Se quasi tutte le aziende si occupano di sostenibilità, solo il 38% ha una funzione dedicata e il 60% la fa anche con le comunità locali. È quanto emerge dalla ricerca effettuata da Manageritalia nel primo semestre del 2024 su un campione di 265 manager in merito alla presenza e organizzazione della funzione di Corporate Social Responsibility (CSR) all’interno delle aziende del terziario.
L’indagine fa parte della mappatura del tessuto aziendale prevista dal progetto europeo Social Impact Manager, finanziato dall’Unione Europea all’interno del programma Erasmus+, a cui Manageritalia partecipa con altri tredici partner di sette paesi europei. Scopo del progetto è migliorare il collegamento tra la responsabilità sociale delle imprese e lo sviluppo della comunità del territorio in cui hanno sede e operano le aziende, così da ampliare quanto si fa già in termini di Csr e sostenibilità, e aumentare l’impatto sui territori dove principalmente si opera.
Csr: chi se ne occupa, e come, in azienda?
Solo il 38% degli intervistati ha dichiarato che esiste una funzione CSR dedicata all’interno dell’azienda e nel 77% di questi casi è presente un manager CSR formalmente investito nella posizione.
Nelle aziende in cui non è prevista una funzione CSR, il responsabile delle attività di sostenibilità dell’azienda è per il 30% il manager delle risorse umane, per il 25% il Ceo, per il 14% il marketing o communication manager e per il 6% il responsabile finanziario.
Nelle aziende strutturate con una funzione CSR ben definita, le dimensioni della stessa sono per il 66% formate composte da 1-3 persone e solo il 10,9% ha una dimensione maggiore di 10 dipendenti.ù
Le attività di sostenibilità
Ambiente, diversità, uguaglianza e inclusione risultano essere di gran lunga, come evidenziato dalla figura 2, le aree in cui si concentrano le attività in termini di sostenibilità messe in atto dalle aziende con valori che vano dal 68% al 72%; governance, sviluppo delle comunità locali e politiche del lavoro, invece, impegnano solo il 40% delle attività di CSR del campione intervistato.
Csr, strategie aziendali e certificazioni
Per quanto riguarda il rapporto tra la Csr e le altre aree aziendali, il 67% dichiara che l’area Csr è totalmente integrata nelle strategie aziendali, nel 4% dei casi vi è una completa separazione con il board e le strategie, mentre per il 29% esiste solo uno scambio di informazioni e attività.
Per quanto riguarda il possesso di certificazioni in termini di Csr e sostenibilità, solo il 22% dei manager intervistati dichiara che la propria azienda ne ha conseguita una e, anche in questo caso, quasi sempre in tema di ambiente e sostenibilità o D&I (67% e 57%).
Alla domanda “quali sono le principali difficoltà nell’implementazione delle attività di Csr?” l’80% ha risposto citando la mancanza di tempo e di una figura interna con competenze sviluppate, mentre il restante 20% dichiara una mancanza di volontà da parte della direzione.
Attività con le comunità locali
La seconda parte dell’indagine si è poi concentrata sulle attività svolte con le comunità locali per affrontare le sfide sociali sul territorio di appartenenza dell’azienda. Il 60% dei manager intervistati dichiara che la propria azienda svolge attività con le comunità locali, con un 43,8% che lo svolge in maniera continuativa e attenta. Ben il 40, invece, non collabora con le comunità del proprio territorio, principalmente a causa di: mancanza di interesse da parte del consiglio di amministrazione (40%); mancanza di competenze interne (28%); un maggiore interesse per altre aree Csr(19%).
In termini di storicità, il campione degli intervistati si divide esattamente al 50% tra chi ha avviato attività con gli stakeholder locali negli ultimi 4 anni e chi da oltre 5 anni, con un importante 20% di aziende che porta avanti progetti sul territorio da oltre 20 anni.
Analizzando le aree di attività delle comunità locali con cui le aziende collaborano, troviamo in prima posizione l’ambiente, seguito da uguaglianza di genere e diversità, formazione scolastica e servizi sociali, tutti sopra al 34%. Chiudono la classifica attività di rigenerazione urban con il 15,4% e inclusione dei migranti con il 12%. (fig. 4)
I dipendenti delle aziende delle aziende vengono coinvolti in oltre il 70% delle iniziative, in termini di volontariato, partecipazione attiva ai progetti di sostenibilità con le comunità locali e donazioni.
Social Impact Manager: una figura necessaria
Per concludere, veniamo alle difficoltà che gli intervistati hanno manifestato nel mettere in atto attività di Csr nel territorio. Innanzitutto, in azienda mancano le competenze in termini di coinvolgimento degli enti locali, pianificazione strategica e valutazione d’impatto; poi, si rileva una carenza di interesse reciproco nel collaborare con le comunità locali; infine, risulta difficile reperire contatti e identificare le reali esigenze delle comunità locali.
Si tratta proprio di quelle attività di cui si occuperà il Social Impact Manager, la nuova figura professionale che Manageritalia sta contribuendo a plasmare attraverso il suo impegno nel progetto europeo: un professionista che, come emerge dall’indagine, è sempre più necessario per consentire alle aziende di mettere in pratica, davvero e per tutti, una sostenibilità attenta ai territori.