Per favorire lo sviluppo di un futuro davvero sostenibile a livello economico, sociale e ambientale raccogliamo esperienze, storie, risultati e obiettivi futuri dalla viva voce dei manager e di chi fa l’impresa: un modo per andare oltre la Csr, con una forte e diffusa responsabilità a tutto campo. Oggi ne parliamo con Filippo Palombini, responsabile Risorse umane e Relazioni sindacali Tper S.p.A. Palombini è anche ambassador del Sustainability & Circular Economy Lab, l’iniziativa sulla sostenibilità di Manageritalia Emilia Romagna e Dipartimento di Scienze Aziendali dell’Università di Bologna*.
La pandemia ha portato ancora più all’ordine del giorno il tema della sostenibilità: com’è cambiato il mondo della CSR in questi ultimi due anni?
«La priorità dell’emergenza sanitaria e i conseguenti impatti economici non hanno avuto riflessi negativi sulle strategie della nostra azienda, che si tratti di strategie di investimento, di occupazione e gestione del personale, o di sostenibilità. Tper ha infatti mantenuto il piano assunzioni previsto, confermato le politiche di welfare e garantito le attività formative, pur con le necessarie differenze dettate da esigenze di salute e sicurezza.
Inoltre non sono cambiati gli obiettivi strategici, molti dei quali vincolati ai sustainable development goal (SDG) delle Nazioni Unite, e si è rinnovato l’impegno a definire e misurare l’impatto ambientale dell’azienda tenendo conto degli aspetti industriali».
In cosa consiste il suo ruolo, come viene declinato nel suo settore professionale e quali sono le sfide concrete del suo lavoro quotidiano?
«Ritengo che il mio ruolo sia uno dei più belli in assoluto: mi occupo di persone, di far crescere il talento all’interno dell’organizzazione aziendale favorendo il merito attraverso un sistema di regole chiare e trasparenti. Credo che tutti debbano avere un’opportunità ma chiedo a tutti di mettersi in gioco. La pandemia ha anticipato la sfida del futuro, rappresentata non tanto nell’indirizzare i comportamenti delle persone verso “nuovi modi di lavorare”, ma nell’adattare questo ultimi alle caratteristiche delle persone, trovando il giusto mix».
Quali sono i trend di settore? Quali sfide e criticità, se ci sono state, ha dovuto affrontare la sua azienda?
«Il Covid e il cambiamento climatico hanno causato un momento storico senza precedenti. Da un lato, la pandemia ha scatenato una terribile crisi sociale, economica e finanziaria che ha toccato tutto e tutti: non solo la sanità, ma anche l’industria, l’economia, la finanza, il sociale; è cresciuto il divario tra generazioni; sono state svantaggiate le donne. Ci stiamo tutti interrogando sul futuro e sulla sua ricostruzione, o riprogettazione. Dall’altro, la necessità di ridurre l’impatto ambientale è prioritaria per contribuire agli obiettivi internazionali legati alla gestione delle fonti energetiche ed emissioni.
Uno sviluppo sostenibile richiede capacità di innovazione e di sviluppo tecnologico per migliorare l’efficienza e la qualità dei servizi offerti, ma anche investimenti per accompagnare lo sviluppo di conoscenze e competenze delle persone. Siamo in uno scenario molto complesso e dobbiamo essere in grado di cogliere nuove opportunità di mercato e di sviluppare di linee di business innovative, che diano una risposta ai bisogni sociali legati alla mobilità. Tper vuole cogliere questa sfida, tenendo conto delle criticità, degli obiettivi, degli strumenti a disposizione, tra cui lo sviluppo tecnologico e la digitalizzazione».
Perché a un’azienda conviene investire in responsabilità sociale d’impresa e sostenibilità?
«Perché il futuro sostenibile è l’unico possibile, e consente di muoversi nel futuro in modo più resiliente e meno fragile. Il nostro Piano Industriale è stato disegnato pretendendo azioni di sviluppo sostenibile concrete: le linee guida strategiche e le relative azioni per le diverse aree di business sono caratterizzate da fattori di cambiamento, in grado di incidere in misura significativa sulle prospettive di sviluppo aziendale in modo trasversale rispetto al perseguimento degli obiettivi di sostenibilità economica, ambientale e sociale».
In concreto, quali sono i principali progetti in tema di CSR e sostenibilità che avete portato a termine negli ultimi anni in azienda?
«La sostenibilità è stata inserita fra gli MBO aziendali di Tper: particolare rilievo hanno gli investimenti in mezzi più ecologici, oltre alla realizzazione e completamento dei progetti infrastrutturali. Uno degli obiettivi è quello di ridurre la mobilità con auto privata, che è quella complessivamente più inquinante, offrendo però soluzioni di viaggio sostenibili anche dal punto di vista economico. Anche attraverso la digitalizzazione (maas Roger) e l’offerta di servizi di maggiore qualità, puntiamo quindi sul trasporto collettivo e su quello condiviso, attraverso il car sharing elettrico».
Per quanto riguarda il prossimo biennio, in quali obiettivi di sviluppo sostenibile (SDGs) la sua azienda sarà coinvolta? Avete già dei progetti definiti su cui intendete impegnarvi?
«L’analisi compiuta già nei precedenti esercizi ha portato ad associare gli obiettivi generali di sostenibilità integrati nel Piano industriale con 9 dei 17 SDG, ritenuti prioritari. Due “goal” (SDG3 – SDG11) comprendono target specifici correlati al trasporto: la riduzione di morti e feriti per incidenti stradali (SDG 3.6) e l’accessibilità per tutti a sistemi di trasporto sostenibili, sicuri e comodi (SDG 11.2)».
Pubblico e privato possono collaborare per raggiungere un obiettivo comune?
«Naturalmente: non si tratta di essere antagonisti, ma di collaborare per contribuire agli obiettivi e per trasformarsi in agenti di cambiamento, ognuno per la sua parte o nel suo ruolo».
CSR e sostenibilità: come capire quando è solo un’operazione di marketing?
«Effettivamente la sostenibilità raccontata da un’azienda potrebbe sembrare solo un’operazione di green washing. Un utile indizio per decifrare se si tratti solo di strategie di comunicazione o di progetti concreti è l’integrazione della sostenibilità nei piani industriali e negli MBO: quando c’è, non si tratta di un’operazione di marketing».
* Sustainability & Circular Economy Lab è il progetto siglato da Manageritalia Emilia Romagna e Dipartimento di Scienze Aziendali dell’Università di Bologna nel 2020 per promuovere le strategie di sostenibilità e la circular economy. Gli obiettivi principali sono sviluppare e pubblicare progetti di ricerca applicata, attivare corsi di formazione, webinar e workshop, che vedano coinvolti i manager in tavoli di lavoro comune con il mondo accademico, i centri di ricerca, gli hub di innovazione. C’è poi ampio spazio per i giovani neo laureati e laureandi interessati a intraprendere un percorso lavorativo su questi temi. Con Lab Ambassador si fa informazione, cultura e storytelling di best practice manageriali e imprenditoriali.