineato è stata la necessità di intervenire nei coefficienti di trasformazione oggi costruiti in maniera iniqua, perché, rinnovandosi ogni due anni, rischiano di vanificare il biennio di versamenti se al termine del biennio il coefficiente è rivisto al ribasso, come accaduto in passato quando cresceva la speranza di vita.

Altro tema trattato da CIDA, il riscatto della laurea che, così come è costruito oggi, è utile solo per i pensionati con il retributivo, perché aumenta il requisito degli anni, ma non incide troppo sul montante contributivo utile per le pensioni future. La proposta è stata quella che l’importo da versare sia ugualmente agevolato per i giovani, ma allo stesso tempo flessibile e non limitato agli attuali poco meno di 6mila l’anno, anche utilizzando il sistema della previdenza integrativa.

L’intervento è terminato affrontando il tema caldissimo e ormai endemico dell’indicizzazione. Qui si è chiesto di ripristinare il modello a tre aliquote della Legge 388/2000 in maniera retroattiva per tutte le pensioni. Si è quindi ricordato che sul tema delle mancate indicizzazioni CIDA ha promosso alcune cause presso tribunali ordinari e la Corte dei Conti, diffidando l’INPS e lamentando la lesione di principi costituzionali dovuta al blocco della perequazione ripetuto dal 1998.

Scopri le proposte di CIDA per la pensione dei giovani.

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