Sciopero da diritti e doveri?

Anche oggi disagi e disinteresse per troppi cittadini

Ci risiamo con l’ennesimo sciopero dei trasporti pubblici. Una cosa della quale non se ne può più per tantissime ragioni. Uno sciopero dalla rappresentanza e dalla rappresentatività.
Non si capisce bene quale sia l’oggetto del contendere, pare il contrasto di privatizzazioni e tagli del personale.

Non si capisce a cosa serva, anche agli stessi lavoratori che ci sono ormai diventati antipatici per i disagi che ci arrecano. Non si riesce quindi neppure più a solidarizzare con loro e a giustificare il disagio. Non si capisce questi sindacati, quelli del trasporto pubblico (ma poi chi rappresentano?) che pare siano rimasti solo allo sciopero come giustificazione del loro esserci, a che servano. Non si capisce più se il nome servizio pubblico abbia ancora un senso, visto che loro il servizio ce lo danno quando gli pare e a volte neppure di grande qualità.

Tutto questo a fronte del fatto che oggi nel mondo del lavoro serve, più che conflitto, collaborazione, per restare (tornare?) nella parte alta delle classifiche dell’economia mondiale. E per farlo il ruolo dei sindacati è ancora più indispensabile.

Questo comportamento mette a repentaglio non solo le nostre giornate, già difficili in situazioni normali, ma ancor più la possibilità di lavorare tutti per competere davvero. E il contributo della PA, dei servizi pubblici ecc. per farlo in un mondo che galoppa è indispensabile.

Allora il rischio è alto. Rischiamo di perdere tutti i treni anche l’ultimo verso la ripresa e un vero cambiamento. Rischiamo di dare spazio a una presunta inutilità del sindacato che fa comodo solo a chi non vuole cambiare davvero il mondo del lavoro puntando sul valore delle persone e delle aziende. Mentre oggi senza un sindacato moderno e forte non andiamo da nessuna parte, come ci insegnano la Germania e qualche buon sindacato italiano.

Forse dovremmo fare qualcosa tutti noi cittadini e anche quegli stessi lavoratori che pensano che con lo sciopero si possa fermare il mondo e non pensano invece che loro diritto è lavorare in aziende ben gestite e sane, pubbliche o private conta poco, che facciano crescere loro e il livello di servizio che offrono. Così come i loro doveri sono di difendere i loro diritti, ma anche quelli dei loro clienti, facendo sì che gli stessi non collidano o si elimino gli uni con gli altri.

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