Chi più, chi meno, lo facciamo tutti: la condivisione di contenuti e informazioni online è un’abitudine diffusa, per molti quotidiana, semplice e ormai quasi automatica. Bastano pochi clic sul nostro smartphone e il gioco è fatto. Ma perché lo facciamo? La condivisione è un’azione strettamente legata all’esperienza umana e non è certo una novità dei nostri tempi: l’uomo ha sempre condiviso informazioni e stati d’animo, per motivi di sicurezza, per rafforzare un sentimento di appartenenza, manifestare affetto e stima verso gli altri.
Con l’avvento dei social network questa inclinazione più o meno accentuata è letteralmente esplosa. Una ricerca del gruppo New York Time che ha coinvolto 2.500 persone residenti a Chicago, San Francisco e New York ha cercato di tracciare le differenti ragioni psicologiche che portano gli utenti a condividere contenuti, individuando diversi profili di “sharecaster”: l’altruista (chi condivide informazioni utili che possano produrre un vantaggio per il propri contatti), il carrierista (chi scambia informazioni utili per il business della propria azienda), l’hipster (il creativo che vive di pane e social), il boomerang (chi posta contenuti che provocano e generano spesso controversie), il connettore (che utilizza i social per condividere informazioni utili per rafforzare i propri legami e sviluppare il network), il selettivo (chi condivide solo informazioni specifiche e accurate con determinate persone).
La ricerca si è chiaramente concentrata sugli aspetti positivi della condivisione online senza evidenziare un altro tipo di personalità: chi condivide solo per narcisismo e per offrire un’immagine idealizzata di sé che non corrisponde al vero.
La capacità di utilizzare in modo efficace i social è senz’altro un punto di forza per chi desidera coltivare il proprio network professionale, fare brand marketing e cogliere nuove opportunità.
E voi perché condividete?