Ti conosco mascherina

Mascherine antivirus: ormai se ne vedono di ogni. Una guida semiseria

In questi mesi ci siamo abituati a vedere i volti coperti dalle mascherine. E abbiamo assistito a una progressiva evoluzione. Se, cioè, all’inizio tutte le mascherine erano più o meno simili, con il tempo sono comparsi nuovi stili e modelli


Ecco una guida semiseria per capire cosa la mascherina ci dice di chi abbiamo davanti.


I coatti: a loro proprio la mascherina non va giù. Scelgono il modello basic e, nonostante sappiano che è monouso, continuano a utilizzarla per almeno una settimana. Qualunque scusa (la sigaretta, la telefonata) è buona per abbassarla a livello mento. 


Gli apocalittici: per loro l’ultimo modello, il più avanzato, non è abbastanza. Le hanno provate tutte: con valvole, senza valvole, di stoffa, rinforzate, chirurgiche. Se avete bisogno di consigli per li acquisti, chiedete a loro.


I politici: la mascherina non serve solo a proteggere. Serve anche a fare sapere al mondo (ammesso che al mondo importi) da che parte stanno. Sono state avvistate mascherine tricolori, mascherine total black con bandiera laterale, mascherine rosse con falce e martello stilizzata. Ma è solo l’inizio. 


I creativi: fiorellini, motivi etnici, quadretti, pizzo, con inserti in lurex. Non sia detto che i creativi si accontentino di una stampa qualunque. La mascherina è, al pari degli occhiali da sole, un accessorio e, quindi, deve esprimere la loro personalità. Non cederanno mai a quella verde tinta unita, modello sala operatoria. 


Gli autarchici: perché spendere tutti quei soldi, quando possono fare da sé? Hanno guardato decine di tutorial, hanno fatto decine di tentativi e alla fine ce l’hanno fatta: ecco la loro mascherina diy. E pazienza se, con quello che hanno speso in materiale e tempo, avrebbero potuto comperare una fornitura annuale. Vuoi mettere la soddisfazione? 


I griffati: il loro obiettivo è avere quella di Off white, già sold out nonostante il prezzo. Nell’attesa d mettere le mani sulla mascherina di Virgil Abloh, si accontentano di quella di Fendi (i più mainstream) o di Marine Serre (i trend setter). 

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