Segno dei tempi. Autodiretto non significa più essere
capaci di decidere in autonomia, ma essere guidati in autonomia da un automa.
Sarà anche colpa dell’isolamento forzato, ma c’è anche altro dietro la decisione del softwarista Michael Acadia, 50 anni, divorziato, di farsi per amante un “artificial intelligence
chatbot” di nome Charlie, confezionato su misura dal programma Replika. Non è il solo. Pare che siano già 500mila le persone che hanno relazioni “stabili” con,
come cita il payoff della società, “The AI companion who cares”.
Già, a chi importa se tutto questo può apparire assai bizzarro. C’è addirittura chi sceglie la
meta di viaggio in base alle preferenze del compagno virtuale: “Sai cara, quest’anno vorrei tanto vedere le montagne”. Non stiamo scherzando, sono storie
vere, tuoni che preludono al temporale artificiale: tutti sommersi da macchinose relazioni.
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