Rapporto ASviS Territori: “politica del rinvio non più accettabile”

Per contrastare i divari territoriali in aumento servono coerenza delle politiche e processi democratici. Il Pnrr è cruciale per aiutare nella transizione.

Un’Italia a diverse velocità, dove le differenze tra le regioni e le province autonome e tra aree forti e aree deboli (non necessariamente del Centro-nord e del Sud) del Paese aumentano anziché diminuire.

È un quadro preoccupante quello che emerge dal Rapporto ASviS – Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile I Territori e gli Obiettivi di sviluppo sostenibile 2022, presentato martedì 6 dicembre a Roma, presso la sede del Consiglio nazionale dell’economia e del lavoro (Cnel).

Proprio il presidente del Cnel Tiziano Treu, lo ha sottolineato in apertura dei lavori: «non stiamo andando bene. Questa situazione, oggi aggravata dalla pandemia e dal complesso contesto geopolitico internazionale, affonda, in verità, le proprie radici in problematiche strutturali del nostro sistema economico, produttivo e sociale che possono trovare soluzione solo in serie politiche volte a colmare i divari territoriali, generazionali e di genere». E guarda al Piano nazionale di ripresa e resilienza, che «sta entrando nella fase cruciale della messa a terra nei territori» e alle difficoltà «quando si scende nei comuni impegnati in questa difficile opera di attuazione»

Le tragedie causate dalle recenti alluvioni delle Marche e di Ischia dimostrano come i cambiamenti climatici e l’urbanizzazione incontrollata siano una temibile combinazione. Da almeno tre legislature il Parlamento non riesce però a legiferare in materia di consumo di suolo e rigenerazione urbana, rileva l’ASviS, che nel Rapporto ha inserito opportunità e proposte che configurano una vera e propria Agenda territoriale per lo sviluppo sostenibile.

La presidente dell’ASviS Marcella Mallen ha sottolineato nel suo intervento un senso di urgenza a cui servono «risposte concrete e immediate e politiche coordinate con i governi del territorio». Ha evidenziato poi i due elementi critici per raggiungere la sostenibilità economica, sociale e ambientale: la coerenza tra le politiche di sviluppo e la possibilità per la cittadinanza di verificare tali politiche.

A seguire sono intervenuti diversi amministratori locali e rappresentanti istituzionali e della società civile tra cui Dario Nardella, Sindaco di Firenze e presidente di  Eurocities, Arianna Censi assessora alla Mobilità del Comune di Milano, Enzo Bianco, presidente del Consiglio nazionale dell’Anci, Anna Lisa Boni, assessora ai fondi europei, Pnrr e relazioni internazionali del Comune di Bologna, Irene Priolo, vicepresidente e assessora alla Transizione ecologica, contrasto al cambiamento climatico e ambiente della Regione Emilia-Romagna, Flavio Proietti Pantosti, del ministero delle Infrastrutture e dei trasporti, Silvia Grandi, direttore generale per l’Economia circolare del Ministero dell’Ambiente e la sicurezza energetica

In conclusione, il presidente dell’ASviS Pierluigi Stefanini ha tirato le fila della giornata di lavoro soffermandosi su alcuni punti. Il primo elemento è quello di essere come Alleanza al servizio del Paese con «un approccio analitico e propositivo». Bisogna incoraggiare poi un processo democratico, affinché «i cittadini possano instaurare un dialogo con le istituzioni e possano avere uno strumento di controllo». A proposito dei disastri più recenti, ha detto che «manca la consapevolezza dell’esistenza di strumenti analitici e bisogna che questi strumenti indirizzino le politiche». Infine, Stefanini ha sottolineato che il Paese fatica perché «manca una visione d’insieme e di lungo periodo, abbiamo difficoltà a focalizzare le relazioni che ci sono tra i diversi piani. Mai come oggi abbiamo bisogno di dare spazio ed efficacia a un approccio più trasformativo».

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